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TESTO Commento su Luca 21,5-11

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (25/11/2003)

Vangelo: Lc 21,5-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre.

Come vivere questa Parola?

Nella prima lettura di oggi si parla di una statua imponente che si erge maestosa, incutendo un senso di timore. Il suo capo è d'oro, il petto d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro. Qualcosa di splendido e poderoso. Ma a ben guardarla si scorge in essa un insospettato punto di fragilità: i piedi sono frammisti a creta. È l'immagine dei vari imperi che si susseguono nel tempo. E non solo imperi politici. Oggi potremmo parlare di tecnologia avanzata, di progresso che si afferma su ogni fronte, piegando la stessa natura ai capricci dell'uomo. In fondo è lui il vero protagonista: l'uomo che si erge orgoglioso dei propri successi, dimentico che il tutto si sostiene sulla fragilità della creta... Ma ecco che i simboli del potere crollano fragorosamente, la natura si rivolta contro gli abusi dell'uomo ed egli si ritrova a confrontarsi con la propria impotenza. "Cielo e terra passeranno – aveva detto Gesù – ma le mie parole non passeranno". E la storia di ieri e di oggi lo documenta. Quanti gloriosi imperi si sono susseguiti nelle varie epoche. Oggi di essi che cosa resta? E di noi, della nostra era che cosa resterà? Eppure, se avessimo occhi per vedere, ci accorgeremmo dei timidi germogli che già fremono sull'annoso albero della storia. Sì, Dio non manca all'appuntamento, Dio mantiene le sue promesse. Quel Regno che non sarà mai distrutto è già in mezzo a noi. Lo ha detto Gesù, e possiamo scorgerne i segni intorno a noi. Hanno il nome il volto dei nuovi "poveri di Jahwéh" che silenziosamente operano perché la pace la giustizia l'amore trionfino nel nome di Colui che è il Signore della storia e del tempo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, rileggerò la mia vita e gli eventi della nostra storia alla luce di questa parola. Quali sono gli "imperi" che cercano di soggiogarmi, proponendosi come qualcosa di imperituro? Quale il loro punto debole? Volgo poi la mia attenzione sui segni del "Regno" che viene, con il desiderio di inserirmi anch'io in quest'alveo fecondo, dando il mio piccolo contributo.

Tu solo, Signore, sei il Re della storia, il solo che rimane in eterno. A te, che redimi anche questo nostro tempo con le sue assurde e inquietanti contraddizioni, elevo le mie mani e il mio rendimento di grazie, anche a nome dei miei fratelli.

La voce di un contemporaneo

Gesù è la pace: è risorto, ha sconfitto definitivamente gli intrighi che travestono di giustizia le ingiustizie più crudeli, ha spezzato per sempre la catena che tiene l'uomo legato alla protervia e alla tirannia dei potenti. Gesù è l'inizio di un mondo nuovo, è l'inizio e la sorgente perenne di un'umanità redenta, ricondotta alla sua verità originaria.
Giorgio Basadonna

 

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