TESTO Donaci, Signore, la tua presenza di pace (206)
don Remigio Menegatti Parrocchia di Illasi
XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (07/08/2005)
Vangelo: Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], 22subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
24La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature
La prima lettura (1 Re 19, 9.11-13) racconta l'incontro tra Dio ed Elia: il Signore si manifesta al suo profeta che ha bisogno di sicurezza e di sfogarsi con lui. L'Altissimo non si presenta con fenomeni potenti per creare timore; bensì appare in qualcosa di sereno, familiare, che infonde fiducia e tranquillità. La sua è proprio una "presenza di pace".
Il vangelo (Mt 14,22-33) presenta un fatto decisamente unico: Gesù cammina sulle acque e viene riconosciuto come Figlio di Dio. Per capire il senso si deve partire dall'idea che lega il mare con il male. Per gli ebrei il mare è un luogo rischioso, abituati alle improvvise e potenti bufere che si scatenano sul lago di Galilea. Da questa esperienza nasce il riferimento al mare come simbolo del male. Una potenza terribile per l'uomo, ma che Dio sa dominare, dimostrando un potere superiore. Gesù è il Figlio di Dio che sconfigge il male.
Salmo 84
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.
Il salmo ancora una volta racconta la bontà di Dio che fa nascere l'ascolto. Ascolto che non è solo sentire le parole, quanto piuttosto accoglierle come tesoro, viverle come ricchezza che cambia la vita.
Parole di un Dio che ama l'uomo, Dio che annuncia la pace per chi lui stesso ha scelto e gli è fedele. La gloria di Dio è l'uomo che vive nella sua bontà, segue le sue leggi e sperimenta la sua tenerezza. Nel Signore si incontrano la misericordia e la verità, si baciano la giustizia e la pace, destinate a legare insieme il cielo – dove abita Dio – e la terra, luogo dell'uomo. Grazie alla misericordia che il Signore manifesta anche l'uomo riesce a realizzare il grande sogno della pace. Il dono di Dio viene accolto dall'uomo, che diventa un terreno fertile in cui germoglia e porta frutto la bontà del Signore.
Un commento per ragazzi
Il vento può andar bene per far volare gli aquiloni, innalzare e dirigere le mongolfiere che riempiono il cielo di colori vivaci, sospingere gli alianti. Se però è troppo forte, allora rischia che tanto l'aquilone, quanto la mongolfiera e l'aliante non siano più sicuri. Meglio scendere a terra e aspettare che passi la bufera. Abbiamo sperimentato il vento gelido della montagna. Se soffia troppo deciso, anche le gare di sci vengono fermate e rimandate in attesa di condizioni atmosferiche migliori.
Una brezza leggera invece ristora, soprattutto nelle calde giornate estive. Porta i profumi della terra con i fiori che sbocciano al suolo e sugli alberi, rende tutto più vivace. Allontana la nebbia, e rende possibile la visibilità in pista e sulla strada.
Il piccolo lago di Galilea è un luogo in cui sono frequenti le improvvise e decise burrasche di vento. La pesca diventa rischiosa ed è indispensabile rientrare immediatamente. Il mare – e nel vangelo si chiama così anche il lago di Galilea – viene così associato all'idea al male. Nel mare vive il Leviatan, mostro marino; il mare fa nascere la sensazione di insicurezza, il senso del pericolo mortale.
Un uomo che cammina sulle acqua e che domina il vento esprime quindi poteri impensabili per tutti gli altri. Al massimo la capacità riconosciuta ai grandi pescatori e marinai è quella di capire i segnali e prevedere la tempesta, riuscendo a governare la barca anche nella bufera. Impossibile invece comandare al vento e placarlo, come pure camminare sul mare. Gesù non vuole dare spettacolo; il miracolo infatti sembrerebbe un po' gratuito, perché non serve a salvare qualche persona, e corre il rischio del protagonismo a buon mercato; in fondo cosa serviva camminare sull'acqua? Bastava una barca! Gesù invece vuole lanciare un messaggio in codice: lui sa domare il vento, come il creatore; lui cammina sul mare, perché è più potente del male e libera l'uomo dal pericolo di affondare, di perdersi nel peccato che inghiotte chi si sente tropo sicuro di sé. È il Figlio di Dio: ha potere su tutto. Potere per amare.
Dove cercare il Signore? Non nei fenomeno sconvolgenti, che rischiano di mettere solo tanta paura e mostrare un Dio da temere, e non da amare.
Dio invece esce a dialogare con l'uomo alla brezza del giorno (Gen 3, 8a). Anche ad Elia il Signore si mostra non in una potenza terrificante, ma nella semplicità dell'amico che ha desiderio di farsi conoscere e amare.
Non lo cerchiamo nelle grandi tragedie, che opprimono e mostrano un Dio troppo potente, tanto da farci paura. Se lo cerchiamo nelle cose semplici, allora lo troviamo.
Un suggerimento per la preghiera
Signore, tu sei venuto a vincere il male. Lo hai fatto con decisione e semplicità. Sì, a volte hai conteso con i demoni che opprimevano le tue creature; tante volte hai donato la vita nuova con un gesto semplice di guarigione, ponendo la tua mano per liberare i tuoi fratelli dalla paura. Hai invitato Zaccheo a scendere dall'albero per accogliere in casa sua "la salvezza". Hai mandato libera la donna infedele, hai assicurato il paradiso al ladro che ha invocato la tua misericordia. Anche a noi, con parole semplici e serene, doni il tuo amore che perdona, sostiene e incoraggia. Sei davvero grande.