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TESTO La Vergine concepirà e darà alla luce l'atteso Messia

padre Antonio Rungi

IV Domenica di Avvento (Anno A) (22/12/2019)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Questa ultima domenica di Avvento, la quarta della serie, ci prepara immediatamente al Natale 2019.
Già la prima lettura, tratta dal profeta Isaia ci immette in questo clima di attesa prossima e trasformante “il Signore stesso darà un segno a tutto il popolo, impaziente di conoscere il Messia. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». Il Natale di Cristo è la nascita tra noi uomini del Figlio di Dio per la disponibilità di una vergine, nel cui grembo verginale lo Spirito Santo opererà per il grande miracolo della vita. Nel Salmo responsoriale cantiamo “Ecco, viene il Signore, re della gloria” e con giubilo del cuore proclamiamo che “del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l'ha fondato sui mari e sui fiumi l'ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe”.

Nella seconda lettura, san Paolo Apostolo, scrivendo ai cristiani di Roma, riporta la sua esperienza di apostolo chiamato da Dio ad annunciare il Vangelo di Dio - che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore. Nella missione di Cristo tra gli uomini, a partire dall'incarnazione fino alla Pasqua, “abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome”. Il Natale è questo annuncio di salvezza e redenzione di tutti, per opera di quel Dio che si è fatto bambino per amore ed ha assunto su di sé la natura umana.

Completa la lezione prenatalizia sull'attesa del Messia il testo del Vangelo al cui centro ci sono tre personaggi biblici: Giuseppe, l'angelo e Maria. Non c'è un personaggio che predomina in questo racconto. Tutti sono sollo stesso piano, in quanti sono inviati da Dio a portare ed accogliere il lieto annuncio della nascita del messia. Maria con il suo si definitivo, Giuseppe con i suoi dubbi e le sue incertezze, l'arcangelo Gabriele con le sue capacità di dialogare e di convincere i diretti interessati ad entrare nel grande mistero della nascita del Salvatore. E tutti e tre, in modo diverso, con funzioni e missioni specifiche si preparano ad accogliere il Messia.
Dopo il superamento del dubbio di Giuseppe se rinnegare la promessa sposa ed esporla al rischio della lapidazione, perché in attesa di un Figlio al di fuori della promessa del matrimonio, si va dritto verso la nascita Gesù Bambino, dopo i nove mesi di attesa e di sviluppo naturale, concepito nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo.
Quei nove mesi diventa oggi per noi appena tre giorni di intensa spiritualità che vogliamo vivere, avendo davanti a noi la generosità e la disponibilità del padre putativo di Gesù, che è il caro San Giuseppe, grande protagonista in questa venuta del messia; vogliamo essere come l'angelo Gabriele e portare a tutti l'annuncio della nascita dei Salvatore e Redentore nel nostro cuore e nel mondo. Vogliamo, soprattutto come Maria, purificare la nostra mente e la nostra vita da tutto ciò che contrasta la nascita in noi del germe del bene, vivendo nelle condizioni di chi prepara il Natale solo esteriormente e non si lascia toccare, nel cuore e nella mente, dalla venuta del Figlio di Dio in mezzo alla sua gente. E allora Non è possibile fare un buon Natale anche quest'anno 2019 se non ci apriamo ad accogliere il protagonista assoluto di ogni Natale cristiano, che è appunto Gesù Bambino.

Mancano tre giorni da un punto di vista temporale e liturgico ma noi già siamo immersi nella vera celebrazione di questo Natale che sta per venire, anzi è già venuto, perché è Natale ogni giorno, quando accogliamo Gesù nel nostro povero e stanco cuore, bisognoso solo delle carezze e della tenerezza di Dio.

 

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