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TESTO Gesù, non esageri nelle tue richieste?

don Mario Simula  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/09/2019)

Vangelo: Lc 14,25-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,25-33

In quel tempo, 25una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

La Parola di Dio non risolve i problemi dell'uomo, ma continuamente pone domande all'uomo, a ciascuno di noi, ad ogni comunità credente. Sono le domande che dicono con esattezza la nostra fame di ricerca di Dio e rivelano il bisogno di conoscerlo a fondo con umiltà, con atteggiamenti da poveri, con la nostra condizione di persone limitate.
La domanda che in questo momento echeggia dentro di noi è questa: “Come può l'uomo conoscere la volontà di Dio o immaginare che cosa lui vuole?”. Noi ci arrabattiamo, ci diamo da fare per saperlo; ma la grazia di questa conoscenza profonda del Signore, la grazia della conoscenza dei suoi desideri, viene dallo Spirito. Occorre ascoltare lo Spirito, altrimenti come potremmo indagare il progetto di Dio sulla vita del mondo e sulla nostra vita?
Chi vuole veramente essere fedele a Dio deve avere l'atteggiamento della semplicità del cuore, e permettere allo Spirito di parlare ad un cuore disarmato, senza risorse per comprendere. Un cuore tutto affidato all'illuminazione, che il fuoco di Dio fa divampare dentro di noi.
Gesù lo sa molto bene.
E' seguito da una folla numerosa. Lui, senza mezzi termini, ma con una radicalità che può spaventare, immediatamente ci mette davanti al grande ideale di vita per chi lo vuole seguire.
Se voglio veramente percorrere le orme di Gesù, lo devo amare più di quanto non ami mia madre, mio padre, mio marito, i mie fratelli, le mie sorelle, la stessa vita.
Essere discepoli significa accettare l'esclusività dell'amore per Gesù. La richiesta è talmente grande e può crearci un tale sgomento, che può indurci a tornare indietro.
Gesù lo sa! E più di una volta ritorna su questo tema. Chi mette mano all'aratro e si volge indietro, non è fatto per il Regno.
Chi prima di seguirlo vuole aggiustare tutti i conti della sua vita, non è adatto per il Regno
. Se ci penso, vedo lo scarto immenso che c'è tra la richiesta di Gesù e la mia risposta.
Ma Lui, non solo non abbassa la portata della proposta, la rende ancora più esigente.
Per andare dietro a Lui ed essere discepolo, occorre portare la Sua croce. Occorre, cioè, che metta ordine nella mia vita.
Stabilisca lo spazio prioritario che do a Gesù. Decida l'importanza dei beni, pronto a rinunciarci, se questa è la domanda della croce e se l'amore me lo chiede. E' chiaro che seguire Gesù in questo modo, ci domanda una grande prudenza, una profonda saggezza del cuore.
Seguire Gesù è come costruire un edificio. Se non valuto tutto ciò che mi è utile per la costruzione, se non valuto tutto ciò che può rallentare o impedire la costruzione, io sono un discepolo illuso e, soprattutto, inefficace. Interroghiamoci come piccole comunità, ponendoci una sola domanda: “Cosa dobbiamo fare per portare a termine il progetto che Gesù ci ha affidato?”. Soltanto rispondendo non rischiamo di costruire invano o di lasciare l'opera a metà. Tante comunità sono come infinite “incompiute”.
Prendere la croce, seguire Gesù, significa essere pronti alla lotta, affrontare tutti gli avversari che vorrebbero distoglierci dall'unico amore verso di Lui. Dobbiamo cercare le armi necessarie per questa lotta. Altrimenti come possiamo essere persone affidabili?
Le armi sono una fede incrollabile, una speranza certa, una carità sicura e amorevole. Le armi sono i buoni frutti che scaturiscono dal cuore, i frutti dell'amore che si oppongono ai frutti dell'istinto.
La pace fraterna, non la lotta fratricida. La grandezza d'animo, non la gelosia distruttrice. L'umiltà, non la presunzione illusoria.

