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TESTO La cattedra(le) sul mare

don Luciano Sanvito

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XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/10/2005)

Vangelo: Mt 23,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 23,1-12

In quel tempo, 1Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

8Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

La nostra vita scorre come l'onda sul mare: ora si va su, ora si va giù, in un continuo movimento che apparentemente sembra sempre lo stesso; ma, prima o poi, quel movimento dell'onda approda alla riva.

Così, mentre viviamo un momento "giù", di discesa, di abbassamento e di abbattimento, dobbiamo essere consci che questo momento non è fine a se stesso, ma prepara il movimento del "su", dell'innalzamento, della salita, del rafforzamento.

E quando siamo in alto, dice il vangelo, non lasciamoci tentare dallo stare su lì, a goderci la vita e a potenziare questo movimento: esso ci riporterà ancora con i piedi per terra.

La nostra vita, dunque, scorre come l'onda sul mare, e non può essere ridotta a una 'cattedrà.

Tante volte si sente dire in giro: "Ma la Chiesa...ma quel prete...ma guarda che faccia tosta quel politico...ma senti un po' quella maestrina...ma che cosa vuole mio padre, mia madre da me?...ma cosa pretendono questi figli?...ma tu, che cosa vuoi da me?...".

Tutti insomma che si lamentano, spesso, dei superiori o di chi è alla guida in quel momento.

Proprio in questi giorni, anch'io ho fatto un incidente e con l'auto sono finito, a causa della mia distrazione, a sfasciarla; e poi mi sono detto: altro che andare a richiamare quelli davanti a me e dietro di me sulla strada! Guarda come sei tu, fai più attenzione prima tu!

Possiamo a questo punto evidenziare ciò che il vangelo ci suggerisce al riguardo:

* NESSUNO E' PERFETTO, E IO PER PRIMO DEVO RENDERMENE CONTO

Prima di dire 'stolto' all'altro, devo sempre esaminare me stesso; se vedo uno che agisce bene, devo imitarlo, e se vedo uno che non fa bene, devo esaminarmi per evitare di seguirlo.

Nella società religiosa, politica e umana non esiste la perfezione in nessun caso, ma solo il cammino verso di essa.

* ANCHE NELL'IMPERFEZIONE PASSA COMUNQUE UNA VERITA'

Non tutto il male viene per nuocere; anzi, spesso il male e l'imperfezione ci fanno capire meglio le cose, specie quando capitano a noi.

Forse proprio coloro che ci ostacolano e sembrano frenarci sono l'occasione migliore per noi per essere messi alla prova.

Noi possiamo essere come un elastico: se è tirato indietro prende ancor più forza per andare avanti.

* LA VERITA' NON E' NEI MAESTRI, MA NEI TESTIMONI

'Quelli che sanno, fanno; quelli che non sanno, insegnano' dice un detto, e spesso è così.

Ogni maestro, comunque, a partire da me e su, su, fino al papa, deve essere considerato un segno e mai di più (né di meno) di un segno.

Il maestro non è la verità, ma la indica, attraverso il suo bene, o il suo male, o il suo nulla, o il suo credersi tutto.

Quando io mi rendo conto di non essere il maestro della verità, ma il segno di essa, ecco che divento testimone della verità, perché la verità non solo è segnata e indicata da me, ma da questo momento vive in me: è vivente, vivace, vitale.

E se incontrassi qualche fariseo, cominciando da me, starei bene attento a star lì, seduto sulla cattedra in mezzo al mare della vita, sballottato da quelle onde che prima o poi mi faranno affogare.

 

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