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TESTO Il Signore sazia la fame dell'uomo

don Roberto Rossi  

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (31/07/2005)

Vangelo: Mt 14,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,13-21

In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Una preghiera della Messa introduce e ben sintetizza il senso delle letture di oggi.

"O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesta la tua bontà paterna, fa' che il pane moltiplicato dalla tua provvidenza sia spezzato nella carità e ci apriamo ad un vero servizio versoi tutti gli uomini".

Dal profeta abbiamo letto: "O voi tutti assetati, venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente, comprate e mangiate" Perché spendete denaro in ciò che non è pane, il vostro patrimonio in ciò che non conta"? Ascoltatemi, e mangerete cose buone, venite a me e vivrete!" Siamo invitati ad accostarci a Cristo, a lasciarci ristorare e saziare da Lui. Abbiamo bisogno di tante cose nella nostra vita, abbiamo bisogno soprattutto di un senso vero da dare alla vita. Ma quante proposte non soddisfacenti, illusioni, menzogne; quanto sciupìo di energie in ciò che non costruisce veramente la vita, ma la sciupa!

Gesù che compie il miracolo della moltiplicazione dei pani è Colui che conosce la nostra fame e sete di verità e di vita. È Colui che ci può saziare pienamente. Siamo invitati ad accostarci a Lui, ad ascoltarlo, a vivere con Lui e per Lui per vivere in pienezza e dare significato ad ogni aspetto della nostra vita.
Come compie la moltiplicazione dei pani?

"Vide una grande folla e ne sentì compassione e guarì i loro malati".

Quando i discepoli lo invitano a congedare la folla perché vadano a cercare da mangiare, Lui risponde: "Date voi da mangiare a loro!" Il testo è molto sobrio, ma si può intuire tutto il dialogo di Gesù con loro, il turbamento, la preoccupazione, la presa di coscienza della loro povertà (hanno solo cinque pani e due pesci), l'offerta della loro piccola collaborazione alla potenza del Signore. E' la potenza del Signore che compie il miracolo, ma il Signore chiede loro di dare tutto quello che hanno, di fare tutto quello che possono.

Noi che abbiamo tanta abbondanza di grazia di Dio nella fede cristiana, sentiamo compassione per i popoli e le folle che non conoscono il Cristo Salvatore di tutti? Il Signore vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. Ma noi siamo disponibili a dare tutto quello che abbiamo (anche se la nostra fede è piccola), a fare tutto quello che possiamo perché le persone e le folle dell'umanità di oggi abbiano la possibilità di conoscere Cristo, e di trovare il Lui l'acqua e il cibo per la propria sete e la propria fame esistenziale?

In genere non lo facciamo. Diciamo "Venga il tuo regno", ma non offriamo tutto ciò che è in nostro possesso perché gli uomini abbiano la fede e la salvezza del Signore. E' importante, è urgente prendere coscienza del nostro compito di evangelizzatori, di testimoni, di gente veramente preoccupata per la fede degli altri.

Noi che abbiamo abbondanza di beni materiali, che viviamo nella società del consumo, del lusso, dello spreco, come ricchi epuloni, sentiamo compassione per i popoli e le folle che sempre più numerosi finiscono nella fame, nella miseria, nell'abbrutimento di una vita disumana? Siamo disponibili a dare tutto quello che abbiamo, a fare tutto quello che possiamo perché le persone, i bambini, le famiglie, i popoli, le folle, abbiamo la possibilità di sfamarsi, di vivere, di costruire un'esistenza dignitosa?

In genere non lo facciamo. Forse nella preghiera chiediamo al Signore che abbia pietà dei poveri della terra. Ma Lui ci dice: Date voi da mangiare a loro!

E questo non solo individualmente o come famiglie, ma come appartenenti a nazioni sviluppate e ricche. Dobbiamo prendere sempre più coscienza che la nostra ricchezza e abbondanza molte volte sono costruite sull'impoverimento di altri popoli, quando sfruttiamo le loro risorse, quando vendiamo armi, quando imponiamo leggi di mercato o tassi di interesse per i nostri tornaconti, quando coltiviamo governi o uomini di potere che finiscono per calpestare i poveri e renderli sempre più numerosi. La giustizia è il vero bene per tutti, è il vero bene anche per noi. Se solleviamo i poveri, noi stessi ne abbiamo "vero e duraturo vantaggio". Quali conseguenze si avranno quando scoppierà - come dice un autore - la collera dei poveri? Quale possibilità di vita se continuiamo a distruggere le risorse della terra? Quale paradiso ci illudiamo di meritare se continuiamo a vivere come i ricchi epuloni che non si accorgono nemmeno dei poveri Lazzari, che si ciberebbero anche solo delle briciole della nostra mensa, ma nessuno gliene dà?

Ma il Signore vuole la salvezza per tutti, anche per noi se ci convertiamo e impariamo a vivere da fratelli con gli uomini della terra, con i poveri del pianeta.

Sono molto significative, a questo proposito, le parole e le consegne che il S. Padre Giovanni Paolo II ha dato ai giovani, nella sua ultima Giornata mondiale della Gioventù:

"Il mondo ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. Il mondo ha bisogno di voi, ha bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo. Voi dovete cambiare e migliorare la storia umana. Con la vostra fede, speranza, amore, con la vostra intelligenza, coraggio e perseveranza, dovete umanizzare il mondo nel quale viviamo.

La domanda che si impone è drammatica: su quali fondamenta bisogna costruire la nuova epoca storica che emerge dalle grandi trasformazioni del secolo XX? Sarà sufficiente scommettere sulla rivoluzione tecnologica in corso, che sembra essere regolata unicamente da criteri di produttività e di efficienza, senza un riferimento alla dimensione religiosa dell'uomo e senza un discernimento etico universalmente condiviso? E' giusto accontentarsi di risposte provvisorie ai problemi di fondo e lasciare che la vita resti in balia di pulsioni istintive, di sensazioni effimere, di entusiasmi passeggeri?

La domanda ritorna: su quali basi, su quali certezze edificare la propria esistenza e quella della comunità cui s'appartiene?

Voi lo sentite istintivamente dentro di voi, nell'entusiasmo dei vostri giovani anni, e lo affermate con la vostra presenza: solo Cristo è la 'pietra angolare' su cui è possibile costruire saldamente l'edificio della propria esistenza. Solo Cristo, conosciuto, contemplato e amato, è l'amico fedele che non delude, che si fa compagno di strada e le cui parole riscaldano il cuore.

Il XX secolo ha spesso preteso di fare a meno di quella 'pietra angolare', tentando di costruire la città dell'uomo senza fare riferimento a Lui ed ha finito per edificarla di fatto contro l'uomo! Ma i cristiani lo sanno: non si può rifiutare o emarginare Dio, senza esporsi al rischio di umiliare l'uomo.

L'attesa che l'umanità va coltivando tra tante ingiustizie e sofferenze, è quella di una nuova civiltà all'insegna della libertà e della pace. Ma per una simile impresa si richiede una nuova generazione di costruttori che, mossi non dalla paura o dalla violenza ma dall'urgenza di un autentico amore, sappiano porre pietra su pietra per edificare, nella città dell'uomo, la città di Dio. Questi costruttori dovete essere voi! A voi Dio affida il compito, difficile ma esaltante, di collaborare con lui nell'edificazione della civiltà dell'amore".

 

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