PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Dove nascono i fiori?

don Angelo Casati  

don Angelo Casati è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

V domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (29/09/2019)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Non è facile commentare queste pagine che chiedono un'apertura del cuore. Sono parole - diciamolo - anche scomode e uno dei modi più facili per svigorirne la forza sarebbe interpretare questi detti di Gesù come un modo di dire: si fa per dire. Per poi concludere che, nella realtà del vivere quotidiano, questi sono orizzonti improponibili. E dunque voltare pagina, fare come non avessero casa nei vangeli. Ma poi ti prendono gli occhi queste parole di Gesù che dicono che qui, proprio qui, si gioca la differenza dei suoi discepoli, ciò che li distingue dai peccatori o dai pagani. Altrimenti, si è uguali a loro. Sentite. "Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto".

E allora, se, come dice Gesù, è su questo snodo che si gioca l'essere figli del Padre, suoi discepoli o no, dobbiamo attraversare con cura queste parole. Forse cercando anche di discernere, se ci è possibile, con la luce dello Spirito. Anche per evitare possibili fraintendimenti. Un primo fraintendimento sarebbe pensare che qui Gesù chieda una esecuzione materiale di gesti, per esempio quello di porgere l'altra guancia. Tutti noi conosciamo, dal vangelo di Giovanni, che Gesù, lui per il primo non porse materialmente l'altra guancia quando una delle guardie del sommo sacerdote, giudicando impertinente una sua risposta, gli diede uno schiaffo. Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?" (Gv 18,23).

Posso sbagliarmi, ma questo episodio e le parole di reazione di Gesù sono una chiave intrigante per interpretare il testo che oggi abbiamo letto, che non può essere dunque un invito a una resa passiva di fronte all'ingiustizia. No, Gesù non tace, è libero nella denuncia, non è acquiescente. Ingualcibile nella sua dignità. Che difende. Ma - lasciatemi dire - mite! Non risponde con la violenza: assente ogni brivido di odio nei suoi occhi. Starei per dire che fa pratica della non violenza. Che non è resa al male. Scrive Enzo Bianchi, il fondatore della comunità monastica di Bose: "Gesù non predica rassegnazione, non chiede di lasciare che l'ingiustizia trionfi, ma chiede un atteggiamento creativo, sempre capace di toccare l'aggressore, di fargli ascoltare una domanda che egli non si pone.

In ogni caso, davanti all'ingiustizia patita, occorre non tacere mai, non fuggire, ma intervenire, pur rinunciando sempre all'offesa e alla violenza. Sempre si tratta di "vincere il male con il bene" (cf. Rm 12,21). L'insegnamento di Gesù, il suo esempio, sono, voi mi capite, di una attualità sorprendente Per esempio, il suo comando ad andare oltre il criterio della reciprocità, che è dominante, anche oggi e finisce per restringere l'orizzonte e rattrappire il cuore: "io ti do a condizione che tu mi dia". Un criterio vecchio. Mentre lo stupore accade quando per grazia incontri una donna o un uomo, o addirittura un popolo, che sono l'immagine e lo stupore della gratuità.

Sembrano smentire un vecchio proverbio che voleva convincerci che per niente nemmeno i cani muovono la coda. E che se uno fa qualcosa un secondo fine ce l'ha. Mi incanto a quelli che fanno le cose per la pura gioia di farle. Sono la bellezza del mondo. E Gesù va oltre e paradossalmente arriva ad invitare ad amare i nemici: e non facciamola troppo facile: è un processo lungo arrivare ad amare il nemico. Da dove cominciare? Liberandoci dalle categorie, le caselle in cui abbiamo rinchiuso gli altri. I nemici, non volti, una categoria. Dio oggi, nel brano di Isaia, sovvertiva le categorie e segnalava il bene negli eunuchi e negli stranieri. Il pericolo, di non sostare su un volto o su un altro, ma di imprigionare in categorie, è devastante.

Anche oggi: ancora gli stranieri, ancora gli irregolari, i non credenti. E perché diamo nome di nemici. E li hai guardati in faccia, uno ad uno?. E quando trovassimo inimicizia, tu non rispondere con inimicizia. Ti risuonino nel cuore le parole di Gesù: "Siate misericordiosi come il padre vostro è misericordioso". Altre purtroppo fanno rimbombo nell'aria: parole di odio, di disprezzo, di insulto. Così si fa scempio del tessuto sociale. Voi tessete fili. La mitezza. Parola in esilio. E credere. Credere che solo con la mitezza si costruisce il bene del mondo. Vorrei fare un esempio concreto.

Molti di voi ricordano la vicenda dei sette monaci di Tibherine trucidati in Algeria nel 1996 e il testamento commovente del loro priore. Il loro monastero era diventato il luogo della mitezza, del dialogo e della comprensione. "A che pro?" direbbe qualcuno. Vorrei leggervi una lettera che una donna musulmana scrisse, in quell'occasione triste e drammatica, a Monsignor Teissier e alla comunità cristiana di Algeria.

Scrive: "Dopo la tragedia e il "sacrificio"' vissuto da voi e da noi, dopo le lacrime e il messaggio di vita, di onore e di tolleranza trasmesso a voi e a noi dai nostri fratelli monaci, ho deciso di leggere il testamento di Christian, ad alta voce e con profonda commozione, ai miei figli, perché ho sentito che era destinato a tutti e a tutte. Volevo dire loro il messaggio di amore per Dio e per gli uomini. La solidarietà umana e l'amore dell'altro è un itinerario che va fino al sacrificio, fino al riposo eterno, fino in fondo. Io e i miei figli siamo molto toccati da una così grande umiltà, un così grande cuore, dalla pace dell'anima e dal perdono. Nostro compito è quello di continuare il cammino di pace, di amore di Dio e dell'uomo nelle sue differenze. Nostro compito è innaffiare i "semi" affidatici dai nostri fratelli monaci affinché i fiori crescano un po' ovunque, belli nella loro varietà di colori e profumi. La chiesa cristiana con la sua presenza tra noi continui a costruire con noi l'Algeria della libertà delle fedi e delle differenze, l'universale e l'umanità. Sarà un bel mazzo di fiori per noi e una grande opportunità per tutti e tutte. Grazie alla chiesa di essere presente in mezzo a noi oggi. Grazie a voi monaci per il vostro grande cuore; continui a battere per noi, sempre presente, sempre tra noi. E ora riposino in pace, a casa loro, in Algeria". (Lettera firmata, Orano, 1 giugno 1996)

Dove nascono i fiori?

 

Ricerca avanzata  (53995 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: