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TESTO Commento su Matteo 13,1-23

padre Paul Devreux

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/07/2005)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Molta gente si raccoglie intorno a Gesù per ascoltarlo. Segno che cercano qualche cosa, che hanno un bisogno al quale Gesù risponde e che hanno voglia di ascoltarlo.

Gesù parla loro in parabole. Dalla traduzione del testo sembra che Gesù parli in parabole per non farsi capire e così attualizzare la profezia d'Isaia. Sarebbe assurdo, Gesù non ha tempo da perdere.

Sappiamo che la parabola è un genere linguistico fatto apposta per provare a spiegare, con parole semplici e con esempi, cose complicate. Quindi se Gesù parla in parabole è per cercare di farsi capire da tutti, per lo meno sull'essenziale. A chi poi decide di seguirlo e di fare sul serio, sforzandosi di capire fino in fondo il suo messaggio, Gesù volentieri approfondisce il discorso.

Per cui, già da questo vediamo che Gesù si rende conto che ha davanti due categorie di persone: una entusiasta di ascoltarlo e di ricevere il suo messaggio, e un'altra che non si accontenta di ascoltare e che desidera provare a seguirlo mettendo in pratica i suoi insegnamenti.

Io chi sono? Forse un po' l'uno e un po' l'altro, a seconda di cosa penso che mi convenga.

Gesù però mi avverte: il terreno che porta frutto, e quindi vive bene, è quello buono, cioè quello profondo, che si lascia arare, ribaltare dal seminatore, per accogliere il seme in profondità e lasciargli prendere radice.

Chi mi farà diventare un terreno buono? La vita.

Signore, grazie perché con la tua pazienza e lungimiranza mi farai passare attraverso tutte le tappe di questa parabola: dall'essere una strada impermeabile ed autosufficiente, al terreno sassoso un po' curioso ma che lascia crescere solo le spine, le arrabbiature, i conflitti, fino a poi diventare un terreno buono e ricettivo.

Signore, dammi vita affinché possa arrivare fino alla fine di questo lungo cammino provvidenziale di conversione, per arrivare alla piena comunione con te.

 

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