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TESTO Ma di quale tesoro parla Gesù?

mons. Antonio Riboldi

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (24/07/2005)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

E' una triste storia di ieri e forse di oggi, quella di tantissimi che, pur di trovare l'oro o diamanti, o altro, - i tesori del mondo – affrontano una vita di disagi incredibili. E tante volte tornano a mani vuote o addirittura perdono la vita. Ma anche senza percorrere i passi di questi, che tante volte vengono chiamati "pionieri", basta osservare cosa non si fa oggi per trovare "campi" dove si dice ci sia il tesoro, ossia il benessere, la ricchezza, la fama o quant'altro si vuole.

Ci sono persone rare, che sono capaci di trovare il loro tesoro nell'amore della famiglia, nei figli. Mamma mi ripeteva spesso, e questo a tutti i suoi figli: "Siete il mio tesoro". E chissà quanti di noi chiamano l'amore, l'amico: "un tesoro", difficile a trovare oggi, ma impagabile se si trova. E ci sono tanti che trovano in Cristo "il tesoro" grande come il cielo, bello come il Paradiso, immortale come Dio.

Nella sua giovinezza era brillante, bella, "un tesoro di ragazza", per la sua bellezza e fama. Ad un certo momento si mise in discussione e vide che tutto questo era vanità, come mettere i piedi in un pantano che affonda. Per caso ci si incontrò e iniziò la ricerca fino a che, lentamente, lo Spirito la mise in crisi su tutti i "tesori" del mondo. E trovò la perla nascosta, Gesù. Il giorno che varcò la porta del monastero le chiesi se non rimpiangeva il tanto "bello", la fama e tutto il resto che lasciava fuori il Convento.

Mi rispose con un sorriso incredibile: "Adesso che finalmente ho trovato la perla, Cristo, cosa vuole che mi importi delle vanità del mondo? Sono solo come le lucciole notturne, destinate a brillare per una notte e poi sparire dove sono nate, il letame".

C'è una Chiesa, in un paese vicino a Torino, chiamata la Madonna della stella. E' la storia di un contadino che ogni notte notava come la luce di una stella si posasse su un pezzo del suo terreno. Non ne capiva la strana ragione. Un giorno si decise di cercare e cominciò a scavare quel terreno. Sotto. trovò una stupenda icona della Madonna che da allora si chiamò Madonna della stella.

Così dice Gesù oggi a me e a voi in proposito: "Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova, e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra (Mt. 13,44-52).

Ho un prezioso ricordo, uno dei tanti visti e vissuti accompagnando nelle sue visite, nelle varie giornate con i giovani, che sono un vero tassello di un mondo inesplorato, forse, ma che è il mondo dei tesori trovati nel campo: riguarda l'amato Giovanni Paolo II. Partecipò ad un grande raduno nazionale degli Scouts, a Pian di Pezze, vicino all'Aquila. Erano 15 mila e forse più, di ogni età. La Route che durò alcuni giorni avvenne in un grande prato in montagna. Furono invitati tanti che rappresentavano il ventaglio delle proposte religiose, sociali, politiche di quel tempo. Se non erro era il 1982. La chiusura avvenne di domenica in un meraviglioso anfiteatro all'aperto. Sua Santità celebrò la S. Messa nel pomeriggio ed io avevo la fortuna di concelebrare con Lui ed altri due vescovi. Alla fine della Messa mi chiamò in disparte per chiedermi un giudizio su quei giovani e meno giovani. Voleva capirli e tracciare la Via di Dio alla vita: in pratica invitarli a cercare "il tesoro nascosto nel campo".

"Santo Padre, gli risposi, questi giovani hanno in comune la volontà di camminare insieme nella vita per evitare di finire nel pericoloso branco senza meta. Sono come una grande cordata in montagna, la montagna della vita: alcuni mirano direttamente alla santità, e sono tanti, veri scalatori del Vangelo: altri seguono con fatica ed infine c'è chi non ha ancora trovato il bello della fede. Bisogna, credo, accostarli con amore, incoraggiandoli". Mi ringraziò e subito si mise a disposizione di quei giovani per un dialogo a tu per tu. Fu un dialogo così denso di domande e di ricerca che credo incoraggiò i coraggiosi e fece uscire allo scoperto i dubbiosi. Non voleva più andarsene e la sera si faceva vicina. Si congedò con rammarico "perché, disse, quelli dell'elicottero mi fanno cenno che aspettando oltre non sarà più possibile volare".

