PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La salvezza non si compera

mons. Roberto Brunelli

mons. Roberto Brunelli è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

III Domenica di Pasqua (Anno A) (26/04/2020)

Vangelo: Lc 24,13-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Il vangelo di oggi (Luca 24,13-35) è quello noto dei discepoli di Emmaus. Ricordiamo: il giorno della risurrezione, Gesù si manifesta di buon'ora a Maria Maddalena e verso sera agli apostoli riuniti. Di mezzo si colloca l'episodio dei due discepoli che, ignorando la risurrezione, sono in cammino verso Emmaus e non nascondono la delusione per come pensano sia finita la vicenda di Colui nel quale avevano riposto le loro speranze. Lo dicono anche al viandante che li raggiunge e cammina accanto a loro; questi allora richiama loro i passi della Scrittura relativi al Messia atteso, per dimostrare come tutto si sia avverato in Gesù. Ancora non capiscono che il loro occasionale compagno di viaggio è proprio lui, vivo dopo essere stato crocifisso e sepolto; lo riconoscono soltanto quando, fermatisi a cena, egli ripete i gesti e le parole della Cena che ha preceduto la sua passione: "prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro".

Prima la Scrittura, poi il Pane, ‘quel' Pane spezzato e dato a nutrimento spirituale: nell'episodio di Emmaus si trovano i tratti salienti della liturgia della Parola e della liturgia eucaristica, cioè la Messa, da lui lasciata ai suoi amici da rinnovare per sempre. "Fate questo in memoria di me", aveva comandato, e mai altro comando è stato da due millenni così puntualmente eseguito.

Può lasciare sconcertati il fatto che i due viandanti, così come è avvenuto per tutti coloro cui Gesù si è manifestato dopo essere risuscitato, subito non riconoscano Colui di cui pure sono stati discepoli. Con ogni evidenza, il Risorto è quello di prima, ma non esattamente uguale a prima; non è come Lazzaro, che dopo la sepoltura ha ripreso la vita precedente, e in seguito è morto come tutti; il Risorto presenta un aspetto diverso dal consueto, compare e scompare all'improvviso, ma non è un fantasma, dimostra la propria fisicità mangiando davanti a tutti e lasciandosi toccare, anzi invitando Tommaso a farlo. E' quello di prima, ma non esattamente uguale a prima: la totale inesperienza di un fatto unico non consente a noi di definire la differenza, così come non ha consentito a chi l'ha visto di riconoscerlo immediatamente. Di qui le iniziali difficoltà dei due in cammino verso Emmaus, e il nostro interesse per la loro inattesa avventura.

L'interesse deriva anche dal fatto che, nelle sue tre fasi, essa riflette bene la nostra condizione rispetto al Risorto. Prima fase: come per i cristiani di ogni tempo, Gesù cammina anche accanto a noi, presente nei modi da lui scelti (basti ricordare una sua frase: "Qualunque cosa avrete fatto ad uno dei miei fratelli, l'avrete fatta a me"), ma quanto spesso non lo sappiamo riconoscere! Seconda fase: egli ha richiamato loro le Scritture. Ebbene, tutti abbiamo in casa una Bibbia, ma quanto la conosciamo? La sentiamo leggere e spiegare durante la Messa, ma quanta attenzione vi prestiamo? E tuttavia, così come somigliamo ai due di Emmaus nelle prime fasi del loro incontro, possiamo somigliare loro nella terza: possiamo riconoscerlo nello spezzare il pane. "Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, dato in sacrificio per voi". I gesti e le parole rinnovati in ogni celebrazione eucaristica manifestano lui, il Risorto, il suo desiderio di inondarci di quell'amore senza limiti, dimostrato col sacrificare per noi la sua vita umana e col farci partecipi della sua vita divina.

Ma nella terza domenica di Pasqua non è da trascurare neppure la parola di Pietro, con un suo discorso (prima lettura, Atti 2,22-28) e un passo della sua prima lettera (seconda lettura, 1Pietro 1,17-21), nella quale tra l'altro scrive: "Non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ma con il sangue prezioso di Cristo, che Dio ha risuscitato dai morti". Come dire: si illude chi pensa di salvarsi l'anima con il proprio danaro; la salvezza non si compera: è un puro dono, da accogliere e tradurre nella propria vita.

 

Ricerca avanzata  (53942 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: