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TESTO Commento su Lc 17,11-19

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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (13/10/2019)

Vangelo: Lc 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,11-19

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!».
Lc 17,11-19

Come vivere questa Parola?
Quella che viene tradizionalmente chiamata “composizione di luogo” può aiutarci ad entrare nel vivo di questo vangelo: immaginiamo che grande shock emotivo che deve aver procurato l'entrata in scena, davanti a Gesù, di questi poveri malati, rosi da una malattia terribile e inguaribile! Deve essere stata una vista orripilante! La fantasia ci può dunque essere di sostegno: figuriamoci la scena, lasciamo entrare in gioco la nostra sensibilità! Il vangelo anche attraverso di essa ci guida a comprendere i sentimenti di Gesù. Egli non rimane inorridito dal nostro peccato, a maggior ragione quando il peccato ha i lineamenti deturpati di una colpa divenuta abituale. Si avvicina, ci tocca, ci chiede di non aver paura... Egli ha il potere di guarire i casi che ogni risorsa, abilità e scienza umana accantona fra i più disperati! Soltanto riconoscendo fino in fondo la nostra miseria, avremo lo slancio per tornare da Gesù, per ringraziarlo di tutto quanto ha fatto per noi!

Chiedo al Signore la grazia di avere cognizione del mio peccato, di riconoscerlo, di evidenziarlo, di chiamarlo spietatamente per nome. Avere orrore della propria malattia è la condizione necessaria per invocare il medico carnale e spirituale, e rimuovere ogni rispetto umano nel gridare a Lui il nostro desiderio di essere guariti.

La voce di un Papa
“Quando saprai piangere, soltanto allora sarai capace di fare qualcosa per gli altri con il cuore”
Papa Francesco

Don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it

 

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