O se volete, basta riflettere su quella autentica Pentecoste, che fu la lunga agonia del Santo Padre e la sua morte. Chi può scordare quelle lunghe attese per "vederlo da vicino", come a carpire il segreto della sua santità.

Quanta gente in lui, proprio allora, ha trovato il tesoro "nascosto" e ha messo in discussione tutte le effimere proposte della vita che vengono fatte rischiando di rovinare il prezioso dono della vita stessa?

E' davvero un danno immenso, di cui dovremo rispondere, fermarsi alla superficie del campo, là dove si danno appuntamento le illusioni degli uomini, e non accogliere l'invito a cercare il tesoro di Dio. Alla fine si rischia di avere tra le mani un pugno di terra, perché non si è avuto chi ci invitasse a scavare "con il coraggio di vendere tutto per acquistare quel campo".

Due anni fa qualcuno pose il problema dei "nuovi peccati del nostro tempo", tra cui l'evasione fiscale, la trasgressione del codice della strada e la corsa alle cosiddette "veline", ossia all'apparenza per se stessa.

Interpellato da una giornalista, si disse d'accordo con la necessità di pagare le tasse, come solidarietà al bene comune: come era d'accordo con l'osservare il codice della strada per non uccidere o farsi del male. Ma sulle "veline" non trovava la ragione della condanna. "Il danno, cara signora, non è la velina in se stessa, ma il ridurre il pregio ineguagliabile della donna a merce da vedere...quando la bellezza della donna non è custodita dalla sua dignità diviene oggetto di "vendita". La giornalista aveva due figlie di 16 e 18 anni, quindi interessate al problema. Le dissi: "Signora, vi è una bellezza puramente fisica che è semplicemente cura del corpo da esibire e nulla più: come può essere la bellezza di una star. Vi è una bellezza superiore, in tutti, che è la bellezza del cuore, della cultura, della volontà, come è nelle persone colte che tante volte non si curano fisicamente. E vi è una bellezza insuperabile, che è quella dell'anima ed è la santità, come quella di Madre Teresa di Calcutta. Per le sue figlie, dovendo scegliere una di queste tre bellezze, quale sceglierebbe?"

Non ci fu riposta. "Signora, stia attenta a non regalare alle sue figlie pezzi di vetro rotto credendolo diamante. La bellezza fisica passa e lascia alle sue spalle un inutile ricordo. La bellezza culturale invece lascia le sue tracce ed è sempre ammirata. Ma la santità è un arcobaleno nel cielo che non tramonta mai".

La Sacra Scrittura oggi ci dona un esempio stupendo con il re Salomone. "Il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: Chiedimi ciò che io devo concederti. E Salomone disse: Signore, Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo, non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso? Al Signore piacque che Salomone avesse chiesto la saggezza nel governare. Dio gli disse: Perché non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, io faccio come tu hai detto. Ecco, io ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te, né sorgerà dopo di te" (Re 3, 7-12).

Conosciamo tutti la storia della nostra debolezza, facile a farsi catturare dalle vanità, voltando le spalle al "bello vero". Capitò anche a Gesù quando, incontrato un giovane ricco, che era buono, osservante dei comandamenti, fece la grande proposta: "Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi". Il tesoro era a portata di mano per quel giovane: era Gesù. Ma lui aveva il cuore altrove, "i suoi molti beni", e, voltando le spalle al Maestro, se ne andò, preferendo "cose che passano".

Sembra proprio che noi, a volte, ripetiamo la sua storia come quella di Eva, che si lasciò catturare dalle proposte del serpente, il più astuto degli animali.

Con inganno le prospettava una bellezza come quella di Dio, voltando le spalle all'autore della vera gioia. Si lasciò ingannare. "Gli si aprirono gli occhi" dopo avere disobbedito e "si accorsero di essere nudi e si nascosero".

Come è facile anche oggi lasciarsi ingannare per poi trovarsi "nudi"!

E a questo punto ripropongo la domanda fatta alla giornalista: "Quale bellezza volete? quella di una star? Di una persona colta? O di un santo?

Io desidero quella di un santo, senza il minimo dubbio, sapendo che la santità, "cercare il tesoro nascosto", chiede di vendere tutto, richiede tanto sacrificio, come la cordata degli Scouts, ma ne vale la pena, per la felicità che si ottiene, per il vero "sapore della vita", sopratutto per non sentirsi "nudi"
E i miei amici che pensano?

 

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