PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Matteo 10,40-42

don Walter Magni  

VI domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (06/10/2019)

Vangelo: Mt 10,40-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,40-42

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

La Lettera agli Ebrei ci introduce oggi al tema dell'ospitalità cristiana. Rievocando l'immagine di Abramo che, stando sulla soglia della sua tenda, aveva ospitato tre angeli misteriosi (Gen 18,1-8), l'invito è molto chiaro: “non dimenticate l'ospitalità: alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli”.

Chi è l'ospite?
Chi è l'ospite? Colui che dà ospitalità o chi la riceve? È dato linguistico curioso che, nella sua apparente ambiguità, ci introduce a una lettura interessante, anche da un punto di vista propriamente cristiano, evangelico. La parola ospite deriva dal latino hospes, che aveva già il doppio significato di colui che ospita, cioè l'albergatore e di colui che è ospitato, il forestiero. E questo duplice significato lo si ritrova anche nel termine greco xénos (ospite) ed è paradossalmente sopravvissuto anche in altre lingue ancora oggi parlate: il francese (hôte), il catalano (oste), lo spagnolo (huésped) e il portoghese (hóspede). Immaginiamo, dunque, questi due personaggi che, già definiti e compresi dalla stessa parola, adesso si guardano, stando sulla soglia di una casa, di un albergo. Mentre noi ci domandiamo, forti di questo duplice significato: chi è l'ospite? Chi apre accogliente la porta della sua casa o chi si accinge a entrarci? Entrambi, stando alle nostre tradizioni linguistiche, si fregiano della stessa definizione. E com'è possibile? Riandando agli antichi, potremmo ricordare che quando tra due popoli si instauravano dei rapporti stretti, non solo di convivenza territoriale, ma di collaborazione, di solidarietà, di amicizia, tra i due scattava propriamente l'ospitalità. Declinata da regole precise di attenzione e di servizio, che chiedevano un'attenta osservanza. Al punto che l'ospitalità finiva per essere qualcosa di profondamente sacro, inviolabile. Come se chi ospitava e chi era ospitato compisse in quel momento un'azione altamente spirituale. Come attingesse al cuore stesso di Dio.

Ospitalità difficile
Come anche dicevano i Greci: “l'ospite che bussa alla nostra porta potrebbe essere Zeus, sotto mentite spoglie”. Ed è proprio questa radice spirituale e sacra dell'ospitalità antica e che ancora si nasconde nelle pieghe delle nostre lingue parlate che andrebbe ritrovata e ridetta ai nostri giorni. Guardando a Gesù potremmo ritrovare nei vangeli momenti di inospitalità nei Suoi confronti, così come momenti di grande ospitalità. C'è chi Lo ha accolto con grande gioia nella sua casa e chi invece Lo ha rifiutato. Giungendo ad enunciare, guardando al giorno del giudizio ultimo, una vera e propria beatitudine che non dà scampo e non permette facili scappatoie: “ero straniero e mi avete ospitato” (Mt 25,35). Così il pensiero corre anche per noi alle tante persone - emigranti, profughi e rifugiati - che ai nostri giorni in massa scappano dai loro paesi di origine e bussano alle nostre frontiere. Fuggono per tanti motivi, comunque fuggono e non possiamo ironizzare su questi loro spostamenti. E, nel migliore dei casi, non sapendo come far fronte alla situazione, finiamo per rinviare il tutto a qualche struttura di accoglienza dello stato o alle caritas delle nostre chiese. Resta evidente che la questione sta assumendo proporzioni che il singolo cittadino non sa proprio come fronteggiare. Mentre comunque scandalizza l'analisi superficiale di molti cristiani che, dimenticando il Vangelo, si affidano a soluzioni sbrigative di respingimento. Ove espressioni come “salviamoli a casa loro” non risolvono comunque la situazione drammatica dei migranti più poveri e indifesi.

Sostare davanti al mistero
È arrivato il momento di esprimere un sussulto di Vangelo. Imparando a stare davanti a chi osa farti una domanda, guardandolo in faccia. Accogliendo la verità evidente della sua presenza, inquietante, destabilizzante. Capace di rompere i tuoi schemi di difesa e le tue categorie di appartenenza. Imparare a stare davanti al suo mistero, alla grandezza incalcolabile della sua alterità. Evitando di costruire ragionamenti di cartapesta che non sortiscono alcun vantaggio, che ripetuti poi con insistenza a slogan non sono altro che un insulto all'intelligenza. È stato papa Francesco a ricordare ai cristiani l'importanza di avviare un semplice gesto di attenzione: saper guardare in faccia chi ti sta davanti cercando di incontrare il suo sguardo, riconoscendolo per quello che è, confondendo le tue mani con le sue. Stabilendo un contatto reale, dimostrandogli un affetto sincero, un po' di calore, un gesto d'amore. Non è solo questione di buone maniere, ma l'avvio di uno stile diverso, che nell'altro riconosce una invalicabilità che non si può evitare coprendoti dietro parole retoriche e vuote. Perché proprio in quella voce implorante, in quella mano tesa, in quel volto sporco Gesù Si è identificato: “l'avete fatto a me!”. Ricordate? Come se Lui, stando dietro la nostra porta ci ripetesse ancora: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). J. Danielou, un teologo del secolo scorso, ha scritto che “la civiltà ha fatto un passo decisivo il giorno in cui lo straniero, da nemico (hostis), è divenuto ospite (hospes)”.

 

Ricerca avanzata  (54002 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: