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TESTO Signoria a vantaggio dell'uomo

padre Gian Franco Scarpitta  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (24/11/2019)

Vangelo: Lc 23,35-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Il Cristo di cui si celebra l'Avvento e il mistero dell'incarnazione all'inizio di ogni Anno Liturgico, del quale si esalta la Resurrezione in seguito all'immolazione e alla morte di croce e del quale si segue la pedagogia dei miracoli, delle guarigioni e degli insegnamenti nel corso dello stesso Anno, già nel mistero della Trasfigurazione viene identificato come il Dio di gloria dalle vesti candide. Emerge in questo episodio, come in diversi altri, il Cristo Vero Dio e Vero Uomo, Dio che nella seconda Persona della Trinità assume la nostra carne divenendo in tutto simile a noi fuorché nel peccato, ma che non per questo smentisce la sua gloria e magnificenza. La medesima idea di divinità suggerisce che lui sia anche Re e Signore della vita, del cosmo e della storia perché Creatore di tutte le cose che dalla sua Provvidenza vengono mantenute in essere.

Essendo Dio eterno e preesistente con il Padre e lo Spirito Santo (Gv 1, 1 - 14; Gv 17, 5; 1Gv 5, 20 - 22) Cristo è anche il Padrone assoluto del cosmo, Signore e Dominatore universale. Ecco che allora, all'epilogo di ogni Anno Liturgico, ci si trova a celebrare questa Solennità liturgica che lo esalta con questi appellativi: Cristo, Signore e Verbo di Dio è il Re dell'Universo e tale va riconosciuto ed esaltato dall'intera creazione soprattutto dall'uomo redento.

Il Cristo di cui si parla durante l'intero Anno ricco di culti, riti e celebrazioni che ne esaltano il mistero, è pur sempre in Sovrano dell'intero sistema universale che da lui proviene, a lui converge e di cui egli stesso è il centro. In relazione a Cristo va guardato l'universo intero e ciascuna delle sue componenti, perché ogni cosa in Cristo assume senso e rilevanza e tutto vive in armonia grazie al suo essere unico Mediatore universale. Assai nota è l'espressione di San Paolo ai Colossesi a tal proposito: “Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui (Col 1, 12 - 17). Essa ci delinea la figura di Colui (il Verbo) che era sin dall'eternità con il Padre, a Lui associato come Dio preesistente e per mezzo del quale il Padre ha posto in essere tutte le cose che sottostanno a lui e che a lui convergono come ad un fulcro centrale. Egli oltre che il Principio è anche il fine ultimo di tutte le cose (Ap 21, 6), perché tutto il cosmo avendo avuto origine da lui, trova in lui il suo obiettivo finale.

A rendere palese e definitivo il primato di Cristo su tutte le cose è particolarmente l'elemento della Resurrezione, che rende Cristo Signore, ma tale regalità viene espressa come indubbia ancor prima della Pasqua, attraverso le suddette opere di amore e di umiliazione con cui Cristo ha spogliato se stesso, facendosi obbediente fino alla morte per essere poi “esaltato con un nome ad sopra di ogni altro nome, perché ogni ginocchio davanti a lui si pieghi e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore”(Fil 2, 1 - 10).

A tutto il creato non resta che riconoscere questa sovranità che Cristo esercita sottomettendosi a lui ed esaltando la sua signoria universale, ma anche confidando nella sua centralità come motivo di salvezza e di redenzione. La creazione geme e “aspetta di essere liberata dalla caducità e dalla corruzione per entrare nella libertà e nella gloria dei figli di Dio”(Rm 8, 19. 21) il che vuol dire che essa aspetta il compimento della gloria finale quando la corruzione e la sofferenza avranno fine al momento del Giudizio e al momento soccombe alle brutture e alle empietà. Un giorno il Figlio di Dio porterà il cosmo allo stato di liberazione definitiva e la natura, ivi compreso l'uomo gioirà nella misura in cui ha sofferto al presente, come una donna che vive le doglie del parto in attesa della gioia del nascituro. Cristo Verbo di Dio, Signore della storia, condurrà tutta la creazione alla gloria finale, tuttavia anche adesso essa può sperare in lui e trovare la caparra di questo compimento finale. Essendo Cristo al centro di tutta la creazione, ogni elemento di essa infatti acquista il suo senso e la sua ragion d'essere e può avvalersi della sua protezione e del suo sostegno.

Possiamo allora considerare la figura di Cristo re dell'Universo in rapporto alla creazione anche nella sua condizione attuale di estrema emergenza a causa dell'innalzamento della temperatura globale, l'aumento di anidride carbonica nell'aria, la dilatazione del buco dell'ozono, lo scioglimento repentino dei ghiacci, l'aumento delle alluvioni e dei nubifragi e la turbativa sempre crescente del nostro ecosistema nel quale potrebbero subentrare in un futuro assai prossimo condizioni di invivibilità irreversibili.

Tutto questo imputabile per la maggior parte all'incuria e all'irresponsabilità delle attività umane che in nome di un presunto progresso e complice la volontà di prevaricare e di affermare se stessa tende ad annientare Cristo non accorgendosi che in realtà elimina l'uomo medesimo con le stesse armi con cui offende. Il Re dell'Universo viene costantemente minacciato da chi vuole a lui sostituirsi, ma questo con conseguenze dannose per la sua stessa vita. Esse richiamano piuttosto a un ravvedimento e a una presa di coscienza che è dovere di ciascuno salvaguardare la creazione intera senza togliere nulla alle competenze del Creatore nonché Redentore del mondo. Papa Francesco osserva che qualsiasi impostazione adeguata di ecologia non può che essere preceduta da una seria base culturale e antropologica che tenda a arginare l'attività dell'uomo pur riconoscendo a questi la debita posizione di superiorità fra tutte le creature. Occorre cioè non smentire l'inventiva dell'uomo e non demotivarla, ma allo stesso tempo scongiurare il pericolo che essa soppianti se stessa e l'intero sistema in cui vive.

Cristo Re dell'Universo apporta la soluzione più congeniale poiché il primato di Cristo sul cosmo nulla omette alla posizione legittima dell'uomo e allo stesso tempo l'appello all'umiltà e al buon senso costituiscono un richiamo alla salvaguardia della stessa dignità umana. Che nell'universo identifica se stessa in rapporto allo stesso Signore. Salvaguardare il creato rispettando in esso la presenza di Colui che tutto ha posto in essere è sempre a vantaggio dell'uomo e altrettanto vantaggioso per l'uomo è affermare se stesso riconoscendo il primato di Dio e del suo Verbo, che a lui ha dato fiducia incondizionata.

 

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