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TESTO Cristo nella Chiesa

don Marco Pratesi  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (04/09/2005)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Questa lettura evangelica fa parte del "discorso comunitario", il quarto dei cinque discorsi di Gesù nel Vangelo di Matteo, discorso che parla della comunità cristiana.

Nella comunità di Gesù le persone non camminano isolate, ma ognuno è responsabile anche della fede del fratello.

Gesù ci parla oggi della correzione fraterna: come comportarsi di fronte al peccato dell'altro? In genere si preferisce dir male alle spalle, magari sghignazzare. Oppure farsi gli affari propri e rimanere indifferenti; o anche mormorare tra sé qualche parola di condanna e tirare diritto.

Raramente si va dall'altro e gli si dice quello che, dopo sufficiente riflessione, ci sembra da correggere. Questo richiede infatti coraggio e disponibilità a coinvolgersi con l'altro; in altre parole: amore. Certo, anche in questo caso non sempre si è spinti dall'amore. A volte si rimprovera l'altro spinti da aggressività, superbia, etc. Però normalmente è meglio parlare apertamente all'interessato, perché questo mette in moto comunque un confronto, crea e approfondisce un rapporto.

Siamo infatti chiamati ad essere comunità, a camminare insieme. Questo passo evangelico mostra molto bene che nella comunità cristiana è presente il Signore. Nella Chiesa noi possiamo incontrare Gesù in un modo del tutto speciale e insostituibile.

Il Signore è presente nell'assemblea liturgica che prega e loda; nel pastore della comunità (a proposito: la correzione fraterna vale anche per lui. Parliamo con il parroco, diciamogli quello che ci sembra giusto e smettiamo di parlare dietro); nei sacramenti, che comunicano la sua vita; nella sua Parola: "è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura"; nel pane e nel vino consacrati, che lo rendono presente in modo unico.

Il Signore è presente in tutta la vita della Chiesa: nella trama dei suoi rapporti interpersonali, nelle molteplici forme del suo servizio agli uomini, specialmente ai poveri; nei tanti incontri che costituiscono la vita di una comunità parrocchiale.

Non vivere la vita della Chiesa significa mutilare gravemente il nostro rapporto con Cristo, renderlo gracile, poco concreto, molto soggettivo e instabile.

Dobbiamo vivere la Chiesa, coinvolgerci, metterci in gioco; senza trionfalismi, consapevoli dei limiti dei suoi membri (per questo esiste la correzione fraterna); ma anche nettamente coscienti che in essa è presente, vivo e attivo, il Signore Gesù.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda più comunità, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Consapevoli di essere tutti fratelli, figli dell'unico nostro Padre, preghiamo come il Signore ci ha detto:

 

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