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TESTO Commento su Giovanni 10,22-30

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Martedì della IV settimana di Pasqua (13/05/2003)

Vangelo: Gv 10,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

"Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà mai dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio".

Come vivere questa Parola?

In poche righe incontriamo per ben due volte l'immagine della mano: quella di Gesù e quella del Padre. È un'immagine suggestiva e pregnante. In se stessa la mano nella persona umana, è qualcosa di estremamente espressivo oltre che duttile e prensile. Con la mano afferro le cose, con la mano proteggo, custodisco e perfino riscaldo. Con la mano gesticolo e quindi mi esprimo in un linguaggio a volte più immediatamente espressivo di quello verbale. Do la mia mano nel saluto. Stringo la mano e m'impegno a un patto, a una promessa. Alzo la mano, in gesto di benedizione. Nella mano quel che fluisce dal cuore e dalla mente si esprime con calore di tenerezza. Basti pensare alla mano di una mamma che accarezza il suo bambino e lo consola nel facile pianto, alla mano che si tende a stringere quella di un malato grave o addirittura di un morente. Sì, quello che ormai è impossibile venga percepito con l'orecchio, ecco la mano dall'altra mano lo coglie; ed è vera comunicazione di amore. Così ci è più facile afferrare l'intensità e la profondità di quel dire, da parte di Gesù, che né dalla sua mano né da quella del Padre nessuno potrà mai essere rapito, se crede in Lui. E andiamo anche in profondità a quella sua espressione nell'ultimo momento sulla croce: "Padre, nelle tue mani affido il mio spirito". Davvero credere è per percepirsi amati protetti assolutamente difesi dal male, da parte del Padre. E ancora una volta la modalità è la forza del mistero pasquale che ci strappa a ogni causa di perdizione.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di percepire questa potente forza d'amore, di protezione, di tenerezza in cui sta sicura la mia vita. E verbalizzo:

Padre, attirami a Gesù, fammi vivere il suo mistero di morte e risurrezione perché anche nei momenti di dolore, di dubbio, d'incertezza circa il mio domani e quello di quanti mi affidi, io resti saldo e sereno, io mi abbandoni alle tue mani, o mia SALVEZZA.

La voce di una santa con fondatrice

Pensate sempre che siete capaci a fare niente e quello che vi sembra di sapere è la mano di Dio che lavora in voi. Non avvilitevi mai quando vi vedete piene di difetti, ma con confidenza ricorrete a Gesù e a Maria e umiliatevi senza scoraggiamento e poi, con coraggio, senza paura andate avanti.
S. Maria Domenica Mazzarello

 

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