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TESTO Commento su Col 3,1-2

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/09/2001)

Brano biblico: Col 3,1-2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,20-26

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Dalla Parola del giorno

Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Come vivere questa Parola?

Avulse dal contesto, queste espressioni potrebbero indurci a credere che, morti con Cristo alle cose di quaggiù e con Lui risuscitati in speranza, la nostra vita deve essere tutta tesa al "dopo": un vagheggiare solo la vita del Cielo, in fuga dalle nostre responsabilità e impegni e lecite gioie della terra. Ciò è molto sbagliato!

Certamente, il nostro vivere deve sempre avere l'orizzonte escatologico che anima la nostra speranza nella felicità senz'ombra che ci è promessa dopo questa vita. Bisogna però avere ben chiaro che le "cose di lassù " non sono soltanto da relegarsi nel "dopo". Si tratta di quelle realtà che il cristiano autentico vive nel suo cammino spirituale; sono il frutto dello Spirito: "amore, pace, gioia, pazienza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" ( Gal. 5, 22 ).Questo frutto dello Spirito si manifesta però solo se "mortifichiamo", cioè accettiamo di morire a tutto quello che di inautentico e negativo ci tenta: sbandamenti circa la sessualità e circa l'uso delle ricchezze con ogni tipo di "avarizia che è idolatria". Anche "ira, malizia, maldicenza, e un cattivo parlare" che minano a fondo le relazioni interpersonali e impediscono la comunione devono essere messe a morte, a cominciare da qualsiasi rapporto menzognero e sleale.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, riposerò il cuore su questa luminosa proposta di "cercare le cose di lassù ": dunque tutto ciò che lo Spirito fa sbocciare e crescere in me, se accetto di morire a ciò che, in senso negativo, è solo di terra. Verbalizzerò:

" Sei Tu, Signore, la fonte della vita. Donami il Tuo Spirito e vivrò".

La voce di un grande pensatore del secolo scorso

Il vivere insieme, da uomo a uomo, può accadere soltanto laddove gli uomini sperimentano insieme, discutono insieme e gestiscono insieme gli aspetti più autentici della loro vita in comune, senza però consentire alle negatività che possono insorgere. Martin Buber

 

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