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TESTO Commento su Giovanni 2,1-11

don Walter Magni  

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II domenica dopo Epifania (anno A) (19/01/2020)

Vangelo: Gv 2,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Continua nei Vangeli di queste domeniche la segnalazione di alcuni cominciamenti. Gli inizi di Gesù Bambino, a Natale; Gesù che col Battesimo Si avvia nella vita pubblica; infine Gesù che col racconto delle nozze di Cana, compie un primo grande segno: l'immissione, nell'amore tra un uomo e una donna. dell'amore stesso di Dio.

Al cuore dell'amore di un uomo e di una donna
“Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli”. Così inizia questo episodio evangelico, che solo Giovanni ci riporta. c'è una festa di nozze a Cana, un paesino della Galilea ai confini della terra d'Israele. Di Maria, la madre di Gesù, semplicemente si dice che c'era, per conoscenza o per parentela. Di Gesù, invece, si annota che “fu invitato alle nozze con i Suoi discepoli”.Dunque, Gesù che stava per iniziare il Suo ministero di annuncio dell'amore di Dio (“Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio unigenito”, Gv 3,6), trova nelle nozze di due giovani sposi la situazione propizia. Per sé risulta che avesse accettato un invito. Nessuna intenzione previa, nessuna strategia dichiarata. Come se Gesù Si trovasse nell'occasione migliore semplicemente percorrendo la Sua strada, di pellegrino della Parola, di obbediente Figlio di Dio che cominciava a percorrere le nostre strade “facendo dappertutto del bene” At 10,38). Dopo che, in occasione del Battesimo al Giordano, il Padre L'aveva proclamato Suo Prediletto e lo Spirito l'aveva pienamente abitato. Gesù attraversa le nostre vicende umane e i nostri affetti, riconoscendone la bontà. Occasione unica e singolare nella quale l'amore di Dio continuamente si manifesta. Per questo c'è gioia, c'è festa: “vi fu una festa di nozze”. Come un amore che avvia, rendendo eleganti e armoniosi i corpi che s'intrecciano nella danza, mentre un vino sempre più buono allieta il cuore dei presenti, facendoli cantare in esultanza.

Maria che affretta l6'ora di Gesù
Che Gesù, Figlio di Dio, Si sia immesso senza calcoli o strategie nel fluire ordinario delle nostre vicende, come quella di questo amore matrimoniale, lo attesta la discussione che si ritrova a fare con Sua Madre. Maria s'era accorta, infatti, con l'occhio attento e vigile della donna di casa, ch'era venuto a mancare il vino, decisivo a sostenere e vitalizzare la festa dell'amore di un uomo ed una donna. Così ricorrere a Suo figlio, ponendo con discrezione e chiarezza i termini del problema: “Non hanno vino”. Ben oltre una semplice constatazione, era piuttosto un invito esplicito a risolvere la criticità della situazione. Gesù non Si nega, ma ne fa una questione di tempo, infatti: “non è ancora giunta la mia ora”. Di questo si tratta. Anche in quel momento, in quella situazione. Come far si che quelle nozze diventino il primo segno evangelico dell'Ora suprema della Sua consegna d'amore? Sua Madre che in questo semplicemente L'aiuta, L'accompagna. Lei che alle parole dell'angelo semplicemente aveva detto si: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Lc 1,38). Così che a partire da lei la volontà d'amore di Dio iniziasse tra gli uomini. Così procede risoluta. Come volesse facilitare, da madre premurosa, la strada di Suo Figlio, dicendo ai servi: “qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Parole cariche di concretezza e di un affidamento incrollabile e forte. Sicura che Suo Figlio non avrebbe potuto che agire così, segnando per sempre nell'amore di un uomo e di una donna la rivelazione suprema dell'amore stesso di Dio.

Il sacramento della trasformazione
Gesù, dunque, Si mette all'opera, attuando una vera e propria trasformazione. “Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta e centoventi litri. E Gesù disse loro: ‘Riempite d'acqua le anfore'; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: ‘Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto'”. Il fatto che sta sotto gli occhi dei servi e di Maria è che più di seicento litri di acqua diventano vino squisito. Dove il miracolo, in segno prodigioso sta proprio in questo: nel fatto che là dove Gesù Si rende presente inevitabile diventa la trasformazione; là dove l'amore di Dio è evidente, tutto ne viene contagiato e trasformato. Come dovessimo imparare a intravvedere in questo incontro tra l'Ora dell'amore supremo di Dio e i nostri amori e innamoramenti oltre al sacrificio che di sua natura comporta il dono, anche una gioia profonda e incontenibile, contagiosa. A chi crede è affidato l'impegno di custodire la possibilità di questo sacramento, proclamando senza fine che l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori (Rm 5,5). Come del resto afferma il maestro di tavola del racconto: ‘tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”. Importa mantenere questo livello della trasformazione che Gesù ha cominciato ad operare tra noi. A tutti i credenti è dato il compito di custodire alta la qualità affidabile del vino del Vangelo, evitando pericolosi e inutili annacquamenti.

 

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