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TESTO Il Maestro è qui e ti chiama (no, non è una videolezione)

Luca Rubin  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (29/03/2020)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Leggendo questa pagina di vangelo mi pare di scorgere dei segnali indicatori, (➡️) una sorta di percorso a vari livelli, un po' come nei videogiochi, con una differenza: nei videogiochi, più avanzi e più l'azione diventa difficile, mentre qui, nel vangelo, come nella vita, tutto è amalgamato e connesso, senza un apparente legame. Qui trovi una mappa: prendila, perché senza di quella ci perderemo.


➡️ Lazzaro era malato

Il vangelo si incontra sempre con la vita umana, non è un libro di favole, dove tutto va bene, dove tutto è idealizzato. L'incarnazione è la regola di tutto l'agire di Dio, e in questa concretezza non viene evitato il male, il negativo, la cosa storta. Lazzaro, uno dei più grandi amici di Gesù, era malato. Gesù si muove proprio a causa di questa sofferenza, non è indifferente o insensibile (lo vedremo bene in una prossima tappa). Poiché il vangelo lo stiamo leggendo noi, al posto di Lazzaro mettiamo il nostro nome, inizio io: Luca era malato. Come cambiano le cose! Non è una storiella! Fa piacere notare come Gesù si mette in cammino per me, viene a trovarmi, a visitarmi (non pensare subito al miracolo). Gesù cammina verso di me per essere vicino a me, fisicamente.

Sotto al cartello c'è un'indicazione ulteriore: "Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio. Tutto ciò che vivi non è per la tua distruzione, ma, anche solo a un livello puramente umano, puoi trarne dei benefici, o quantomeno puoi imparare qualcosa. Qui Gesù dice qualcosa di più: il male che stai vivendo sarà il modo per conoscere e riconoscere Dio, perché, ok fai già un cammino, preghi, vai in chiesa, ma è nel momento della prova che le tue braccia si fanno lunghe lunghe verso il cielo, è di notte che cerchi un po' di luce, fosse anche solo un fiammifero. La tua malattia ti farà incontrare col vero te stesso, senza sconto alcuno, e con il vero Dio, non quello precotto che talvolta ci costruiamo. In questo faccia a faccia non c'è posto per la morte, o almeno non per sempre.


➡️ Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro

Un elemento che illumina meravigliosamente tutta questa pagina è il clima di amicizia e di affetto nel quale si svolgono gli eventi. Gesù, Figlio di Dio sa amare, vive delle emozioni, prova affetti e sintonie, ed è amato. L'amore non solo è l'irrinunciabile sostegno nelle ore più buie, ma è il senso di ogni vita, è il terreno fecondissimo nel quale qualsiasi seme germoglierà e porterà frutto. Anche qui c'è una conferma al cartello, già molto eloquente: «Guarda come lo amava!» L'amore è concreto, lo puoi constatare, vedere, toccare, e la prova del 9 è la constatazione dall'esterno, una constatazione ottica, visiva, che fanno i Giudei: guarda, guarda come lo amava!


➡️ Lazzaro è morto

Davanti alla morte non ci sono tanti discorsi da fare, il silenzio è la ciotola che contiene lo sgomento e il dolore, sempre, a maggior ragione se si tratta di un caro amico. In questo caso, è Gesù a darne la notizia, prima velatamente, attraverso una metafora, poi in modo chiaro e inequivocabile. La morte è una realtà così terribile e temibile che cerchiamo di smorzarne i toni anche nel linguaggio: "è mancato, è spirato, se n'è andato"...

Gesù, pur soffrendo indicibilmente, non fugge dall'incontro con la morte, di Lazzaro, di se stesso, di me e di te. Si mette in cammino per essere presente anche in quel momento dove sembra regnare il nulla. Solo attraversando la valle desolata della morte puoi andare in cerca della vita, per te stesso, per quelle zone di te che rischiano la necrosi, perché non accettate, non amate, non nutrite, non. Gesù viene da te per essere portato proprio là dove tu non vuoi metterci piede. Con Lui puoi farcela, un passo dopo l'altro.

