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TESTO Commento su Gen 12,1-4; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9

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II Domenica di Quaresima (Anno A) (08/03/2020)

Vangelo: Gen 12,1-4; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 17,1-9

In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Attraverso un gioco complesso di corrispondenze e di contrasti, con un crescendo che si sviluppa da una domenica all'altra, la liturgia di questa quaresima ci conduce a riconoscere pienamente Gesù, nuovo Adamo, compimento delle promesse, sorgente di acqua viva, luce vera e vita nel mondo. La storia accidentata del popolo di Dio trova il proprio coronamento nel Cristo: egli è colui da cui scaturisce ogni novità di vita. I vari brani delle letture di san Paolo, che ci vengono presentati quest'anno, ci invitano ad entrare risolutamente nella vita nuova animata dallo Spirito del Signore.

Il tema che ci propone la liturgia di oggi è quello della vocazione: il primo chiamato fu Abramo (prima lettura), poi san Paolo, nella seconda lettura a Timoteo, ci ricorda che l'invito si è esteso a tutti gli uomini e nell'episodio evangelico della trasfigurazione agli apostoli. Dio ci chiama a fare esperienza in lui di fede (Abram), di speranza (San Paolo) e di carità (Trasfigurazione) affinché la Quaresima non sia un semplice e sterile rito devozionale ma uno stimolo ad uscire dalle nostre “isole” per andare verso gli altri in missione.

Nella prima lettura troviamo la chiamata di Abramo che viene invitato da un Dio che non conosce a lasciare la sua terra, abbandonare i suoi affetti, andare in un luogo non precisato in cambio di un futuro grandioso. Abramo non è un uomo insoddisfatto, ma realizzato in un contesto di benessere nel suo clan, ma nonostante questo accetta l'invito e parte, lascia le sue radici e si mette in cammino fiducioso che accanto a lui c'è il Signore. Questo racconto fa anche parte della nostra esperienza di vita, quando abbiamo detto di sì al Signore per aderire alla sua chiamata: gli sposi lasciano la loro famiglia, la loro terra, per andare verso un nuovo progetto di famiglia; una giovine o un ragazzo che hanno scelto la via religiosa lasciano la loro casa per andare a costruirne una più grande, quella della comunità cristiana. Allora quando il Signore chiama dovremmo anche noi essere capaci di dire “si” come il padre Abramo.

Questo atteggiamento ce lo conferma anche San Paolo che nella sua lettera a Timoteo ci ricorda che Dio "ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia”, ma ci mette anche in guardia che la missione affidata, cioè quella dell'annuncio del Vangelo, dono di Cristo per la nostra salvezza, non sarà priva di difficolta: occorre non lasciarsi scoraggiare e condividere le gioie e i dolori con chi si incontra, nella speranza che contraddistingue noi cristiani della presenza di Gesù con noi.

Nel vangelo troviamo i discepoli che stavano vivendo un momento difficile: Gesù aveva loro annunciato che sarebbe stato ucciso a Gerusalemme e sarebbe risorto al terzo giorno, Pietro era stato chiamato Satana perché tentava Gesù a non affrontare la sua missione; erano disorientati e non riuscivano bene a comprendere quale sarebbe stato il loro futuro. Ecco allora che Gesù porta con se i tre apostoli, a cui era più legato, sul monte e qui si manifesta nella trasfigurazione come Signore.

In questo racconto possiamo identificare alcuni momenti:
1. Il distacco. I discepoli sono portati in disparte, nel silenzio, nella preghiera, nella contemplazione: lo stare soli di fronte al Signore.
2. L'invito a custodire la Parola di Dio. Mosè rappresenta la legge, Elia i profeti: il primo e il secondo Testamento sono qui uniti e insieme formano un'unità.
3. L'invito di Gesù a custodire in silenzio ciò che avevano visto. C'è il tempo dell'ascolto e della riflessione, poi quello della missione e della testimonianza.
4. L'invito all'ascolto: “Ascoltatelo”. Gesù rimane la sola via da seguire che conduce al Padre.
5. La tentazione di Pietro di trasformare quell'evento in un fatto personale da tenere per se: “facciamo qui tre capanne”!

Il cammino fatto dagli apostoli li porta all'intimità e a scoprire chi è Gesù, ma questo porta anche a un senso di paura.
Il cammino della fede ha tempi alternati, di gioia e di delusione di fronte alle difficoltà; è necessario un allenamento per accogliere il programma di Dio e interiorizzare le varie situazioni ed arrivare alla scoperta e alla testimonianza: è questa la vera quaresima che porta alla Pasqua di Resurrezione.
C'è un legame tra l'ascolto chiesto da Dio nel vangelo e l'ascolto di Abramo, che è l'uscire. L'ascolto della Parola di Dio ci fa uscire dalle nostre abitudini che spesso ci chiudono sia nei confronti di Dio sia verso gli altri per farci diventare testimoni credibili, cioè capaci di attraversare la nube luminosa della trasfigurazione per andare incontro agli altri e diventare noi stessi luce. È un dire "sì" alla chiamata di Dio, che poi non è altro che la chiamata all'Amore. Madre Teresa di Calcutta ci indica un percorso accessibile a tutti e praticabile da tutti secondo tempi e modalità di ciascuno di noi: "Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l'amore. Il frutto dell'amore è il servizio. Il frutto del servizio è la gioia".

Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Come stiamo vivendo il nostro percorso di fede? Quali momenti di difficoltà e di entusiasmo abbiamo incontrato nel nostro cammino? Come si sono intersecati tra loro?
- Nel percorso indicato da madre Teresa dove ci troviamo? Ci interessa, siamo disponibili, siamo coinvolti?

Don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino

 

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