PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO "Gesù un Amore che brucia"

don Mario Simula  

II Domenica di Pasqua (Anno C) (28/04/2019)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

La meraviglia di Gesù Risorto si manifesta in tutta la sua bellezza, nella sua infinita dolcezza, nella premura verso i suoi discepoli. Li vuole veramente condurre verso una fede che non abbia più titubanze, visitazioni, perplessità. Ecco il mistero del Risorto svelarsi in tutta la sua incomprensibile meraviglia. Noi possiamo toccare quel corpo, con Gesù possiamo consumare il cibo della fraternità. Eppure Lui entra, in punta di piedi, nel luogo dove i suoi amici sono ancora pieni di paura, ma anche di attesa e di gioia. Entrando in quella stanza, il Signore, regala ai suoi amici il dono più alto: la pace, la sua pace, quella pace che solo Lui può donarci, quella pace che appaga la fame di felicità che c'è nel nostro cuore.
“Pace a voi!”. Pace a me, augura Gesù. Pace a noi, assicura Gesù. Pace ad ogni uomo e ad ogni donna di buona volontà, dona Gesù.
Ma come si traduce questa pace del Risorto? Nella misericordia piena, nel perdono più totale, nella benevolenza più gratuita, nell'umiltà più amabile. Gesù non può tenere per se la meraviglia della riconciliazione. Manda i suoi amici, manda tutti quelli che lui chiamerà al suo servizio, a rimettere i peccati.
Quale cuore tenero deve contenere il mio petto per essere fedele al comando del Signore e generoso come lo è il suo cuore? Ma tutti noi siamo chiamati a portare il mistero dell'amore donato, dell'amore che crea in noi un cuore nuovo e lo trasmette agli altri.
Gesù, però, vuole anche confermare la fede dei suoi amici. Lo fa con le parole e con il linguaggio dei gesti. “Toccate, vedete, gustate, ascoltate, sono IO. Sono il vostro Amore. Sono il vostro Amore Vivente. Sono il vostro Amore indistruttibile. Così indistruttibile che dovete lo dovete portare, lo dovete raccontare, lo dovete contagiare, lo dovete trasmettere.
Tommaso è assente. Non gode di questa esperienza diretta del Signore in mezzo ai suoi amici. Viene a conoscerla per sentito dire. Ma non si fida. E' ostinato nella ricerca di prove concrete. Non è cattivo. E' soltanto uno di noi che sta brancolando ancora nella nebbia e attende che Gesù, il Sole e la Stella del mattino, diradi questo grigiore per fare spazio allo splendore, alla Luce, alla certezza, all'innamoramento. Non passano otto giorni che Gesù è ancora con i suoi. C'è anche Tommaso, l'incredulo. A tutti Gesù augura, ancora una volta e dona per sempre, la pace; poi volge uno sguardo particolarmente amoroso verso Tommaso. “Tommaso, eccomi. Mi vedi? Hai ancora dubbi? Tocca le mie mani ferite dai chiodi, tocca i miei piedi lacerati. E soprattutto metti la tua mano nel costato aperto. Immergila. Senti il fuoco. Senti il battito. Senti l'amore. E non essere più incredulo, ma credente. Fidati di me, sempre. Non mettere più in dubbio le mie parole, la mia presenza, le mie promesse, la vita che vi ho promesso. Questo corpo, piagato e glorioso, è davanti a te. E' una testimonianza intrisa di certezza. E' una testimonianza segnata con il sangue. E' una testimonianza resa viva per sempre dall'amore. Tommaso, non essere incredulo, ma credente”.
Ma Gesù sta parlando solo a Tommaso? O dietro quel nome c'è anche il mio nome? La mia durezza di cuore? La mia ostinazione nella ricerca di dimostrazioni che rendono pallido l'amore?
Gesù sta parlando a me, sta parlando alla sua comunità, sta parlando al mondo. Proviamo, tutti insieme a ritrovare l'umile fede di Tommaso e diciamo: “Mio Signore e mio Dio!”.
