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TESTO Commento su Luca 11,29-32

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/10/2003)

Vangelo: Lc 11,29-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,29-32

In quel tempo, 29mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. 30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

Dalla Parola del giorno

Non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'Uomo lo sarà per questa generazione.

Come vivere questa Parola?

Ciò che Gesù denuncia della sua generazione è una fede del tutto superficiale. Sono folle quelli che lo seguono, ma la maggior parte di quella gente fatica a convertire il cuore, a cambiare la mentalità e la vita. Ciò che gioca molto (e non certo solo all'epoca di Gesù) è la smania di avere immediate sicurezze. Si cerca un segno. Magari appariscente, spettacolare. Ciò che Dio vuole e che sempre è mediato dai suoi comandamenti, dagli insegnamenti di Gesù e della sua Chiesa, molti vorrebbero fosse palesato nel modo che loro più garba. Una fede in vetrina, dove tutto risulta chiaro, evidente e conseguente. Come quando premi l'interruttore e subito si accende la lampadina. Tu hai un desiderio, un'incertezza, un'aspirazione? Dici una preghiera ed eccoti lì pronto un "dio" da supermarket a sganciarti in segno. Gesù smentisse questo modo di riportarsi a Dio, al suo Mistero. Vuole una fede autentica e robusta. Il segno c'è. Ed è di tale portata da oltrepassare di gran lunga quello di Giona che fu strumento di conversione per i Niniviti. D'altra parte la vicenda di Giona è allusiva a quella di Gesù. Egli rimase per tre giorni nel ventre della balena. E Gesù per tre giorni restò nel sepolcro. Da risorto vive presso il Padre, intercedente per noi. E il suo mistero pasquale è il grande segno "dell'infinito amore per ciascuno di noi."

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di entrare nel SILENZIO di Dio, del Suo essere MISTERO e non evidenza (com'è invece evidenza la matematica o la geometria!) Colgo le inconsistenze, la debolezza del mio credere, e invoco dal Signore di esserne guarito.

Gesù, mio adorato Crocifisso e Risorto, consenti anche a me, come a Tommaso, di toccare le tue piaghe e il Tuo costato trafitto. Concedi anche a me, come a Maria Maddalena, di aprire gli occhi del cuore sulla Tua realtà di Risorto. Che io sia rafforzato dall'entrare, con fede, nel Tuo Mistero pasquale: l'unica segno che conta!

Dalla voce di una mistica del XX° secolo

Non cercare di non soffrire né di soffrire di meno, ma di non essere sconvolto dalla sofferenza. La suprema grandezza del cristianesimo viene dal fatto che esso non cerca un rimedio soprannaturale contro la sofferenza, ma un uso soprannaturale della sofferenza.
Simone Weil

 

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