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TESTO Commento su Luca 9,28-36

don Michele Cerutti

Trasfigurazione del Signore (Anno C) (06/08/2019)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

C'è la preoccupazione dei discepoli di Gesù a occupare i primi posti: Giovanni e Giacomo avevano sollecitato Gesù in tal senso. Gesù vuole far comprendere a tutti che la sua missione giungerà a un culmine che avrà sul momento del difficilmente comprensibile, ovvero Gesù stesso non si sottrarrà alla morte. Questo discorso non è veramente compreso allora Gesù stesso offre, ai due fratelli Zebedeo e a Pietro, una lezione.
Li conduce su un momento e qui avviene un qualcosa di sorprendente ai loro occhi. Essi sono oppressi dal sonno quello stesso sonno che li caratterizzerà nel Getsemani. Qui sul monte della Trasfigurazione il sonno lo vincono perché sono spettatori di un qualcosa di eclatante. Gesù parla con Mosè ed Elia e davanti al patriarca e al profeta si trasfigura.
Gesù vuole indicare ai tre la meta del suo ministero. Non è una realtà di potere, ma di gloria perché Egli vuole che tutti siano toccati da questa meta. Tutta la storia della salvezza si conduce alla gloria, non alla logica del potere. Sono coinvolti Mosé ed Elia perché quel momento è atteso da sempre.
Pietro vuole fermare il tempo e chiede tre tende una per Gesù, una per Mosé e una per Elia. Il Padre allora interviene per condurre tutti ancora una volta a Gesù. Questo è il mio Figlio, l'eletto ascoltatelo. Espressione utilizzata all'inizio del ministero, al momento del Battesimo nel Giordano. Ora lo riferisce il Padre quando Gesù si dirige verso Gerusalemme. E' l'invito che viene rivolto ai discepoli perché il cammino si fa più impegnativo.
Al termine della scena il Vangelo ci dice che Gesù rimase solo. Inizia il momento forte dell'obbedienza al Padre e i discepoli tacquero e non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Non è l'ora della Risurrezione e dell'effusione dello Spirito Santo in Pentecoste quando al discepolo viene affidato il compito di dire al mondo che il Signore è Risorto.
Cosa dice questo evento a noi?
Non limitiamo il tutto a un aspetto estatico, ma abbiamo bisogno anche noi di farci condurre a questa intimità per essere avvolti dai raggi della Trasfigurazione per riuscire a vivere il Calvario di ogni giorno e verificare quotidianamente che la nostra vita è votata alla Risurrezione.

 

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