Gesù sarà sempre lungo le nostre strade. Sempre ci ripeterà l'invito a non essere increduli. E noi diventati credenti per grazia, lo seguiremo. Con gioia, con coraggio, come i suoi primi amici che, colpiti a sangue, se ne andavano contenti per aver subito violenza a causa del nome di Gesù. Soltanto questo atteggiamento potrà attirare al mistero della morte e resurrezione del Signore, tanti uomini e donne che lo stanno cercando e, forse, proprio per la nostra poca fede, non lo trovano. Qualche volta abbiamo bisogno di raccoglierci nel silenzio più profondo del cuore per lasciarci investire dalla forza irresistibile della parola, per poterla annunciare e renderla, con la nostra vita, credibile.
Gesù, il tuo amore è chiarissimo. Non permette dubbi. Perché al mio cuore rimane talvolta incompreso?
Ho meditato a questo interrogativo più volte in questi giorni dopo Pasqua. Mi sono detto: “E' troppo breve il mio amore, è un lampo che guizza e poi scompare. Il mio amore è fugace. Non si attarda a contemplare le tue piaghe gloriose. Non è capace di lasciarsi raggiungere dalla tua fiamma.
Gesù, perché sono così volubile, così incerto, così instabile? Eppure tu, Gesù, non mi risparmi un briciolo del tuo amore, me lo doni tutto. Tutto. Sempre e tutto. E' chiaro, anzi, che davanti al tuo amore, continuo a provare le vertigini. Mi vien voglia di percorrere strade lisce e piane. Quanto tempo passerà ancora, o Gesù, perché io comprenda che l'amore, quello che sconvolge la vita, quello che la trasforma, quello che la rende meravigliosa, quello che la rende degna di essere vissuta, si paga a caro prezzo?
Gesù, ho proprio paura delle prove, delle incomprensioni, dell'oscurità, del nascondimento. Quanto sono ancora attaccato alla fede in me stesso!
Aiutami, Gesù, ad incontrarti in qualsiasi luogo di questo mondo, in qualsiasi circostanza della mia vita. Aiutami a gettarmi ai tuoi piedi per dirti, indegno e meschino, che ti amo, che ti amo più di ogni altro, che ti amo come l'Unico.
Gesù, il giorno in cui saprò dirti questo tu, mi farai scoprire la bellezza, lo stupore della mia paternità, del mio dono agli altri, della disponibilità, dell'amore incontenibile che è in me.
Nella lotta, riempimi della tua pace.
Nel peccato fammi toccare, con tutta la mia persona, l'ebbrezza del perdono.
Nell'esitazione fammi sentire la certezza della tua Pasqua.
Tu, Gesù sei, mio Signore, mio Dio.
Sei il mio tutto.
Sei il mio appagamento.
Sei l'acqua che mi ristora.
Tu, Gesù, sei il vino che mi inebria.
Tu sei l'unico Maestro di amore per me. Mi hai svelato l'amore del Padre, concedimi di essere padre.
Mi hai manifestato la tenerezza del padre, donami di essere un bambino che sa abbandonarsi sul grembo, e tra le braccia di sua madre.
Oggi, domani, sempre, tu sei la mia Pasqua, la mia vita nuova, il mio passaggio dalla schiavitù alla libertà, l'acqua che mi rigenera conducendomi dalla morte ad una esistenza nuova.
Donami la grazia, Gesù, di non restare sempre sulla soglia del tuo amore. Dammi la grazia di entrare dove sei tu, nella tua intimità, dentro la luce dei tuoi occhi, dentro l'incendio del tuo amore. Voglio raccontarti Signore. Non per sentito dire. Ma per esperienza. Ogni giorno, per esperienza. Anche quando sbaglio perché ho toccato con mano, ancora una volta, l'esperienza della tua tenera dolcezza.
Gesù, significato e amore della mia vita.

 

Ricerca avanzata  (53706 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: