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TESTO Libertà di Dio

diac. Vito Calella

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (09/06/2019)

Vangelo: Gv 14,15-16.23-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Viviamo in un contesto culturale in cui tutto sembra che dipenda dall'iniziativa umana e la libertà individuale è sbandierata come un valore assoluto. Valgono le mie opinioni, le mie scelte, i miei progetti, le mie amicizie, la mia maniera individuale di vivere il mio rapporto con Dio. Ci si può anche confrontare, ma alla fine ciascuno tende ad andare per la sua strada ed esige che la sua sacrosanta libertà sia rispettata. Ci vuole poco per sperimentare il limite e il peso della nostra fragilità umana: ogni scelta fatta fissa ogni nostra azione facendo diventare il vissuto una storia che non si può più cambiare. E quando agiamo possiamo concordare con san Paolo, nel constatare amaramente che la propria esistenza è segnata da una costante lotta interiore: «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio [...]Quando voglio fare il bene, il male è accanto a me» (Rm 7, 19a.21b). Il nostro vissuto passato si accumula di memorie indelebili di perdite non accolte, di conflitti non risolti, di frustrazioni non digerite. Il peso della nostra fragilità sembra soffocare quella comunione bella e sincera con le persone che ci amano e che amiamo e quella bellezza che siamo con la nostra dignità e con i doni delle nostre qualità. Facciamo tanta fatica ad accettare che la nostra libertà sia limitata e vada a braccetto con tanti condizionamenti: ci illudiamo di agire liberamente, ma siamo agiti dalle mode del momento; crediamo di essere padroni di noi stessi e invece siamo schiavi delle forze inconsce del mondo imprevedibile della nostra interiorità psicologica; credevamo di essere coraggiosi, e invece siamo chiusi e bloccati da tante paure per affrontare le sfide della vita. La Parola di Dio per mezzo dell'apostolo Paolo, ci avverte: ad ogni momento della giornata siamo liberi di scegliere di vivere secondo la carne o secondo lo Spirito. Possiamo dare fiducia esclusiva alla voce dei nostri sentimenti e piaceri da appagare, alla voce della nostra coscienza che ci fa credere che esista solo la nostra iniziativa umana a determinare il destino della nostra vita. Alla fine ci ritroviamo sotto il dominio della carne, ci credevamo liberi, ma siamo profondamente condizionati dalla nostra limitatissima libertà. Possiamo anche correre il rischio di aver conosciuto Gesù, ma di scegliere di non amarlo, e questo avviene quando il nostro sguardo non riesce a cogliere il dono della Parola di Dio già disponibile, ma messo a parte come se fosse un libro uguale agli altri tra tutti quelli della nostra libreria di casa. «Chi non mi ama, non osserva le mie parole» (Gv 14,24a). Eppure è proprio il dono della Parola di Dio a rivelarci che non esiste solo la nostra libertà limitata e condizionata. Esiste la libertà del Padre amante del Figlio e del Figlio l'amato del Padre. È l'agire divino finalizzato solo alla vera comunione d'amore, comunione che non si consuma nella relazione Padre - Figlio, ma si espande in tutta l'opera della creazione e della redenzione. Possiamo allora contemplare il “tutto è dono” della natura che ci circonda, il “tutto è dono” della nostra vita e della vita dei genitori che ci hanno generati, della famiglia che ci ha accolti, del popolo e della cultura di cui siamo appartenenti, di tutte quelle persone che in qualche modo hanno contribuito a farci diventare così come siamo oggi. Possiamo contemplare il “tutto è dono” della comunità cristiana che ci ha generati alla fede, di tutti quei testimoni di vita cristiana che ci hanno fatto conoscere e amare Gesù consegnandoci il tesoro preziosissimo delle sue parole di vita. I Vangeli e gli altri libri del Nuovo Testamento non sono stati scritti da Gesù, il Figlio di Dio inviato dal Padre per assumere la nostra umanità. Tutto ciò che sappiamo su Gesù fu scritto per mano di uomini di fede della prima comunità apostolica. Ora tutta l'opera della creazione, tutta la storia della salvezza, dalla liberazione dalla schiavitù dell'Egitto al mistero dell'incarnazione del Verbo fatto carne, morto, sepolto e risuscitato per noi e per la nostra salvezza: tutto parla della libertà di Dio, dell'azione del suo Santo Spirito. La libertà di Dio è lo Spirito Santo ispiratore di tutte le Sacre Scritture: «Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,6). La libertà di Dio è lo Spirito Santo che ha già realizzato nella storia, per mezzo della morte, sepoltura e risurrezione di Gesù il progetto del Padre di «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra» (Ef 1,10), perché «tutto è stato creato per mezzo di Cristo e in vista di Cristo» e tutto sussiste in Lui (Col 1,16-17). Quella comunione d'amore che unisce eternamente il Padre e il Figlio è la stessa forza d'amore gratuito che ci vuole tutti uniti in Cristo, tutti già rivestiti della bellissima dignità di essere figli di Dio. «Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!» (Rm 8, 15b) Questa dignità è già data ad ogni essere umano indipendentemente di religione, razza, popolo e ci accomuna tutti come fratelli. Ma l'essere tutti uniti in Cristo lo custodiamo e lo sperimentiamo ogni giorno grazie alla nostra appartenenza al Corpo di Cristo che è la nostra comunità cristiana. La libertà di Dio è lo Spirito Santo che già abita in noi, e attende di essere scoperto come forza vitale di liberazione e trasfigurazione di tutte le nostre povertà umane, di tutti i nostri condizionamenti e di tutti i nostri atti peccaminosi, che hanno generato in noi e tra noi divisioni, separazioni, frustrazioni e sofferenze. Se umanamente il nostro passato non si può cancellare né modificare, c'è in noi una libertà più potente della nostra libertà limitata e condizionata: c'è la libertà creatrice, liberatrice e trasformante dello Spirito Santo, che, a partire dalla nostra fragilità, ci fa vivere esperienze di profonda e vera comunione, di unità nella carità, in piccoli gruppi di condivisione di preghiera e vita della nostra comunità. E questi sono tutti segni del Regno di Dio già in mezzo a noi nella nostra vita e nella nostra storia. Cosa aspettiamo dunque a consegnare la nostra libertà limitata e condizionata alla libertà creatrice e liberatrice dello Spirito Santo che già abita in noi?

 

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