PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La Quaresima ai tempi del Coronavirus

don Alberto Brignoli  

I Domenica di Quaresima (Anno A) (01/03/2020)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Molta gente sceglie di vivere facendo a meno di Dio. E ci può stare: il dono più grande che l'uomo abbia ricevuto è quello della libertà, per cui può liberamente scegliere di fare quello che vuole (a patto che rispetti la libertà, i diritti e la dignità degli altri) e di pensare ciò che vuole (a patto che pensi, ovviamente...). A chi crede in Dio sembra paradossale poter vivere facendo a meno di lui, per cui chiunque dica “Io faccio a meno di Dio, e sto comunque bene”, agli orecchi del credente suona come una nota stonata: ma che piaccia o no, ognuno va rispettato (e di conseguenza non va giudicato) per ciò in cui decide di credere o non credere.

Il problema sorge quando a voler fare a meno di Dio è il credente. E non dobbiamo pensare che, per il fatto di essere credenti, questa cosa non capiti anche al più zelante degli uomini o alla più pia delle donne. Nessuno ne è escluso: dal membro del clero alla religiosa al laico, anziano o giovane, ogni credente nella traiettoria della sua vita di fede è stato, almeno una volta, “tentato” di voler far a meno di Dio. E se la cosa è accaduta allo stesso Figlio di Dio, non vedo perché dovremmo affermare di sentirci esenti da questa o da queste “tentazioni”.

Il noto brano con cui, in maniera altrettanto nota, si apre il cammino domenicale di Quaresima, riporta in maniera sintetica, a livello spazio-temporale (si parla di 40 giorni di deserto, simbolico accenno al percorso del popolo d'Israele in uscita dall'Egitto) quello che Gesù ha vissuto lungo tutta la sua esistenza, ossia la tentazione cui accennavamo prima, quella di fare a meno di Dio. E la potenza dello Spirito che era sceso su di lui al momento del Battesimo nel Giordano e che lo aveva condotto nel deserto, luogo dell'aridità, dell'assenza-presenza di Dio, lo aveva reso consapevole delle sue possibilità, delle sue capacità, della sua possibile autonomia rispetto al Padre. Tutte cose su cui l'avversario (dapprima definito genericamente “tentatore”, ma poi rivelatosi come “il diavolo”, “colui che mette zizzania, colui che divide”) gioca appunto per “dividere” Gesù dal suo riferimento al Padre. E allora, gli insinua che egli può benissimo procurarsi il cibo con le proprie mani, come se le mani con cui l'uomo lavora fossero create dall'uomo stesso; lo esorta a usare il suo ingegno per fare le cose più straordinarie e pericolose, sfidando la sorte e anche la morte, come se noi fossimo padroni del nostro destino; soprattutto, gli fa credere che il potere lo rende assoluto, padrone di ogni cosa e dell'umanità intera, come se al mondo esistesse lui solo e l'esercizio assoluto della propria libertà. Tutto questo, gratis, ma a una condizione (come nella migliore delle ingannevoli pubblicità): che una volta fatto a meno di Dio, egli sostituisca Dio con lui, il diavolo, satana, l'avversario, l'altro Dio, l'alternativa a Dio. Tutte cose che puntano, in realtà, a una sola cosa: a far credere all'uomo che, facendo da solo, può vivere meglio. Perché l'unione, la solidarietà, lo stare insieme, il rimanere attaccati a Dio (per chi crede) significano una sola cosa: amore. E il diavolo odia l'amore.

La tentazione di fare da soli, di prescindere in tutto e per tutto non solo da Dio, ma anche dagli altri, è ancora molto forte e molto frequente. Forse mi sbaglio, o semplicemente esagero, ma per noi del Nord Italia che viviamo “la Quaresima ai tempi del Coronavirus” (per parafrasare il titolo di una celebre opera del grande “Gabo” García Màrquez), la tentazione di fare tutto da soli e di non dipendere da nulla e da nessuno è molto forte. E non mi riferisco al dover “prescindere dalle cose di Dio” che viviamo forzatamente a causa della proibizione di celebrare comunitariamente l'Eucaristia (che alla fine può anche farci un po' bene, così magari impariamo a valorizzare la messa quando possiamo celebrarla liberamente); mi riferisco al fatto che siamo tentati di “prescindere dagli altri”, e di farci infettare dal virus dell'autonomia, dell'indifferenza, della chiusura in noi stessi. Cose che si manifestano, in questi giorni, in mille forme: dalla presunzione di poter essere noi a decidere cosa fare (magari prescindendo - se non addirittura violando - normative e decreti che, pur difficili da comprendere e da accettare, hanno come fine il bene comune), al tentativo di discredito delle indicazioni che ci vengono fornite da chi, più di noi, ha la competenza per affrontare questa emergenza (quante lauree in infettivologia, in questi giorni, sui social..), all'utilizzo di questa situazione di incertezza per ribadire che chi ci governa è inadeguato (siamo diventati di colpo tutti ministri del governo e tutti vescovi della Chiesa Cattolica), alla pregiudiziale chiusura mentale, ancor prima che fisica, nei confronti di chi già è isolato dal resto del mondo per colpa di possibili contagi, alla leggerezza (per non definirlo menefreghismo) di chi “fa quello che vuole” perché, tant'è, “sono tutte bufale inventate dai giornali”...

Tutti segnali di una scarsa attitudine alla solidarietà, all'unità, alla coesione, che ad altro non porta se non alla vittoria del disegno diabolico del “divide et impera”, come se il potere si esercitasse meglio in una situazione di disgregazione.

Evitiamo di cadere nella tentazione di fare a meno degli altri e, per noi che ci diciamo credenti, di fare a meno di Dio: perché non si è mai visto un ramo dar frutto da solo, una volta tagliato dalla pianta. E, detto fuori dai denti, di rifiorire a Pasqua ne abbiamo bisogno tutti quanti!

 

Ricerca avanzata  (53979 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: