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TESTO La pecora e la moneta - rito ambrosiano - Dedicazione della Chiesa Cattedrale

don Luciano Sanvito

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/10/2005)

Vangelo: Mt 22,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,15-21

In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

per il rito ambrosiano Gv 10, 22-30.

Immaginiamoci anche noi peripatetici, a passeggio sotto i portici del tempio del re Salomone, per chiedere anche per noi il dono della sapienza, un tesoro preziosissimo.

Oggi a noi uomini del progresso e della tecnologia, l'immagine della pecora sembra proprio un po' fuori luogo; ma se torniamo con la mente al tempo antico, la pecora era proprio il tesoro concreto per l'uomo, la ricchezza, la pecunia, la moneta di allora.

Il brano di vangelo ci ricorda che anche noi siamo pecore, pecunia, valore concreto per costruire e dedicarci interamente alla costruzione del prezioso tempio dell'umanità, che anche oggi tanti cercano di edificare e rinsaldare.

Come allora la pecora, anche oggi ognuno di noi rappresenta il tesoro prezioso dell'umanità.

Possiamo accostare l'immagine antica della pecora a quella odierna della moneta.

Ognuno di noi è la moneta, l'assegno in bianco che riceve valore nel grande tempio al quale dedica la vita: l'umanità.

Chi ha poco valore, chi ha tanto valore; comunque, ognuno accresce e costituisce, nella propria parte, il tesoro dell'umanità.

Qualcuno è ancora assegno in bianco, indeciso a darsi un valore e a recare valore.

C'è comunque un'unità in tutte queste diversità: siamo un valore pecuniario, un tesoro dell'umanità.

Questa realtà tutti ci unisce e ci rende preziosi e custoditi nel tempio che racchiude questo tesoro, e che nessuno può fare oggetto di rapina.
Chi infatti può portarci via questa identità?
Chi infatti ci può impedire di essere questo tesoro?
Chi può togliere a questa moneta il suo valore, pur minimo?

L'umanità racchiude in sé un grande tesoro di sapienza, ci dice il vangelo, costituito dalle infinite pecunie/pecore che sono tutte le ricchezze racchiuse nell'uomo, pecunia/moneta, pecora dell'oggi chiamato a formare il gregge odierno: la banca vivente che accresce profitti per sé e per tutti.

Ecco il tempio, la banca vivente morale, spirituale e umana, il gregge sicuro e prezioso di oggi donato come allora al re Salomone, anche oggi all'umanità!

"Dicci chi sei!"
"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei...".

Il vangelo ci richiama fortemente all'ascolto della voce, del richiamo della coscienza nostra e dell'umanità, per seguirla, per rendere conto a noi stessi e agli altri della nostra identità.

Quale voce io sto seguendo in questo momento, con la mia mente, con la mia anima, con il mio cuore?
Quali sono i miei interessi, le mie passioni?
Esse ci rivelano la nostra identità.
La voce della coscienza attiva il percorso dell'esperienza.
Nell'umanità urge l'esperienza di sé e dell'altro.

Altrimenti, come nel caso del vangelo, anche chi mi sta di fronte ogni giorno, non lo riconosco, non lo distinguo, non lo accolgo con il cuore e nella vita.

Anche nella fede succede di accogliere solo e soltanto a modo nostro ciò che ci viene suggerito dalla voce della coscienza.

Solo la strada dell'esperienza nell'ascolto di questa voce, solo vivendo insieme questa esperienza, la nostra coscienza si avvera, si avvalora, si rende conto di chi sta seguendo.

Solo così, ci dice il vangelo, entreremo far parte del tesoro della vera sapienza.

E passeggeremo nel nostro cuore, lieti e sereni nel gustare e far gustare questa sapienza.

 

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