➡️ Marta gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa

Ognuno vive in modi diversissimi la stessa situazione, non c'è un modo giusto e uno sbagliato, ma ci sono caratteri e temperamenti diversi che reagiscono in modi altrettanto diversi. Marte esce di casa e corre incontro a Gesù; se ricordi è lei la sorella che si affanna in molti servizi, quando Gesù viene accolto, e sempre lei vive la situazione "di corsa", in modo molto dinamico. Maria invece rimane seduta, in casa.

In questa diversità cogliamo l'attenzione di Gesù, che trova modo e tempi per incontrare ciascuno. Se Marta va incontro a Gesù, Gesù va incontro a Maria, la chiama, e anche lei riceve un'indicazione precisa, da far invidia al navigatore più preciso: "il Maestro è qui e ti chiama". Solo allora Maria si alza e va incontro a Gesù. Pur nella tragicità degli eventi, Dio trova il modo e il tempo per raggiungere ciascuno, rispettoso della sensibilità personale di ognuno.


➡️ Tuo fratello risorgerà

Oltre la morte non c'è niente. Questa è l'esperienza della nostra umanità, che arriva al limite invalicabile, oltre al quale non sa andare. Marta risponde a queste parole nello stesso modo nostro, spostando il problema nell'aldilà: sì, ok, in paradiso andrà tutto bene, grazie per aver provato a consolarmi. Gesù in realtà non tira fuori dal frigo una frase fatta, ma inserisce un ingrediente nuovo, perlopiù sconosciuto: la risurrezione. Davanti al freno a mano tirato da Marta, il Signore si manifesta in tutto il suo splendore divino: "Io sono la risurrezione e la vita".

La risurrezione non è (solo) un corpo che era morto e che torna in vita: la risurrezione è una persona, Gesù Cristo Figlio di Dio, e chiunque lo incontra può fare esperienza di vita che ritorna, di tenebre che vengono infrante dalla luce, di speranza che sbarra il passo all'angoscia. Questa promessa di Gesù è al futuro, ma è un futuro prossimo, vicino, un futuro che a breve gusterai, quando la morte se ne andrà dalla tua vita e tu vivrai la luce della Pasqua.


➡️ Gesù scoppiò in pianto

Ma come Gesù, hai annunciato che il tuo amico Lazzaro risorgerà e ora scoppi in un pianto dirotto? Eh sì, anche qui la nostra idea di Dio si scontra con la verità di Dio, il quale non fa finta di soffrire, tanto poi risorge, non fa finta di incarnarsi, tanto poi ascende al cielo, non fa finta di essermi vicino, tanto poi Lui è Dio e io no. Gesù è uomo, in tutto e per tutto, ce lo vogliamo ficcare in testa? L'umanità di Gesù è la mia umanità, fatta di alti e bassi, di paure e di gioie, di angosce e tormenti, di amore e di morte.

Gesù che piange è l'immagine da ricordare quando qualcuno ti propone una fede da pronto intervento, quella fede in cui tu credi e Dio in cinque minuti risolve tutto e ti tira fuori da tutti i problemi: non è Gesù Cristo, non è vangelo, non è fede! I singhiozzi di Gesù squarcino il tuo cuore, scuotano il tuo torpore, risveglino ogni tua cellula, e dopo aver pianto ogni lacrima, tu possa ascoltare ciò che hanno udito le donne il mattino di Pasqua: "Non è qui. È risorto" (Mt 28,6).


➡️ Se crederai, vedrai la gloria di Dio

Dopo la malattia, l'amore, la morte, l'incontro, la promessa di resurrezione, le lacrime, ecco ora l'ultimo segnale stradale. Attenzione: non è il traguardo, con tante persone che ti accolgono applaudendo, ma è un SE. Se crederai vedrai, e vedrai Dio stesso, Gesù si muove verso Marta e Maria per suscitare in loro la fede, la fiducia, l'affidamento. Gesù piange l'amico Lazzaro per riportarlo in vita. Questo SE è un invito che Dio ti porge in questo tempo così difficile e doloroso. Fede significa relazione con Dio, significa radicare tutto te stesso in Lui, certo che non ti lascia a piedi, se ai suoi piedi hai il coraggio di stare. Vedrai la sua gloria, cioè Dio stesso, non una sua controfigura, ma quel Dio di cui hai una sete estrema: il Maestro è qui e ti chiama. Vai.

 

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