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don Roberto Seregni  

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno C) (09/04/2020)

Vangelo: Lc 24,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Quest'anno dobbiamo celebrare la Pasqua senza staccare gli occhi dalla Croce e da tutti i crocifissi piantati nel cuore della terra. Pensavamo di essere potenti, di avere tutto sotto controllo, di essere liberi e autonomi e un microscopico virus ci ha messo in ginocchio. Uno starnuto ha sbriciolato il monte Everest. Polvere siamo e polvere ritorneremo. Siamo foglie d'autunno che danzano nel vento e sperano di non cadere.

La parola Pasqua significa passaggio. Il popolo d'Israele celebra il passaggio del Mar Rosso, dalla schiavitù alla libertà, dall'Egitto alla terra promessa; ma deve camminare per quarant'anni nel deserto e fare i conti con tutte le fragilità e povertà radicate nel cuore dell'uomo prima di sporcarsi i piedi con la terra che il Signore aveva promesso. La Chiesa celebra il passaggio dalla morte alla vita, è la vittoria di Gesù: la vita donata per amore fermenta il mosto del vino della nuova alleanza e fa esplodere il sepolcro diffondendo l'aroma e il profumo di Cristo Risorto, l'uomo nuovo. La sua nuda solitudine crocifissa si trasforma in un grido di vita che fa vibrare le colonne dell'universo. È il vagito della nuova creazione.

Celebrare la Pasqua è vivere questo desiderio di novità. La resurrezione di Gesù non è una rianimazione, non è un ritorno alla vita di prima, ma un passo avanti. È per questo che molti non lo riconoscono e lo scambiano per un giardiniere o per un semplice pellegrino. È lui o non è lui? É lui e non è lui. Gesù non torna alla vita, Gesù risorge. É tutta un'altra cosa.
Bene: adesso tocca a te.
Cosa vuoi fare dopo questa quarantena?
Vuoi ritornare alla normalità o vuoi iniziare a vivere?

Vuoi che tutto sia come prima o vuoi provare a trasformare casa tua in un laboratorio di resurrezione?

Vuoi tornare a spolverare il tuo sepolcro o vuoi sperimentare il brivido della vita nuova che Gesù ci regalato?

Vuoi brindare alla Pasqua con l'acqua tiepida della mediocrità o con un calice di vino della nuova alleanza?

Buona Pasqua
Don Roberto Seregni

 

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