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TESTO Tu sei un bicchiere di acqua fresca

don Angelo Casati  

VI domenica dopo Pentecoste (Anno C) (21/07/2019)

Vangelo: Gv 19,30-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 19,30-35

30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

Forse la mia osservazione può sembrare anche marginale, ma, mettendo a confronto la solennità di quanto avvenne sul monte Sinai, alle falde del monte con la nudità - lasciatemela chiamare così - di quanto avvenne sul dosso del calvario, poco fuori la città, mi veniva spontaneo pensare che di strada se n'era fatta tanta, proprio tanta, se il tema di queste letture è l'alleanza. La stipulazione di un'alleanza tra Dio e noi umani. Penso al sangue dell'alleanza, catini di sangue di giovenchi, versato prima sull'altare nell'antico rito e poi asperso sul popolo. Il sangue a dire amore sino all'estremo, sino al sangue. Quasi Dio dicesse: "Ecco, siamo delle stesso sangue!". E il rito era solenne. Penso a Gesù, il profeta di Nazaret, impalato a una croce e il cielo si era fatto buio. Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, "e subito ne uscì sangue e acqua".

Ecco dove siamo arrivati: Dio non chiede sangue, non lo chiederà più. E maledetto chi sparge il sangue, in nome di Dio! Dio, nel suo figlio fatto uomo, dà il suo sangue, Lui ci ha difeso contro gli uomini del potere civile e religioso a rischio di sangue, perché fossimo liberi, a rischio di croce, a costo di sangue. Ed eccolo. E' la nuova alleanza. Che cancella le distanze, perché l'amore - voi me lo dite - l'amore non mette e non ammette distanze. Ricordate come nella prima lettura dal libro dell'Esodo le distanze erano puntigliosamente segnalate, comandate. Tu popolo alle falde, i settanta sino a una certa quota del monte e poi Mosè solo. Mettete a confronto. Gesù muore su una croce, Dio non vuole sangue di animali o di umani. E' Dio, che, fatto uomo, dona il suo sangue: "Uscì sangue". Da lì in avanti, non vorrà più sangue di nessuno, mette il sigillo su tutti, sulla vita e la felicità di tutti. Niente cime di monti sacre. Pensate, muore fuori da ogni spazio religioso, sulla collina dei giustiziati, addirittura fuori dalla città, a braccia allargate capite, per tutti. Cancella ogni separatezza.

E' un mistero che non finisce di inumidirmi gli occhi. Mi fa pregare:

Ti appartiene, Signore, morte di malfattore. Sei morto in un grido, dolore sgolato dell'umanità. E si fece notte nel cielo rabbrividito. Nel buio estremo, perché nessuno degli umani fosse senza compagno nell'ora estrema. Sei rimasto nella morte a braccia allargate, accoglienza universale, casa di tutti e nessuno osi scrivervi appartenenze. Reciso come si spezza un ramo secco, sei diventato albero fiorito, l'albero della vita per noi che ti chiamiamo Signore e fratello.

Così. Nudo, fuori la città. Per tutti. Voi mi capite: chi agitasse crocifissi per rivendicare appartenenze dissacrerebbe le braccia allargate. L'alleanza del Calvario è universale. Vorrei aggiungere un breve pensiero perché, nel racconto di Luca, ci è stato detto che dal suo fianco "uscì sangue ed acqua". C'è, anche qui, uno straordinario, lo straordinario dell'acqua. Che da uno morto, per violenza subita, esca sangue è naturale.

Ma l'evangelista annota l'acqua e, a differenza degli altri evangelisti, che di Gesù scrivono che "spirò", dice che "reclinato il capo, consegnò - trasmise - lo Spirito". L'acqua come immagine dello Spirito consegnato. Sempre nel vangelo di Giovanni è scritto che Gesù aveva gridato - sì, gridato! -: "Chi ha sete venga a me, e beva chi crede in me, perché sta scritto: "Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal mio fianco" (Gv 7,37-38). E Giovanni aveva annotato che Gesù alludeva al dono dello Spirito. Voi mi capite, quelle gocce d'acqua sono diventate fiume, fiume lungo i secoli. E noi, anche noi, ci siamo abbeverati. Ancora ci abbeveriamo alla limpidezza delle parole di Gesù, alla limpidezza della sua vita, alla limpidezza dello Spirito che sulla croce ci ha consegnato. Ci ha passato il suo spirito, come alito di vento in giornate afose, vento che ti scarmiglia i capelli, mette disordine in troppe cose dove c'è troppo ordine.

Ma è un ordine immobile, perché è l'ordine dell'egoismo, dell'indifferenza, del "senza cuore", l'ordine di una vita spenta. All'acqua, la sua acqua abbiamo abbeverato la nostra sete di cose buone, di vita vera, di giustizia per tutti, di relazioni profonde, di un'umanità vera. E siamo qui ad abbeverarci in giorni che potrebbero accusare aridità, a rischio di deserto. Siamo qui con un desiderio sincero, anche se non presuntuoso, un desiderio di diventare per qualcuno anche noi acqua che zampilli: "sor' acqua, molto utile, et humile, et pretiosa et casta", direbbe San Francesco.

Ricordate Gesù? "Chi avrà dato un bicchiere di acqua fresca..." Potesse qualcuno dire: ti ho incrociato, tu mi hai visto, ti sei fermato, sei stato con me, sei stato nel nostro raccontarci, tu per me sei stato acqua, che disseta la mia sete di amore. E' il frutto dello Spirito. Che Gesù ci ha consegnato morendo di croce, L'alleanza, voi mi capite, non è più scritta su pietre e su leggi, né occorrono mediatori. Oggi ce lo ha ricordato la lettera agli Ebrei. Bellissimo: "Porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nel loro cuore... Né alcuno avrà più da istruire il suo fratello dicendo "Conosci il Signore!". Tutti infatti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro". L'alleanza è scritta sulle pareti dell'anima, è scritta sulle pareti del cuore. E allora la domanda: "Che cosa sta scritto sulle pareti della mia anima? E sulle pareti del mio cuore?".

 

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