TESTO Commento su Col 3,1-2
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Mercoledì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/09/2001)
Brano biblico: Col 3,1-2

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
25Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Dalla Parola del giorno
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Come vivere questa Parola?
Avulse dal contesto, queste espressioni potrebbero indurci a credere che, morti con Cristo alle cose di quaggiù e con Lui risuscitati in speranza, la nostra vita deve essere tutta tesa al "dopo": un vagheggiare solo la vita del Cielo, in fuga dalle nostre responsabilità e impegni e lecite gioie della terra. Ciò è molto sbagliato!
Certamente, il nostro vivere deve sempre avere l'orizzonte escatologico che anima la nostra speranza nella felicità senz'ombra che ci è promessa dopo questa vita. Bisogna però avere ben chiaro che le "cose di lassù " non sono soltanto da relegarsi nel "dopo". Si tratta di quelle realtà che il cristiano autentico vive nel suo cammino spirituale; sono il frutto dello Spirito: "amore, pace, gioia, pazienza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" ( Gal. 5, 22 ).Questo frutto dello Spirito si manifesta però solo se "mortifichiamo", cioè accettiamo di morire a tutto quello che di inautentico e negativo ci tenta: sbandamenti circa la sessualità e circa l'uso delle ricchezze con ogni tipo di "avarizia che è idolatria". Anche "ira, malizia, maldicenza, e un cattivo parlare" che minano a fondo le relazioni interpersonali e impediscono la comunione devono essere messe a morte, a cominciare da qualsiasi rapporto menzognero e sleale.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, riposerò il cuore su questa luminosa proposta di "cercare le cose di lassù ": dunque tutto ciò che lo Spirito fa sbocciare e crescere in me, se accetto di morire a ciò che, in senso negativo, è solo di terra. Verbalizzerò:
" Sei Tu, Signore, la fonte della vita. Donami il Tuo Spirito e vivrò".
La voce di un grande pensatore del secolo scorso
Il vivere insieme, da uomo a uomo, può accadere soltanto laddove gli uomini sperimentano insieme, discutono insieme e gestiscono insieme gli aspetti più autentici della loro vita in comune, senza però consentire alle negatività che possono insorgere. Martin Buber