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TESTO Commento su Rm 5,20

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/10/2003)

Brano biblico: Rm 5,20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,35-38

35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Dalla Parola del giorno

"Là dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia".

Come vivere questa Parola?

Il passo biblico che ci propone la liturgia odierna parte da una realistica constatazione: tutti hanno peccato. E in quel tutti siamo inclusi anche noi. Non c'è bisogno di lunghe dimostrazioni per convincercene. Quante volte ci verrebbe da gridare con S.Paolo: "Non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" (Rm 7,19)! Al di là dei singoli atti peccaminosi cogliamo qualcosa di più profondo, una radice amara che si dirama dentro di noi e da cui non è facile liberarsi: ci percepiamo "peccato". Scoraggiarci? Deprimerci? Ma è proprio questa esperienza, assaporata fino in fondo, a restituire al nostro sguardo la freschezza dello stupore e al nostro cuore la gioia profonda di essere perdonati. Sì, "dove ha abbondato il peccato ha veramente sovrabbondato la grazia". Ed ora di esso mi resta solo la scia luminosa del Suo perdono, del Suo amore che continuamente mi rinnova. Questo è il nostro Dio, un Dio ricco di misericordia, un Dio che non finisce di stupirci, un Dio che sa trasformare in grazia anche il peccato, se, invece di ripiegarci su di esso con amarezza, glielo cediamo con umile e confidente riconoscenza.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò emergere ciò che mi pesa sul cuore, senza tentare di difendermi, chiamandolo per nome. È importante che, fuori da qualsiasi senso di colpa, io impari ad essere consapevole di quegli atteggiamenti negativi (praticamente di "non-amore") che sono la "filossera" della mia vita spirituale, dentro il mio cuore. Esserne consapevole, ma subito consegnarli al Signore, assaporando la gioia di sapermi perdonato.

Signore Gesù, fammi comprendere che nulla può sottrarmi alla forza del tuo amore, neppure il mio peccato, che tu hai già preso su di te e distrutto sul legno della croce. Che io viva nella gioia di sapermi perdonato.

La voce di un contemplativo del XIII° secolo

Credi tu, che colui che per te ha tanto sofferto, ti abbandoni? Non sia mai che tu lo pensi. Quanti, che si allontanarono da lui molto più di te, ha egli chiamato a sé? Egli infatti è colui per il quale "là dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia".
Adam Scot

 

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