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TESTO Commento su Matteo 5,13-16

Omelie.org (bambini)  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/02/2020)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Oggi il Vangelo ci parla di due realtà che conosciamo molto bene: il sale e la luce.
Partiamo dal sale, una cosa che si usa sempre in cucina.

Avete mai provato a mangiare, per esempio, una pastasciutta senza sale perché magari la mamma si è dimenticata di metterlo nell'acqua? A me è successo di fare questa dimenticanza e vi assicuro che quella pasta era proprio cattiva.

Che strano, vero? Eppure in quel piatto c'erano tutte cose buone: la pasta cotta correttamente, il ragù con la carne fatto a regola d'arte, il formaggio parmigiano reggiano... mancava però il sale, quella sostanza bianca che sembrerebbe insignificante ma senza la quale tutti i cibi non hanno gusto.

Il sale, infatti, non ha sapore di per sé ma, sciogliendosi, esalta il sapore del cibo.
Si dona e scompare.

Gesù, nel Vangelo di oggi, ci dice: “Voi siete il sale della terra”.

Pensate a quanto grande è questa affermazione. Non dice “impegnatevi ad essere sale” ma dice “siete già sale”, cioè quel qualcosa senza il quale tutto perde sapore, significato, gusto, bontà. Quanto grande è la fiducia che il Signore ha in noi!

Ma qual è il sapore che dobbiamo avere affinché ogni nostra azione diventi “sapida”, cioè dia gusto, gioia, serenità ad ogni persona che incontriamo?

È il “sapore di Cristo”: questo deve essere il sale che mettiamo in ogni cosa che facciamo.

E che sapore aveva Gesù? Noi lo sappiamo bene perché conosciamo il Vangelo dove ci viene raccontato molto chiaramente come faceva a “insaporire” di grazia, di bontà, di gentilezza, di compassione, di condivisione ogni sua azione.

Sappiamo bene quanto Lui si è donato (come dicevamo prima del sale) in tutta la sua esistenza terrena per il bene di tutti, e sappiamo anche che è scomparso (come dicevamo prima, appunto, del sale) nel senso che ha dato veramente la sua vita, è morto per noi, per salvarci dal peccato e dalla morte.

Allora, cosa essenziale per capire come essere “sale della terra” è leggere il Vangelo.

Voi lo fate? Leggete ogni giorno un pezzettino di questo Libro che ci insegna ad essere felici noi, a fare felici gli altri e a fare felice Gesù?

È importantissimo questo impegno che vi chiedo, direi che è necessario per essere quel sale che Gesù vuole che noi siamo.

Vediamo ora, facendo un po' di esempi, quando siamo sale che ha perso il sapore:

- quando voglio essere al centro dell'attenzione, esisto prevalentemente io, gli altri non mi interessano.

- quando parlo solo di me, delle mie cose, dei miei successi e non parlo agli altri di Gesù.

- quando non so volere bene, non so ascoltare, non mi so donare rinunciando a quello che mi costa, non solo a livello di cose, ma anche a livello di idee, di pensieri, di tempo.

- quando nei miei comportamenti seguo la massa, non sono “controcorrente”.

Oggi, infatti, è molto facile agire da “pecoroni” perché “tutti fanno così”. NO! Non è questo quello che Gesù vuole! Lui non vuole che seguiamo l'andazzo negativo che propone la società che ci incanta con false verità e false felicità! Noi dobbiamo seguire lui, il Figlio di Dio, che è “Via, Verità e Vita”.

Ora provate a pensare voi, ripercorrendo con la mente le vostre giornate, in quali altri momenti vi sembra di non essere quel “sale” che vuole Gesù perché, se diventiamo sale insipido - scrive l'evangelista Matteo - “a null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”.

L'altra realtà importante di cui si parla nel Vangelo di oggi è la luce: “Voi siete la luce del mondo”.

Non è necessario che vi dica io quanto importante sia la luce per la nostra vita.
A partire dal sole... se non ci fosse, noi non esisteremmo.

Parlando di cose più terra-terra, pensiamo alle lampadine... quanti ruzzoloni faremmo se alla sera non ci fosse la luce che ci fa vedere dove mettiamo i piedi!

La luce non illumina se stessa, ma fa luce a noi. Non si fa vedere, ma “fa vedere”.

Fa vedere il bello che c'è nelle altre persone, le cose positive.

Chi è “luce” non critica, perché il negativo degli altri non lo vede proprio e, anche se lo vede, non lo illumina: illumina solo il bello affinché “venga alla luce” il Dio che è in ogni persona, il Dio che è venuto ad abitare dentro di noi dal giorno del nostro Battesimo.

Anche a proposito della luce Gesù ci dice che noi siamo già luce.
Lui ci vede già “illuminare” ogni persona che incontriamo.

Come? Con il nostro sorriso, la nostra disponibilità, la nostra pazienza, la nostra bontà, e così via...

Sappiamo che questo non è facile, lo sa anche il Signore Dio... Lui sa quanti sono i nostri limiti, sa quante volte sbagliamo, ma siamo figli suoi e questa è la dimostrazione più grande del suo amore. Ci ha adottato come figli dal momento del nostro Battesimo e ci vorrà bene per sempre, a prescindere dal fatto che ce lo meritiamo o no, perché il suo è un amore gratuito, un amore che ci vede “sale e luce” anche quando sbagliamo.

Importante però, da parte nostra, è ripetere un bel “SÌ” ogni giorno a Gesù, un SÌ che significa “io mi voglio impegnare”, “io cercherò di essere come tu mi vuoi”, “io voglio essere cristiano”, “io voglio seguirti come hanno fatto gli apostoli quando tu li hai chiamati”.

Allora, se viviamo il Vangelo, siamo luce che illumina, più che con le parole, con le nostre azioni quotidiane compiute per amore.

Per fare questo dovremo rinunciare a noi stessi un sacco di volte... rinunciare a qualche nostro desiderio, o idea, o gioco, rinunciare a dire parole sconvenienti, rinunciare a vendicarci se abbiamo subito un torto, rinunciare a pensare solo a noi, rinunciare al voler primeggiare...

Provate e vi accorgerete che queste vostre azioni saranno luce per gli altri che vedranno in voi Gesù, luce del mondo: questo è il modo per portare il Vangelo a tutti.

Nel rito del Battesimo il sacerdote consegna al papà del bambino battezzato una candela da accendere al cero pasquale, simbolo di Cristo risorto. Il significato di questo gesto è che il bambino sarà “illuminato” da Gesù che lo aiuterà a compiere sempre “azioni della luce”.

Non ci dobbiamo però preoccupare di quante persone riusciamo ad illuminare... l'importante è che riusciamo a vivere sempre “accesi”...
Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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