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TESTO Se ami Dio vai in fondo alla coda

don Giacomo Falco Brini  

XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (01/09/2019)

Vangelo: Lc 14,1.7-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,1.7-14

Avvenne che 1un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

12Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

L'aeroporto, ormai, è come una mia seconda casa, per i molteplici viaggi compiuti e che dovrò ancora compiere. Osservare come si muove l'umanità in quel posto è sempre interessante. Ad esempio, vedere come vive l'attesa chi deve partire o chi sta attendendo all'uscita una persona cara che arriva dopo un viaggio. Rientrando dall'America Latina qualche giorno fa, notavo ancora una volta il rigore del protocollo d'imbarco, sempre uguale per ogni compagnia aerea. L'imbarco avviene facendo accedere prima coloro che occupano i primi posti nell'aereo o che fanno parte di una èlite di utenti: “sky priority”. Poi, per non perdere un volto umano, la compagnia procede a far entrare chi ha una disabilità, anziani e mamme con bimbi piccoli. Alla fine tutti gli altri fino alla coda dell'aereo, quelli che pagano “di meno” il biglietto aereo, quelli della “economy”. Ho pensato a quanto sia diametralmente opposto l'insegnamento di Gesù rispetto alla logica che governa questo accesso e tanti altri: paghi di più, sei più ricco, allora conti di più, passi davanti agli altri e hai i primi posti. La logica del Signore e del suo regno è invece un'altra: scegliere sempre di andare all'ultimo posto, per ritrovarsi sorprendentemente tra i primi secondo Dio.

Nel vangelo Gesù ci interpella nella duplice veste in cui la vita ci colloca, ora come invitati ora come invitanti. Nella prima parte, l'insegnamento del Signore riguarda il nostro essere invitati (Lc 14,7-11); la seconda parte, quando siamo noi ad invitare (Lc 14,12-14). Il tutto sullo sfondo del pranzo a casa di un capo dei farisei, dove Gesù si trova sotto stretta sorveglianza: stavano ad osservarlo. Controllato sempre a distanza, il Signore ricambia lo sguardo sui commensali e nota in essi la ricerca dei primi posti (Lc 14,7). La sua parabola aumenta la luce su quanto ascoltato domenica scorsa, a proposito della mancata salvezza che rischiano coloro che vantano prerogative davanti a Lui. Qui viene svelato il senso delle ultime parole: ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi (Lc 13,30).

Il cristiano infatti, è un invitato a camminare sul sentiero che si dirige in coda all'umanità, verso gli ultimi posti (Lc 14,10a): in questo modo si libera dalla innata smania di primeggiare che ci abita. Qui c'è il termometro di un'autentica religiosità. Poiché siamo tutti invitati alle nozze del regno, bisogna guardarsi dal cercare di occupare posti di rilievo nella chiesa di Dio, se non si vuole incorrere in umiliazioni che si subiranno maldisposti: dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto (Lc 14,9). Invece, chi sta conoscendo realmente Dio, cerca volontariamente l'ultimo posto, sostanzialmente per 2 motivi. In primo luogo, perché ci è andato ad abitare il Signore. In secondo luogo, perché lascia a Lui stabilire tempo e grado di amicizia che lo fa passare più avanti: amico, vieni più avanti! (Lc 14,10b) In altre parole, lascia che sia il Signore Gesù ad onorarlo quando vuole e a spostarlo nel posto che Lui vuole. Perché la sua unica preoccupazione è che Gesù sia onorato e al primo posto!

Può sorgere la domanda: cosa vuol dire, come invitati, andarsi a mettere all'ultimo posto? Nella vita vuol dire tante cose, ma una risposta sicura viene dalla seconda parte del vangelo, una cartina di tornasole per verificare se stiamo camminando nella scelta dell'ultimo posto. Provo a sintetizzarla. Se davvero credo nelle parole di Gesù, allora, per andare verso l'ultimo posto, “me la devo fare” con gli ultimi, cioè frequentare volentieri chi è tra gli ultimi nella considerazione del mondo: poveri, storpi, zoppi, ciechi (Lc 14,13), quelli che non sono amabili e che nessuno inviterebbe a un banchetto, perché non valgono nulla agli occhi degli uomini. Il che non vuol dire evitare la frequenza di chi sta bene o la cerchia di chi ci è familiare: non a caso l'insegnamento di Gesù avviene in casa di uno di essi, un capo dei farisei. Il Signore chiede di non fermarsi a chi può ricambiare il nostro amore, ma di andare oltre, ovvero andare incontro a chi non lo potrà mai fare: e sarai beato perché non hanno da ricambiarti (Lc 14,14). Gesù promette la felicità in questo cammino. L'unica felicità del cristiano infatti, è amare gratuitamente come fa Dio. Dunque in coda non ci si va costretti, ma per amore e per imparare ad amare.

 

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