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TESTO Commento su Matteo 17,1-9

don Michele Cerutti

II Domenica di Quaresima (Anno A) (08/03/2020)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Soffrire a causa del Vangelo. Questa espressione ci viene consegnata da Paolo nella seconda lettura. Ci viene ricordata la responsabilità che abbiamo come cristiani di questo dono che ci è stato fatto. Il professarsi cristiani rimanda alla dimensione dell'impegno nella consapevolezza che siamo chiamati, in forza del battesimo, ad essere annunciatori, ben sapendo che il mondo molto spesso osteggia il messaggio evangelico. Siamo invitati a volgere lo sguardo sull'umanità e in tal modo constatiamo come è difficile professarsi cristiani.
Secondo alcune stime nel 2019 si aggirano sui 260 milioni i cristiani che vivono in paesi che perseguitano i discepoli di Gesù. Al primo posto troviamo la Nigeria e il Centrafrica. Segue lo Sri Lanka dove nella Pasqua 2019 sono state uccise 253 persone. Nel Burkina Faso 200 chiese sono state chiuse. In questi paesi sembra più facile comprendere cosa significa soffrire a causa del Vangelo.
Nel nostro Occidente siamo chiamati a vivere nella consapevolezza della follia della proposta evangelica. Le discriminazioni nei confronti dei cristiani si fanno sempre più sottili. Professarsi discepoli di Gesù vuol dire molto spesso essere messo ai margini nel posto di lavoro, tra i compagni di scuola e spesso anche nella propria famiglia. Viviamo il cosiddetto martirio bianco quello sottile dell'incomprensione.
L'espressione di Paolo a Timoteo che invita a soffrire a causa del Vangelo vale anche per noi. Seguire Dio non è semplice. Lo avrà capito sicuramente Abramo all'inizio della storia della salvezza quando su invito di Jahvè ha dovuto lasciare la terra in cui si trovava per una terra sconosciuta. Lo debbono comprendere anche i discepoli di Gesù che in questa domenica sono esortati a salire con Lui su una montagna e poter capire a quale missione sono destinati. Non è semplice per loro raccogliere le provocazioni di Gesù, espresse qualche versetto prima del brano proclamato, che li avverte che il Padre ha per Lui un disegno di risurrezione che deve passare dalla morte e alla morte di Croce.
Pietro, che prima lo aveva professato come Figlio di Dio, davanti a questo discorso rimprovera Gesù affermando che questo non avverrà mai. Gesù risponde affermando: "Va dietro di me Satana perché non ragioni secondo Dio, ma secondo gli uomini". Gesù prende con sé Pietro stesso, Giacomo e Giovanni per condurli su un monte e qui appaiono Elia e Mosé. Elia rappresenta i profeti, Mosé i patriarchi e in tal modo c'è tutto l'Antico Testamento che esprime l'attesa della risurrezione.
Sì perché nella trasfigurazione c'è l'anticipo dell'evento di risurrezione. La gioia degli apostoli si respira Pietro a nome di tutti propone di fare tre tende e fissare per sempre quel momento. Irrompe nella scena il Padre che esorta a mettersi in ascolto del Figlio. Ora il compito da parte degli apostoli di camminare dietro a Gesù si fa stringente. Viene utilizzata l'espressione: "Questi è il Figlio mio prediletto". Espressione già utilizzata nel Battesimo Si aggiunge in questo brano l'invito all'ascolto: "Ascoltatelo". La scena si interrompe e i discepoli rimangono con Gesù solo.
Noi siamo chiamati come cristiani a vivere la nostra esperienza da un lato andando sul monte, luogo che esprime la forte intimità con Dio. C'è bisogno in questo tempo di Quaresima di passare un po' di tempo nella forte dimensione intima con Dio nella preghiera per poi scendere a valle e trovare Gesù nei fratelli. Trovare la presenza di Cristo anche quando tutto ci sembra andare contro. Saper coniugare quindi queste due dimensioni di intimità e di azione per essere a nostra volta uomini e donne che si lasciano trasfigurare.
Oggi in questo mondo in cui annunciare il Vangelo non è per niente impresa semplice c'è bisogno di credenti che sappiano essere luce in ogni ambito della vita. Abbiamo un dono grande che ci viene fatto ed è quello della Quaresima per recuperare questi aspetti importanti. Il compito non farci scivolare questo periodo come uno dei tanti che la nostra vita ci ha messo davanti, ma invece dobbiamo cercare di farci permeare.
Occasioni importanti sono i diversi appuntamenti che ci vengono proposti per vivere in pienezza questa Quaresima, ma anche cercare di fissare nella nostra vita personale qualche impegno incisivo di preghiera.
Questo tempo possa aiutarci a vivere l'appuntamento pasquale con gioia quella vera e autentica.

 

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