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TESTO Commento su Luca 13,23-29

don Michele Cerutti

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V domenica dopo Pentecoste (Anno C) (14/07/2019)

Vangelo: Lc 13,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,23-29

23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.

La figura che questa Domenica la liturgia ci offre alla nostra riflessione è quella di Abramo. Paolo scrive alla Comunità di Roma prima del suo arrivo nella Città. Roma vede la presenza di una Comunità cristiana proveniente dal giudaismo. Tema fondamentale di questa lettera è la giustificazione per fede. Siamo resi giusti da Dio per la sua grazia, non per l'impegno morale.
Paolo presenta Abramo la cui grandezza sta proprio nel aver ottenuto da Dio la promessa di una terra e di una discendenza perché ha creduto alla Sua Parola. La grandezza di Abramo sta proprio nella docilità. Abramo si mostra uomo di preghiera di una preghiera che si fa intercessione come è dimostrato nella prima lettura.
L'uomo di fede non prega solo per sé e i propri cari, si rivolge a Dio portando a Lui l'esigenza del mondo. La preghiera di intercessione appare sicuramente come un non senso per le persone che guardano solo a questo mondo e misurano ogni cosa con il metro dell'efficienza. Con la preghiera di intercessione non otteniamo un cambiamento della volontà di Dio, ma si fa' che la creatura abbia parte ai doni di Dio.
L'intercessione ci conduce al cuore della vita responsabile cristiana. Infatti se gli Ebrei si limitano agli esempi di Abramo e di altri patriarchi noi cristiani abbiamo in Cristo coLui che ha compiuto l'intercessione radicale e allora con la preghiera di intercessione è come se vivessimo davanti a Dio nella posizione del Crocifisso, a braccia stese, nella solidarietà a Dio e nella solidarietà con gli uomini Dio vuole che ci interessiamo tutti l'uno per l'altro.
Importante implorare il perdono dei peccati.
Dostojeski nel fratelli Karamazov ci aiuta con questa pagina:
Amate il popolo di Dio. Noi non siamo più santi della gente del mondo perché siamo venuti qui e ci siamo chiusi fra queste mura, ma anzi chiunque è venuto qui, già per il fatto di esserci venuto, ha riconosciuto in se stesso di essere peggiore della gente del mondo e di ogni uomo sulla Terra? E quanto più a lungo vivrà un monaco fra le sue quattro mura, tanto più profondamente dovrà rendersene conto. Poiché in caso contrario non valeva la pena che venisse quaggiù. Ma quando riconoscerà non solo di essere peggiore di tutta la gente del mondo, ma anche di essere colpevole di fronte a tutti gli uomini, sulla Terra intera, di tutti i peccati universali e individuali, solo allora sarà raggiunto il fine della nostra unione. Giacché sappiate, miei cari, che ciascuno di noi è colpevole di tutto e per tutti sulla Terra, questo è indubbio, non solo a causa della colpa comune originaria, ma ciascuno individualmente, per tutti gli uomini e per ogni uomo sulla Terra. Questa consapevolezza è il coronamento della vita di un monaco e anzi di ogni uomo sulla Terra. Poiché i monaci non sono uomini diversi dagli altri, ma sono soltanto come dovrebbero essere tutti sulla Terra. Unicamente allora il nostro cuore si abbandonerà a un amore infinito, universale, che non conosca mai appagamento. Allora ciascuno di noi avrà la forza di conquistare con il suo amore il mondo intero e di purificare con le proprie lacrime tutti i peccati?». Ed egli così conclude: «Non siate superbi. Non siate superbi con i piccoli, non siate superbi nemmeno con i grandi. Non odiate chi vi respinge e disonora, chi vi ingiuria e calunnia. Non odiate gli atei, né i cattivi maestri e i materialisti, neppure i malvagi fra loro per non parlare dei buoni giacché ve ne sono molti di buoni, specialmente ai nostri tempi. Ricordateli così nella vostra preghiera: "Salva, o Signore, tutti coloro per i quali nessuno prega, salva anche quelli che non ti vogliono pregare". E aggiungete anche: "Non per orgoglio ti prego, o Signore, perché anch'io sono un vile peggio di tutto e di tutti?"».
Allora la nostra preghiera diventerà autenticamente cattolica perché si aprirà alle esigenze del mondo.

 

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