Gesù è veramente esigente e ci domanda di rispondere a Lui volentieri, volontariamente non come chi si sente forzato e costretto. Dio ama chi risponde a Lui con gioia, anche se è chiamato a portare, ogni giorno, la sua croce.
Paolo ce ne dà l'esempio. Considera Onesimo come suo figlio, generato dal suo amore; ma ama anche Filemone al quale raccomanda: “Se tu mi consideri amico, accogli Onesimo come me stesso”.
L'esigenza del Vangelo è un'esigenza solo d'amore, è un grido d'amore, è un bisogno d'amore.
Nasce in noi l'ultima domanda: “Allora Gesù vuole scoraggiarci nel seguirlo?”. No, vuole soltanto dirci che l'amore è un dono totale, che l'amore non conosce mezze misure, che l'amore è ricerca, lavoro su noi stessi, testimonianza che può essere vista senza che crei in noi orgoglio.
L'amore, se è amore, si identifica con la persona amata, ne apprende gli sguardi, i gesti, le parole, le scelte. Si dona e donandosi si rigenera e cresce.
Gesù, tante volte mi sono domandato che cosa significhi seguirti e quali siano le conseguenze del camminare dietro di Te per fare l'esperienza della Tua vita.
Gesù, ho capito, che non posso seguire uno sconosciuto, un anonimo, un amico occasionale.
Gesù, ho un bisogno irresistibile di mettermi molte domande su di Te, non per dubitare, ma per trovare la Luce.
Gesù, seguirti è conoscerti profondamente, personalmente, nei segreti più intimi. E' lasciarmi conoscere da Te, fino infondo, senza paure, senza vergogna.
Gesù, come mi amareggia la ricerca occasionale di Te. Come se Tu esistessi per il compleanno o per l'onomastico. Sono un amico meschino. Sono un amico sfuggente. Sono un amico che ancora non si è compromesso nell'amicizia con Te.
Gesù, seguirti è metterti prima di tutti e prima di tutto.
Se guardo i pensieri che inseguo giorno dopo giorno; se analizzo le mie preoccupazioni; se cerco di comprendere le mie scontentezze interiori, mi accorgo che non sei Tu la ragione di queste dolorose insoddisfazioni, sono io che lungo la strada ti perdo di vista.
Gesù, seguirti significa prendere la croce, la mia croce.
Gesù, la croce è per me un fardello a volte insopportabile. E' una ragione di ribellione. E' un motivo per non fidarmi decisamente di Te. Eppure quella croce è la misura dell'amore per Te. Non me la posso scrollare di dosso. Giorno dopo giorno, devo imparare ad amarla. Amarla per amore. Amarla volontariamente. Amarla con l'aiuto Tuo, Gesù, che l'hai portata e amata prima di me.
Gesù, seguirti significa superare una mentalità consumistica, nella ricerca di Te. Non sto comprando quello che mi conviene.
Non sto giocando a ciò che è più facile. Sto compromettendo la mia vita in un amore che decide della mia vita.
Gesù, aiutami a costruire seguendo il Tuo progetto.
Gesù, aiutami a lottare utilizzando le Tue armi.

Gesù, aiutami a comprendere che io da solo sono un bambino capriccioso che non sa andare fino in fondo nelle sue decisioni.
Gesù, voglio essere Te.
Gesù, voglio riconoscere Te.
Gesù, voglio riconoscerti in ogni uomo, povero e sfiduciato. A partire da me che tante volte sono povero e sfiduciato e, guardandomi, non riesco a scorgere il Tuo volto. Eppure l'ho contemplato tante volte. Ho colto la bellezza del Tuo sguardo, la dolcezza dei Tuoi gesti. L'inattesa presenza delle Tue premure. Gesù, forse non è bastato alla mia mediocrità. Mi viene voglia di dirti: “Allontanati da me che sono un peccatore”. Tu, Gesù, mi rispondi: “So che sei un peccatore; ma non chiedermi di allontanarmi da te, anche se tu dovessi allontanarti da me. Io sono e sarò sempre lì, accanto, vigilante sulla tua vita, come un'Amante che non si stanca mai di contemplare l'amato”.

 

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