TESTO Commento su Gv 14,15-16.23b-26
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Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (09/06/2019)
Vangelo: Gv 14,15-16.23-26
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre»,
23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Gv 14,15-16.23b-26
Come vivere questa Parola?
Le lingue classiche conoscono tre “generi” grammaticali per classificare i nomi: oltre al “maschile” e al “femminile”, anche il “neutro”. Quando parla dello “Spirito Santo” il Vangelo di Giovanni - in uno dei versetti che abbiamo ascoltato oggi - presenta con sconcertante arditezza una imperdonabile sgrammaticatura, associando alla parola neutra “Spirito” (in greco tò pnéuma) un pronome al genere maschile (“lui”, in greco ekèinos). È una dissonanza impercettibile a noi moderni, ma che il lettore o ascoltatore dei primi secoli poteva ben percepire, e che oggi fa accapponare la pelle soltanto a qualche grecista classico. Parlando del “Paraclito, lo Spirito Santo...”, dicendo che “Lui vi insegnerà ogni cosa”, il Vangelo punta i riflettori non su un concetto astratto o una forza della natura, ma su una Persona, l'unica che può insegnarci ogni cosa e ricondurci con fedeltà alla corretta interpretazione delle parole di Gesù. La Chiesa, suscitata dallo stesso Spirito, è sospinta da Lui a tornare alle proprie sorgenti, a ricercare e custodire le parole del Maestro, riscoprendole più attuali e vive che mai. Gesù è vivo, oggi fra noi, ed è riconosciuto “Signore” da un popolo che accoglie il suo Spirito e si riconosce “Chiesa”, un popolo di rigenerati e chiamati ad essere fermento per una rinascita del mondo.
Il mio impegno di oggi sarà riflettere che è stato il Signore per primo ad impegnarsi per me: Egli ha un progetto importante e mi vuole inondare con il suo amore. Mi limiterò dunque a custodire quella vigilanza che mi consenta di accorgermi di come Egli sta preparando una strada per la mia vita, mi adopererò ad osservare i segni dei tempi, ad avere l'orecchio teso per non essere indifferente a un Dio che oggi più che mai parla la mia stessa lingua.
La voce di un Padre
“Sono ebbri, sì, ma di quella sobria ebrezza che fa morire i peccati e vivifica il cuore ed è l'opposto dell'ebrietà materiale. Questa fa dimenticare quello che già uno sa; quella invece dona la conoscenza di ciò che prima era sconosciuto”
Cirillo di Gerusalemme
don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it