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TESTO Commento su 1ts 5,9-10

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (02/09/2003)

Brano biblico: 1ts 5,9-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,31-37

31Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. 32Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.

33Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: 34«Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 35Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. 36Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». 37E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Dalla Parola del giorno

"Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo il quale è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con Lui"

Come vivere questa Parola?

Paolo istruisce la comunità cristiana di Tessalonica in ordine alla imprevedibilità del giorno e dell'ora in cui le cose "penultime" di questo nostro vivere passeranno, e noi perverremo alle cose definitive: quelle del giorno eterno. "Esso verrà come un ladro di notte" dice l'apostolo. L'importante è per noi non essere trovati nelle tenebre della dimenticanza di Dio, nel sonno pesante dell'attaccamento alle cose che passano e nelle preoccupazioni che nascono da questo assolutizzare quanto sta già passando.

È bellissima l'immagine usata da Paolo per esprimere la nostra identità di cristiani: "figli della luce" e "figli del giorno" in opposizione a quell'appartenere alla "notte" e alle "tenebre" che è tipico di chi compie il male. Ma – attenzione! – proprio per non lasciarci vincere dal male si tratta di restare "svegli",dentro uno stile di"vita sobria". Il che è possibile a un patto: che lo scorrere delle ore durante il giorno sia con il Signore. Non solo dunque vivere per Lui, ma insieme con Lui, e perfino abbandonarci al sonno nella persuasione consolante che Egli è qui: sempre con ciascuno di noi. È in questo modo che, lungi dall'aver paura dell'ultimo giorno, lo attenderemo con la certezza che siamo destinati ad essere salvati da Gesù: dalla sua morte e resurrezione.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, da questo pensiero tanto tonificante mi lascio persuadere in profondità. Provo ad "assorbirlo" in silenzio, ad assumerlo come bevanda che vivifica in giorno di grande calura e siccità. E mi chiedo: è questa fede che mi domina o spesso sono in balia di paure?

O Padre che non alla collera punitiva ma alla gioia della salvezza mi hai destinato, in Gesù rendimi desto, vigilante e sobrio, perché viva lasciandomi SALVARE. .

La voce di un Pastore del XX° secolo

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto. L'altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo. Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te!
Tonino Bello

 

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