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TESTO La debolezza irresistibile della Croce

don Mario Simula  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/02/2020)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Tutti siamo un po' buoni. Tutti doniamo qualcosa. Obbediamo alla naturale vocazione alla solidarietà. Questo atteggiamento da persone con la coscienza apposto, in realtà un atteggiamento da sazi e da soddisfatti, sembra bastarci.
La Parola di Dio ci fa entrare molto più in profondità riguardo al bene da compiere. Vuole condurci a scoprire le motivazioni e gli effetti del bene che compiamo.
Sullo sfondo di ogni atto di bontà, vuole che intravvediamo “Dio servito negli ultimi”. Ci aiuta a prendere coscienza di un amore consapevole, generoso e totale, che assume, se vissuto alla maniera di Dio, la colorazione di un sacrificio profumato, proteso come incenso verso di Lui.
Dobbiamo capire questo: se dividiamo, se accogliamo, se vestiamo, se diamo un tetto, se visitiamo, se ci accorgiamo senza clamore dei bisogni, sorgerà come aurora la nostra luce.
In quei momenti di dono delle nostre persone e del nostro amore non siamo i benemeriti della generosità. Piuttosto guariremo dalle nostre ferite, perché Dio le rimarginerà. Scoprendo i bisogni di chi ci sta attorno, mettendoci al servizio di questi bisogni, ogni nostra preghiera rivolta al Signore, troverà la sua risposta. Noi lo invocheremo e sarà Lui a dirci: “Eccomi!”. Sarà Lui a mettersi a nostra disposizione.
La nostra luce brillerà fra le tenebre, e le nostre tenebre saranno come un tramonto radioso, se ci spenderemo contro l'oppressione, contro le parole ingiuste, contro ogni sopraffazione, contro ogni fame blasfema, contro ogni silenzio davanti al cuore afflitto, contro ogni emarginazione del malato e dell'anziano e di ogni persona che non accresce la nostra visibilità.
Tuttavia dobbiamo ricordare sempre che non sono soltanto gli altri a trascurare l'amore. Talvolta siamo noi a dimenticare l'amore. Non riconosciamo il Volto di Dio, ciò che gli dà gioia.
Se noi serviamo a qualsiasi costo la giustizia, se abbiamo il coraggio delle nostre opere contro corrente e fuori moda, contrarie alle opinioni maggioritarie, ci seguirà la Gloria di Dio. Dio sarà dietro di noi per incoraggiarci, per rendere irresistibile la nostra azione, per trasformarla in denuncia coraggiosa e piena di speranza, instancabile anche se motivo di sofferenza.
Pensiamo seriamente a ciò che scrive san Paolo, scrivendo a noi anche se la lettera è destinata ai Corinzi. Scopriamo un'ulteriore ragione che ci deve spingere a condividere l'amore. Paolo non sa altro se non Gesù Cristo e Cristo crocifisso.
Amo gli inamabili, visito gli inospitali, nutro chi non può restituirmi la stessa attenzione perché essi sono “il nulla”.
Perché non so altro se non Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso. Dietro la maschera della miseria di ogni tipo c'è il suo volto.
Non possiamo rimandare come persone e come chiesa le domande inquietanti del Vangelo. Perché siamo chiamati ad amare le povertà? Perché siamo mandati a sconfiggere le ingiustizie? Perché dentro di noi deve bruciare il fuoco dell'indignazione contro ogni opulenza e stando accanto ad ogni miseria?
La risposta è una sola: noi conosciamo Cristo Crocifisso. Noi siamo debolezza di Cristo Crocifisso. Noi siamo debolezza dei nudi, degli affamati, degli smarriti, degli inascoltati, degli anonimi, degli scartati, dei miserabili, dietro i quali e nei quali è Gesù il Crocifisso.
Essere Luce che brilla visibile per tutti. Essere città sopra il monte, essere sale che insaporisce di forza e di franchezza la nostra presenza nella storia di tutti i giorni è ciò che Gesù chiede.
A Gesù non piacciono né i credenti né le comunità camuffate, timorose, nascoste, che non scandalizzano mai nessuno, perché rassomigliano a tutti i pagani del mondo.
Anche se con fatica, la nostra luce deve risplendere, il nostro sale deve insaporire.
Gesù va oltre. Tutti devono vedere le nostre opere buone, non perché possano darci gli attestati di benemerenza o le medaglie al valore, ma perché guardando la nostra vita, glorifichino il Padre che è nei cieli.
O un'autentica rivoluzione evangelica sconquassa la nostra vita e le nostre comunità oppure lentamente moriremo di insignificanza. Avremo tenuto nascosto il volto e l'amore di Gesù. Avremo ostentato, esclusivamente, il nostro volto sbiadito.


Gesù, tutte le volte che accetto il confronto con il tuo Vangelo che mi chiede di mettermi al servizio delle povertà, che mi chiede di brillare per lo stile di vita, provo una strana voglia di non seguirti.
Tu, Gesù, sei stato scandaloso sopra ogni misura.
Tu, Gesù, mi hai scandalizzato con la tua nascita povera, col silenzio di Nazareth, con la scelta di una vita normale.

Tu, Gesù, mi hai scandalizzato schierandoti dalla parte degli ultimi.
Tu, Gesù, mi hai scandalizzato con il tuo amore misericordioso per i peccatori.
Tu, Gesù, mi hai scandalizzato quando hai posto il culmine del tuo amore su quella croce alla quale eri appeso.
Gesù, il tuo scandalo è per me una medicina, un invito pressante, una urgenza che vuoi condividere con me.
Gesù, non esiste un'alternativa alla croce.
Gesù, comprendo che non esiste altra sapienza se non conoscere Te Crocifisso.
Sarà scomodo tutto questo; ma è l'unica strada attraverso la quale posso dare senso alla mia esistenza di credente e di discepolo.
Gesù, per me è più facile ripiegarmi sui miei malesseri interiori, sulle mie crisi sterili e noiose, sulle mie lamentazioni.
Mi è più difficile accorgermi dei drammi umani e muti che mi circondano. Mi è più difficile condividerli assieme a Te.
Gesù, non ti nego che la tua richiesta è dura, esigente, liberante a caro prezzo.
Riconosco che se ti seguo posso diventare anche io scandalo, intralcio, persona scomoda. Crocifissa.
Ma per quale altra strada potrei camminare?
Ho bisogno di una cosa sola per avere coraggio e forza. Ho bisogno di “sapere” solo Te Gesù, e Te Crocifisso. Soltanto quando le tue piaghe mi avranno attraversato l'anima, il cuore, il corpo, le notti e i giorni. Soltanto quando la mia debolezza avrà incontrato la tua potenza sarò luce, sale, offerta gradita a te, incenso profumato per il conforto di chi non conosce profumi e unguenti di dolcezza.
Don Mario Simula

 

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