TESTO Il pane del Regno
don Marco Pratesi Il grano e la zizzania
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (31/07/2005)
Vangelo: Mt 14,13-21

In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
I Vangeli Sinottici (Matteo, Marco, Luca) presentano come elemento centrale dell'annunzio di Gesù il "Regno di Dio". Esso è la situazione nella quale Dio regna, dove cioè il progetto di Dio, nei suoi vari aspetti, si realizza. Gesù proclama appunto che il Regno di Dio è arrivato, è "vicino", nel senso che è possibile entrarvi da subito.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani è uno dei segni dell'arrivo di questo Regno, di questa salvezza offerta in abbondanza e gratuitamente.
Una domanda cruciale alla quale nessuno può sfuggire è infatti: "dove vado a cercare il pane?". In altre parole: dove cerco la vita, chi può darmela, chi me la assicura? Dalla risposta dipende l'esistenza intera.
Non c'è alcuno che non sia sotto una signoria: ognuno di noi affida la propria vita a un signore. Si può cercare la vita nei beni materiali, nel denaro, nel piacere, nell'autoaffermazione in vari campi, nell'evasione, etc...
In questo caso la mia vita è sotto la signoria degli idoli, la faccio dipendere da essi. Non mi trovo nel Regno di Dio, la mia vita non la faccio dipendere da lui, non cerco il suo progetto, mi sottometto ad altri gioghi, cerco di soddisfare altre esigenze: le richieste che l'idolo mi fa per darmi la vita. Perché l'idolo non mi dà la vita gratis, tutt'altro: vuole essere pagato, e molto.
Passare nel Regno di Dio, entrarci, significa entrare in una prospettiva nuova: io sono figlio di Dio, il pane mi viene da lui per un dono, non dipendo da altri. Il pane lo chiedo a lui: "dacci oggi il nostro pane quotidiano", sta al centro del Padre Nostro.
La mia vita viene così liberata, sottratta alla signoria degl'idoli. Il mio re, il mio Signore, quello che mi dà il pane, è solo Dio. È pasqua: passo dalla schiavitù degl'idoli alla libertà di chi ha solo Dio come Re.
Momento forte di questo passaggio è l'Eucarestia: in essa io nella pasqua di Gesù celebro la mia pasqua. Il miracolo della moltiplicazione dei pani è anticipazione e segno dell'Eucarestia. Il pane si moltiplica e la pasqua si rivive ogni volta che passo dalla schiavitù degli idoli, che chiedono sempre più e danno sempre meno, a servire il Dio vero, che mi nutre gratis e in abbondanza.
Glorifica il Signore Gerusalemme, Chiesa di Dio, perché sazia i tuoi poveri con fior di frumento.
All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci sazi di vita, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.
Al Padre Nostro:
Chiediamo con fiducia al Padre il pane per la nostra vita: