PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Luca 19,1-10

Omelie.org - autori vari  

Omelie.org - autori vari è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (03/11/2019)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di padre Gianmarco Paris

Guardati dal basso

Vivere è vedere persone, incrociare sguardi, attraverso cui il nostro cuore entra in comunicazione con gli altri. La prima cosa che guardiamo in una persona sono gli occhi. Gli occhi delle persone che ci amano e che amiamo ci parlano, anche da una fotografia. Quando non vogliamo che gli altri ci guardino “dentro”, abbassiamo lo sguardo. Quando non sappiamo gioire del bene che gli altri sono e fanno diventiamo in-vidiosi, cioè incapaci di guardare l'altro, cioè di riconoscerlo come un dono per noi. La pagina del Vangelo di oggi racconta di un gioco di sguardi, sguardi umani e divini, sguardi che cercano e che si lasciano trovare.

Il racconto mette al centro della scena da una parte Zaccheo, il capo dei pubblicani, con il suo desiderio di “vedere chi fosse Gesù”, e dall'altra Gesù che, mentre sta attraversando la città di Gerico, di ferma e “alza lo sguardo” verso di lui. Gerico è un'oasi situata nella valle desertica del Giordano, l'ultima tappa delle carovane di pellegrini diretti a Gerusalemme. Zaccheo aveva sentito parlare di lui e ciò aveva fatto nascere in lui un certo interesse e forse anche qualche domanda. Quel giorno, sentendo dire che passava Gesù, si alza dal tavolo dove riscuoteva le tasse: vuole vedere Gesù, che faccia ha, che tipo è, che effetto gli fa. Di fronte alla folla che ostacola il suo obiettivo trova una soluzione: sale su un albero per vedere Gesù da sopra.

Quando Gesù arriva dove egli si trova succede qualcosa che Zaccheo non poteva neppure lontanamente immaginare: Gesù si ferma e cerca un contatto diretto con lui. Colui che voleva vedere da esterno, senza coinvolgersi in un rapporto diretto (se avesse chiesto permesso certamente la folla lo avrebbe fatto passare), Gesù lo guarda, lo chiama per nome, lo esorta a scendere in fretta e si invita a casa sua. Queste parole di Gesù esprimono l'intenzione chiara di entrare in rapporto a Zaccheo. Cosa avrà suscitato in Zaccheo lo sguardo e la parola di Gesù? Il racconto ci parla solo di quello che fa: si affretta a scendere e accetta con gioia di accogliere Gesù in casa sua. Quale trasformazione! Zaccheo si sente accolto e ben voluto da Gesù, e nient'altro gli importa. Neppure i commenti che subito si diffondono per la città: il maestro è entrato nella casa di un peccatore (perché così erano considerati quelli che riscuotevano le tasse per incarico dei Romani).

A che punto arriva la trasformazione di Zaccheo lo percepiamo da quello che dice a Gesù: promette di dare metà di quello che ha a chi è nel bisogno e di restituire quattro volte quello che ha sottratto ingiustamente. La conclusione è lasciata a Gesù e riguarda non solo i personaggi della scena ma anche quelli che ascoltano il Vangelo: la salvezza è entrata nella casa di Zaccheo, che pur appartenendo al popolo dell'alleanza non aveva ancora risposto personalmente a Dio con la sua vita. Guardato dal basso, si è sentito amato da Gesù e ha risposto all'alleanza di Dio. La storia di Zaccheo offre a Gesù la possibilità di riassume in una frase tutta la sua missione: cercare e salvare ciò che era perduto.

È per questo che Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo. Come “era necessario” che Gesù entrasse nella casa di Zaccheo, così “è necessario” che Gesù continui il suo viaggio fino a Gerusalemme e là sia rifiutato dagli uomini, sia messo a morte e risusciti. Andando incontro ai peccatori Gesù comincia ad essere rifiutato (come sentiamo dal commento della folla); la fedeltà a questo cammino lo porterà fin sul calvario, dove non solo si avvicinerà ai peccatori, ma sarà considerato uno di loro e per questo ucciso. Così apparentemente lontano da Dio Gesù doveva arrivare, per rivelare quanto Dio si fa vicino e perdona e peccatori!

La risposta di Zaccheo conferma Gesù nel suo cammino di obbedienza al Padre. Ha proprio regione il Padre nell'inviare il Figlio verso chi è lontano, perché dietro l'arroganza, l'egoismo e la prepotenza del peccatore c'è una persona ferita e non amata, che attende lo sguardo di Gesù e la sua parola: vengo a casa tua! Gesù condivide così tanto questo modo di essere e sentire di suo Padre che fino alla fine resterà fedele al suo cammino incontro ai peccatori.

L'oggi di Gesù nella casa di Zaccheo è anche, attraverso la liturgia, l'oggi della nostra vita. Oggi Gesù si fa vicino a noi, ci guarda dal basso, ci chiama per nome, sente necessario autoinvitarsi a casa nostra. E noi? Restiamo sull'albero, o come Zaccheo scendiamo in fretta e con gioia accogliamo Gesù? La nostra vita di cristiani potrebbe assomigliare un po' a quella di Zaccheo: forse anche noi preferiamo vedere chi è Gesù senza lasciarci vedere da lui, per paura che l'incontro ci coinvolga e ci spinga a cambiare! Perché cambiare sul serio costa...

Coraggio, non abbiamo paura: lo sguardo di Gesù non ci rimprovera nulla, non ci vuole caricare di altri pesi. Al contrario, ci fa sentire amati, cercati, capiti... e - senza chiederci nulla - ci invita a cambiare, non per fare gli eroi della carità, ma per essere giusti con gli altri, per essere misericordiosi, per diventare anche noi capaci di guardare gli altri negli occhi, con amore, con dolcezza, la stessa con la quale ci sentiamo guardati da lui.

 

Ricerca avanzata  (54156 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: