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TESTO Dio si fida del mio "nulla"

don Mario Simula  

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (19/01/2020)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Dio si fida di noi con un coraggio e con un amore che non avremmo mai immaginato. Celo dice esplicitamente: “Mio servo tu sei. A te manifesterò la mia gloria”. In queste poche parole è racchiusa la chiamata sublime, imprevista, immeritata proposta a tutti noi. Una chiamata che ha origini dal primo momento nel quale Dio ha plasmato la nostra vita nel seno materno. Da quel momento voleva mandarci ad ogni persona che avremmo incontrato, perché venisse ricondotta al suo amore. Da allora Dio sarebbe stato ed è sempre la nostra forza. Noi dovevamo diventare luce delle nazioni per portare il Vangelo, dovunque, ininterrottamente, a qualsiasi costo, con una urgenza interiore insopprimibile.
Se ci pensiamo, la chiamata di Dio è così speciale e immensa per noi, che non possiamo dare una risposta piccola, mediocre, incerta. La nostra risposta è rischiosa, ma è carica di gioia e di entusiasmo.
Cosa aspettiamo? “Io vengo, Signore, per fare la Tua volontà. Tu vuoi la mia vita perché io la doni. Ecco, io vengo. Deciso a non tenere chiuse le labbra. Vengo per cantare e annunciare il Tuo Vangelo”.
Dovremmo desiderare di essere, per un attimo, dentro il cuore di Paolo che si sente chiamato ad essere l'Apostolo di Cristo Gesù. Mandato a coloro che sono santi per vocazione.
Tutti noi che, nella comunità cristiana, abbiamo aderito all'amore di Cristo, siamo chiamati ad essere annunciatori felici, coraggiosi, instancabili, decisi del Suo Vangelo d'amore, di gioia e di salvezza.
Giovanni il Battista, amico del Signore, tagliato dalla nuda roccia del deserto, sa di non essere il Cristo. Sa di non essere Gesù, e lo annuncia come Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
Una volta che ne ha scoperto l'identità al fiume Giordano, lo testimonia. Testimonia ciò che ha visto. Racconta la sua vita come la vita di colui che Cristo ha definitivamente trasformato.
Noi abbiamo succhiato la grazia del battesimo come il latte materno. Adesso siamo mandati a narrare la nostra avventura di fede, dopo averla ravvivata ogni giorno con la grazia dello Spirito. Tutta la nostra vita deve proclamare il lieto annunzio di Gesù morto e risorto.
L'unico tormento doloroso del nostro cuore è verificare, in molti casi, che la nostra vita non rivela il Vangelo. Il nostro volto triste lo occulta. La nostra testimonianza insignificante lo rende invisibile.
E' veramente straordinario iniziare questo Tempo Ordinario della Liturgia avendo accanto Gesù che, nella ferialità, cesella il nostro cuore, lo affina nei dettagli, gli affida il compito di rendere presente la sua persona ogni giorno, in ogni attività, con ogni persona, senza prevaricazioni. Con quella discrezione delicata e affettuosa che rende credibile la bella notizia che annunciamo.
Il Popolo di Dio al quale apparteniamo e col quale siamo in cammino, soffrendo ogni giorno, può ogni giorno godere della compagnia del Vangelo, della compagnia di Gesù, della compagnia di Dio, il Padre.
Tutti insieme un popolo di chiamati fin da quando le mani di Dio hanno iniziato a costruirci nel grembo di nostra madre.
Da allora Dio, sempre, instancabile, paziente, amoroso, come un padre e una madre, rinnova la nostra vita perché sia visibile nella sua bellezza, in certi casi ferita, agli occhi di tutti. Anche di coloro che non vedono o hanno abbandonato Dio, eppure lo cercano, quotidianamente e senza saperlo, con un desiderio profondo e inspiegabile.

Gesù, io appartengo alle Tue mani.
Mi hai costruito, anche se ci penso poco, su misura, perché fossi pronto a rispondere alla Tua chiamata.
Gesù, io sono un miracolo della Tua premura.
Gesù, io sono il frutto di un Tuo investimento a fondo perduto. Quando mi formavi nel seno di mia madre, Tu pensavi al giorno in cui mi avresti detto: “Vieni e vedi”. Ed io, con l'incoscienza della mia giovinezza, ti ho detto: “Ecco io vengo!”.
Gesù, oggi, mi trovo dentro la Tua avventura, non da solitario, ma assieme a Te, assieme a tanti fratelli che magari sono passati per la stessa strada. Ognuno a modo suo.
“Ecco, io vengo!”. Senza riserve, anche se sbaglio. Anche se in alcuni giorni sono incerto. Anche se devo registrare fallimenti e insuccessi.
Gesù, ciò che non deve mai mancare a me, tuo amico, è la limpidezza del volto, la luminosità degli occhi, la trasparenza delle scelte convinte, la credibilità di una vita donata per sempre e mai richiesta indietro per calcolo o per paura.
Gesù, metti nel mio cuore il fuoco irresistibile dell'amore.
Gesù, suscita nel mio cuore la tempesta dell'inquietudine.
Gesù, accendi nel mio cuore la Luce di una fiducia, a tutta prova, nella Tua bella notizia. La Luce della fiducia verso di Te.
Tu, Gesù, mi hai chiamato. Io so di chi mi fido.
Gesù Tu mi hai chiamato. Io non mi sono mai pentito di averti risposto.
Gesù, Tu mi hai chiamato. Io mi fido talmente della Tua chiamata, che nessuna infedeltà mi fa tornare indietro.
Con Te comprendo che il mio sguardo è sempre verso gli orizzonti degli uomini. I pochi che incontro sono tutti quelli che mi affidi. Non pretendo di salvarli, questo è Tuo compito. Ogni giorno, però, muoio dal desiderio di portare il Tuo Vangelo a ciascuno di essi.
Gesù, dimmi: chi sono io da avermi, Tu e proprio Tu, guardato con tanta fiducia? Lo sapevi che sono fragile e debole.
Perché, allora, mi hai guardato con tanta fiducia?
Gesù, forse capisco: la tua fiducia è l'olio che ogni giorno mi guarisce e mi conforta nel cammino con la sua dolce tenerezza.
Don Mario Simula

 

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