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TESTO Commento su Matteo 15,21-28

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XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (14/08/2005)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 15,21-28

In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

1 - Contesto storico-geografico:

giugno del 29 d.C., II anno della vita pubblica (P. Vanetti S.J.);
Perché Gesu' si dirige verso le parti di Tiro e Sidone?

La moltiplicazione dei pani e il discorso del pane di vita avevano segnato una svolta nella vita pubblica di Gesù. Il popolo si era raffreddato nel suo entusiasmo per lui. Alcuni discepoli avevano abbandonato Gesù che mostrava di voler un messianismo diverso da quello da essi immaginato. Gesù d'ora innanzi, nella seconda parte del ministero di Galilea, si dedica maggiormente alla formazione degli apostoli. Per questo e per sfuggire le insidie degli avversari intraprende alcuni viaggi fuori della Galilea. (P. Vanetti S.J.)

Gesù anticipa la vita della Chiesa primitiva: (Atti 13,46-47) Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: "Io ti ho posto come luce per le genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra". (S. Tommaso)

2 - Articolazione letteraria della pericope

L'intreccio è principalmente di risoluzione (passaggio dalla infelicità alla felicità): il problema è la vessazione della figlia della donna, complicato dalla dichiarazione di un originario progetto di Gesù, che dichiara di non essere stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele. Che cosa può costituire l'occasione per rivelare l'autentica portata del progetto di Cristo e l'universalità virtualmente contenuta in esso? La soluzione è data dalla "fede" della donna; fanno al caso nostro le parole di San Paolo: "figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede" (Gal 3,7) e "non tutti i discendenti di Israele sono Israele" (Rom 9,6). La fede fa sì che la donna sia anch'essa "della casa di Israele", ormai però non più "pecora perduta", ma ritrovata.

3 - Considerazioni

1) la richiesta della donna: con fede e umiltà (appariranno chiaramente dopo)
2) il primo silenzio di Gesù nei suoi confronti:

a) per poter spiegare come il futuro miracolo non sarebbe stato contraddittorio con le indicazioni date in precedenza (Mt 10,5-6): "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele". Chiunque ha fede è una pecora della casa d'Israele.

b) perché crescesse la devozione della donna: a volte Gesù tarda ad esaudirci perché ci leghiamo di più a lui: (Sal 49,13) "...l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono".
3) la fede della donna, che riconosce la divinità di Gesù:

Mt 15,25: Ma quella venne e si prostrò (adorazione) dinanzi a lui dicendo: "Signore (titolo divino), aiutami!".

4) l'umiltà della donna che non contraddice Gesù quando le dice che "non si può dare ai cani il cibo dei figli", ma ammette la sua condizione di peccatrice. Nota come passa da "cani" a "cagnolini", quasi dichiarando che ciò che è oggettivamente degno di disprezzo (i cani) per Gesù è oggetto di compassione (cagnolini): Il "cane" può essere cacciato e disprezzato, ma un "cagnolino" richiama tenerezza. E la donna, benché respinta, crede di non poter essere disprezzata da Gesù, ma intuisce i sentimenti di tenerezza e misericordia pur non ancora appieno rivelati.

Raccomandiamoci alla Madonna, che ci ottenga un fede simile a quella della Cananea: "E' da notare la grande fede della donna cananea: crede nella divinità di Gesù, quando lo chiama "Signore", nella sua umanità quando lo chiama "Figlio di David". Non chiede nulla presumendone il merito, ma si aggrappa alla sola misericordia di Dio quando dice "Abbi pietà di me" (Glossa).

 

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