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don Luciano Cantini  

I Domenica di Quaresima (Anno A) (01/03/2020)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Quaranta giorni
Quaranta sono i giorni del diluvio; quaranta sono gli anni dell'Esodo; quaranta sono i giorni di Mosè sul monte Sinai; quaranta giorni di lotta di Davide contro Golia; quaranta i giorni il cammino di Elia verso il monte Horeb; quaranta giorni la predicazione di Giona a Ninive; quaranta sono i giorni in cui Gesù digiunò nel deserto, a cui -secondo Matteo - occorre aggiungere quaranta notti.
Il numero quaranta evidentemente è un richiamo simbolico per indicare un tempo speciale, un tempo di fatica, di purificazione, di decisioni importanti, un tempo dedicato a Dio, in cui l'uomo lascia che Dio guidi la propria vita.
Per Gesù l'esperienza del deserto è un tempo di mezzo tra l battesimo in cui si è fatto carico del peccato della umanità e l'inizio della missione di Messia; è un tempo necessario per accogliere pienamente quanto nel battesimo è stato rivelato e confermare la fedeltà al Progetto del Padre.
Anche la nostra vita, se guardiamo bene, ha la caratteristica dei quaranta giorni, tempo di mezzo tra l'uomo e Dio: la necessità di riconoscere la nostra umanità, di penetrarla nel profondo e scoprirne la vocazione; per accogliere in essa il Dio che salva, il suo Progetto che ci coinvolge e ci chiede fedeltà, il suo Regno che cresce nella nostra storia.
È sintomatico che, nonostante possa avere una diversa durata, il tempo di isolamento e segregazione per evitare i pericoli di contagio si chiami “quarantena”: un tempo di mezzo, un tempo sospeso. L'allarme spropositato per il diffondersi del virus COVID.19 ha reso popolare il termine quarantena; forse avremo bisogno tutti di un periodo di “disintossicazione” dalle manipolazioni informatiche che a periodi alterni (chi si ricorda della “spagnola”, della “mucca pazza”, della “influenza aviaria”, di “Ebola”, H1N1,...) condizionano la vita sociale, economica, e perfino religiosa. Davanti a molte chiese medioevali di trova una colonna in pietra sormontata da una piccola croce in ferro: sorsero a motivo della quarantena per la peste e la proibizione di assemblee in luoghi chiusi.

Si avvicinò
Matteo accentua fortemente il senso figurato del racconto separando in tempi diversi l'esperienza del digiuno nel deserto con quella delle tentazioni che vengono dopo e in altri luoghi. Anche per dirci che le tentazioni appartengono alla quotidianità della vita e alla molteplicità delle esperienze.
In questo episodio raccontato da Matteo il tentatore, il diavolo, appare non come un nemico ma assume l'aspetto di un collaboratore, qualcuno che vuole aiutare, ha il ruolo di seduttore, non contrasta ma induce a fondare la vita di Gesù sul potere; utilizza una razionalità tutta umana secondo una logica mondana, invece Gesù ha la volontà di spendere interamente la vita per l'altro, sino alla morte. Durante la sua vita i seduttori assumono identità diverse: sono ora i farisei, ora la folla, i discepoli, la parentela, Pietro, i sacerdoti del tempio; ognuno di loro ha una visione diversa del Messia e vorrebbero in qualche modo che Gesù vi si uniformasse. La seduzione non nega la verità - Gesù è riconosciuto come “Figlio di Dio” - ma quella verità è deformata fino a dargli i connotati del potere: sulle cose (i sassi), su Dio (la protezione), sugli uomini (il regno).

Sta scritto
Le risposte del Signore, se pur diverse, hanno una espressione comune: Sta scritto; in tutte scopriamo il primato assoluto ed esigente della Parola di Dio; l'abbandono umile e filiale alla volontà del Padre; è il senso stesso della Fede. Senza un rapporto profondo con la Parola di Dio che ci aiuti a leggere i segni dei tempi, siamo esposti al pericolo di queste "tentazioni”, ad esserne sedotti e vinti. Pensare che la ragione umana sia capace di riconoscerle e vincerle è del tutto illusorio. L'emotività, il bisogno del sacro, la ricerca dei segni del soprannaturale ci immettono in un labirinto pseudoreligioso da cui è difficile uscire.
Senza la guida forte della Parola e dello Spirito, è facile lasciarsi ingannare. L'adorazione di Dio è il grande segreto e la potenza misteriosa della libertà cristiana... la sua Parola è il nutrimento necessario, il nostro Battesimo, per questo ci è chiesto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto.

 

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