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TESTO La festa della comunione con il corpo e il sangue del Signore

padre Antonio Rungi

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (23/06/2019)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,11-17

11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Celebriamo oggi la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, meglio conosciuta con l'espressione latina “Corpus Domini”. Due sono i momenti forti e significativi per noi cristiani da vivere in questa giornata dedicata al Santissimo Sacramento dell'Altare: la partecipazione alla Santa Messa, memoriale della Pasqua di Cristo e alla processione in onore e a lode di nostro Signore Gesù Cristo, presente in corpo, sangue, anima e divinità nell'Ostia Consacrata.

Nel testo del Vangelo di Luca ci viene narrata la moltiplicazione dei pani e dei pesci, che Gesù operò per sostenere il cammino fisico di quante persone, maschi, femmine, piccoli e grandi che lo seguivano nei suoi viaggi missionari.
Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, la chiesa, fin da primi secoli, in questo miracolo di Gesù ha visto il segno della santissima eucaristia, al punto tale che nella liturgia della solennità del Corpus Domini viene riproposto il racconto che ne ha fatto San Luca nel suo Vangelo, al fine di invitare, chi lo ascolta, lo medita e lo fa proprio, ad essere in sintonia con quanto ha operato Cristo a favore di quanti lo seguivano.
“Date voi stessi da mangiare” è quanto chiede Gesù agli apostoli di fare in quell'istante e chiede anche oggi a noi.
Cosa possiamo dare da mangiare se come, successe in quella circostanza, c'è poco o niente da distribuire a tanta gente?
Gesù opera il miracolo di sfamare la fame dei suoi ascoltatori. Noi dobbiamo sfamare la fame di Dio mediante il sacramento dell'eucaristia.
Una piccola ostia consacrata, che racchiude la presenza reale di Cristo deve sfamare il bisogno di Dio, di amore e di fraternità in questo mondo.
Gli apostoli che si trovano in disagio di fronte all'invito di Gesù di sfamare tanta gente, dimostrano una mancanza di fiducia e speranza nella provvidenza.
Essi consigliano al Signore di congedare la folla e di far provvedere da loro stessi il necessario per vivere e quindi anche per seguire il Maestro.
“Signore non abbiamo nulla, solo cinque pani e due pesci. Ma cosa è mai questo di fronte a migliaia di persone”.
E' una misera cosa, impossibile a soddisfare le necessità di alimentarsi di tanta gente, in considerazione che si stava facendo buio e non era più possibile reperire il necessario, anche nell'estremo tentativo di andarlo a cercarlo altrove o a comprarlo, come avevano consigliato gli apostoli a Gesù.
Gesù, da parte sua, non si mette a discutere a fare progetti, a vedere cosa si possa fare, dicendo poi vediamo, adesso studiamo il caso e vediamo come risolverlo in avanti. Interviene subito e direttamente e con quel poco che aveva a disposizione, lo moltiplica in modo tale da soddisfare i bisogni di così tanta gente. Opera un miracolo della carità che a ben dire è il miracolo eucaristico più vero ed attendibile della storia della nostra fede e della nostra santa religione.
Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, da sempre abbiamo visto e vediamo il significato più immediato della santissima eucaristia, per vari motivi.

“Ogni volta che celebriamo l'Eucaristia, mediante questo Sacramento così sobrio e insieme così solenne, noi facciamo esperienza della Nuova Alleanza, che realizza in pienezza la comunione tra Dio e noi. E in quanto partecipi di questa Alleanza, noi, pur piccoli e poveri, collaboriamo a edificare la storia come vuole Dio. Mentre ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo, siamo assimilati a Lui, riceviamo in noi il suo amore, non per trattenerlo gelosamente, bensì per condividerlo con gli altri. Questa logica è inscritta nella Eucaristia: riceviamo in noi il suo amore e lo condividiamo con gli altri. In essa, infatti, contempliamo Gesù pane spezzato e donato, sangue versato per la nostra salvezza. E' una presenza che come fuoco brucia in noi gli atteggiamenti egoistici, ci purifica dalla tendenza a dare solo quando abbiamo ricevuto, e accende il desiderio di farci anche noi, in unione con Gesù, pane spezzato e sangue versato per i fratelli. La presenza di Gesù vivo nell'Eucaristia è come una porta, una porta aperta tra il tempio e la strada, tra la fede e la storia, tra la città di Dio e la città dell'uomo”.
Noi vogliamo entrare in questa porta dell'amore e della carità, per essere anime eucaristiche nel senso più pieno del termine e nella sua espressività più completa. Vogliamo rendere lode a Dio e in questa lode inseriamo quanti hanno bisogno di essere accolti, amati e sostenuti. Il miracolo della moltiplicazione dei pani è possibile anche a noi, mediante il dono dell'amore gratuito e generoso verso tutti. Dalla celebrazione delle scaturire un stile eucaristico di vita e di missione di ogni cristiano.

Nella seconda lettura, tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi, ci viene ricordata la prassi liturgica nella celebrazione dell'eucaristia presso le comunità cristiane, fondate dall'apostolo delle Genti. Paolo sottolinea che quello che ha ricevuto dal Signore è lo stesso che a sua volta ha trasmesso agli altri, cioè il dono dell'eucaristia: “il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga”.

Ci ricorda il libro della Gènesi, prima lettura di oggi, ciò che fece Melchisedek, Re di Salem. Egli “offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
Questa preghiera di ringraziamento ha una valenza di carattere eucaristico e come tale è inserita nella celebrazione di questa solennità.

 

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