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TESTO Commento su Luca 21,20-28

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (27/11/2003)

Vangelo: Lc 21,20-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

Come vivere questa Parola?

Il vangelo odierno descrive a tinte piuttosto forti la caduta di Gerusalemme e ciò che accadrà alla fine dei tempi. Parla di angoscia, di paura. Eppure la sua conclusione è tutt'altro che tragica. È un grido di vittoria! Il trionfante ritorno di Cristo illumina questa pagina e fa fiorire sulle labbra la supplica con cui si chiude l'Apocalisse: "Vieni, Signore Gesù!". Sì, per il cristiano non esistono ore così buie che non siano illuminate da un raggio di speranza. Quella speranza che fluisce spontanea dalla fede e quindi è gioiosa certezza. Gesù non ha promesso di liberarci da tutte le prove, non ha abolito la sofferenza né la stessa morte. Anche il cristiano ne fa l'esperienza e non cerca spiegazioni più o meno intellettualistiche. Ne accetta il profondo mistero nella rasserenante persuasione che siamo nelle mani di un Padre. Se Egli ha permesso che ne facessimo l'esperienza vuol dire che hanno un senso. Non è dal morire del seme che nasce la spiga rigogliosa? Dal travaglio del parto la gioia di una nuova vita? E chi di noi non ha sperimentato che proprio la dura scuola del dolore ha affinato la sensibilità, la capacità di comprendere e di amare? E comunque il mistero del dolore trova una sua risposta in quel vessillo di vittoria che è la croce di Cristo: in quelle braccia spalancate ad accogliere in un grande amplesso tutto il dolore del mondo, in quel costato aperto da cui sgorga un rivolo di speranza. Il mio dolore non mi appartiene più: Lui lo ha assunto. Non rappresenta più uno scandalo: Lui gli ha dato un senso. Grazie a Lui il volto del dolore si è trasfigurato nel volto dell'Amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeterò lentamente, sentendole dirette a me, le parole con cui si conclude il vangelo di oggi: Alzati e leva il capo, perché la tua liberazione è vicina. Lascerò che questa certezza illumini le mie ore di prova.

Dio d'infinita tenerezza, Dio, il cui nome è "Padre", non ti domando il perché del dolore che spesso attanaglia me e i miei fratelli. Semplicemente credo nel tuo amore e con questa certezza alimento la mia speranza.

La voce di un grande Dottore della Chiesa

Aumentano nel mondo le tribolazioni, il male si diffonde, ogni malvagità è al suo colmo: ma Gesù viene. Perché allora vi spaventate, o cristiani? Cristo dice: Sono io, non temete (Gv 6,20). Di che cosa vi spaventate? Di che cosa avete paura? Io - dice il Signore - ho predetto tutto questo, e io lo compio, perché è necessario che sia compiuto.
S. Agostino

 

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