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TESTO “Se tu fossi stato qui...”

don Alberto Brignoli  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (29/03/2020)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Credo che il Maestro non ne abbia a male, se pure noi, oggi, ci prendiamo la licenza di rimproverarlo come fecero le due sorelle di Betania, Marta e Maria: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. Sì, perché questa è la sensazione che alberga nei nostri cuori, in questi giorni, ancor più se abbiamo avuto in famiglia un fratello, una sorella, il padre, la madre, la moglie, il marito, forse addirittura un figlio, o comunque un parente o un amico caro che ci ha lasciati: la sensazione che Dio sia rimasto in silenzio, lontano, assente. Perché se fosse stato presente, come glielo abbiamo più volte chiesto, a volte in maniera intima e solitaria, a volte in forme più straordinarie ed eclatanti, forse avrebbe mostrato la sua presenza in maniera forte, evitandoci sofferenze che, peraltro, sembrano non finire mai.

“Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello, il mio fratello, qualunque nostro fratello, non sarebbe morto!”. Ma lui è morto, un'infinità di volte, intorno alle diecimila volte solo in Italia, alla data attuale: e se è morto, significa che tu non sei stato qui, altrimenti sarebbe ancora in vita.

“Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”: e rimproveraci pure tu, se vuoi, dicci pure che non abbiamo abbastanza fede, che diciamo così solo perché adesso i nostri occhi sono ancora annebbiati dalle lacrime e quindi parliamo senza sapere quello che diciamo, che poi il tempo sistema tutto, che adesso dobbiamo guardare avanti.... Dicci pure tutto quello che vuoi, ma “se tu fossi stato qui, Signore, mio fratello non sarebbe morto!”.

E per cortesia, evita quelle frasi consolatorie di circostanza che lasciano il tempo che trovano e che hai pronunciato, in risposta, a Marta: “Tuo fratello risorgerà”. Marta è una tosta, una come noi, concreta, immediata, di pochi fronzoli e molto pratica, magari qualche genoma lombardo nel DNA ce l'aveva pure lei: “Lo so che risusciterà nell'ultimo giorno”. Ma adesso io ti ho chiesto qualcosa d'altro: ti ho chiesto di esserci, e tu non ci sei stato. E sì che te l'abbiamo anche fatto sapere, che il tuo amico era malato: e allora, perché non ti sei fatto subito presente, che forse ci avresti evitato questa sofferenza? Preferiamo che tu non dica nulla di circostanziale, e che ascolti quello che abbiamo da dirti noi: “Anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Per cui, datti da fare: c'è ancora gente da salvare. Per nostro fratello non abbiamo più speranze: sono passati quattro giorni, tutt'intorno c'è silenzio, lamento, non avvertiamo più nemmeno i profumi della primavera, ma solo sapore di morte. Ma guarda a chi ancora è in vita e rischia di non farcela, dacci speranza, dacci certezze, facci sentire che ci sei!

Con Maria, dobbiamo riconoscerlo, sei stato più fine, ci sei piaciuto di più, ti abbiamo sentito più vicino, non hai risposto al suo stesso rimprovero con scuse o con frasi di circostanza. E menomale, perché Maria non è come Marta, Maria soffre, Maria continua a piangere, Maria non si tira fuori più, Maria è lamentosa, Maria si butta a terra, ai tuoi piedi, come farà tra non molti giorni, baciandoteli e ungendoteli con unguento, con i propri capelli... Maria non è una donna forte, è prostrata a terra, non si rialza con facilità, perché il suo modo di dimostrare l'amore verso il fratello morto è così, un po' scenografico, del resto ognuno ha il suo modo di reagire... Ma sei stato bravo, con lei: hai capito che non servivano parole. Non hai fatto altro che entrare nel suo dolore, e in silenzio hai pianto con lei, e le hai chiesto qualcosa che per te, allora, sembrava scontato e normale, ma che per noi, oggi, non è affatto scontato, tutt'altro: “Dove lo avete posto?”. “Signore, vieni a vedere!”.

No, oggi non potresti neppure venire a vedere, e nemmeno noi riusciremmo a dirti dove lo abbiamo posto, perché la stragrande maggioranza di noi non ha nemmeno potuto assistere al suo funerale. Lo vedremo un giorno, quando ci sarà permesso di uscire, quando torneremo a camminare per le strade dei nostri paesi e delle nostre città, e stai pur certo che sarà una processione verso qualsiasi cimitero, perché vogliamo vedere dov'è nostro fratello, nostro padre, nostra madre, nostra moglie e nostro marito, il nostro parente e amico; vogliamo vedere se hanno fatto le cose bene, se riposa tranquillo, se è in buona compagnia, e se hanno definitivamente coperto la tomba con una lapide, una lampada votiva e dei fiori, che rendano meno triste e cupo il sonno della morte.

Adesso, ti chiederemmo un'ultima cortesia: quella di lasciare la tomba chiusa, per noi è come una ferita che si sta chiudendo e che con il tempo si rimarginerà, non sopporteremmo che tu riapra di nuovo la piaga del nostro dolore, ci farebbe troppo male...

Ma tant'è, non ci hai ascoltati prima, quando ti avevamo chiesto di esserci, e nemmeno vuoi ascoltarci ora, perché - ci dici - “se crediamo vedremo la gloria di Dio”.

Se crediamo... ci costa, ma certo che crediamo, cosa vuoi che facciamo, che smettiamo di credere in te? Non abbiamo mai pregato così tanto come in questi giorni, ci è rimasto solo quello: vuoi che non crediamo? Crediamo, sì, anche se ci costa...

Ora che ci tirerai fuori da quest'ombra della morte - e speriamo davvero che tu lo faccia presto - liberaci e lasciaci davvero andare, come hai fatto con Lazzaro. Lascia andare i nostri fratelli e le nostre sorelle che hai chiamato a te, a correre per i tuoi prati, a camminare per le tue montagne, a passeggiare lungo la riva del mare infinito o sui marciapiedi della città eterna, come facevano quando erano ancora in vita: ci sembrerà di averli ancora un po' con noi.

Liberaci e lascia andare anche noi: abbiamo bisogno di tornare a incontrarci, ad abbracciarci, a guardarci negli occhi, ad asciugarci reciprocamente le lacrime, per continuare a sperare e a credere in te, Signore, amante della Vita.

 

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