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TESTO Commento su Matteo 10,7-15

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Giovedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/07/2003)

Vangelo: Mt 10,7-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.

Come vivere questa Parola?

"Vocazione" e "missione" degli Apostoli sono narrate di seguito. Esse stanno sempre insieme. La vocazione ad essere "figli" si realizza infatti nella missione verso i fratelli. "Prendere" e "dare" gratis... la propria vita è fondamentale – dice Gesù – per ottenere in dono la vittoria sul possesso. Dunque, il discepolo sappia rinunciare all'accumulo del denaro, alle due tuniche, ai sandali o a qualsiasi altra sicurezza umana perché "il Padre sa di che cosa abbiamo bisogno" (cf. Mt.6,32). E' lo scandalo-vittoria di chi si rimette totalmente a Dio e fa il bene senza alcun interesse. Dio è Amore e dona a quanti aprono la mano e chiedono. E' dono assoluto, senza riserva o considerazioni di merito: Gesù, poi, nostro insostituibile referente,"non tenne gelosamente nulla per sé, si spogliò di tutto" rivestendoci, infine, con la sua stessa nudità. Vivere di questo dono è la radice della nostra capacità di donare a chiunque perché vero prezzo della vita è sempre e solo la gratuità.

Appare di un'evidenza folgorante che, impostare la vita nella ricerca prioritaria del Regno di Dio e della sua giustizia, porta alla pace e alla salvezza; mentre lasciarsi afferrare da qualsiasi sete di possesso e affanno è perdizione. Ma che cosa implica questa ricerca costante, esistenziale, sotto lo sguardo di un Padre che ci conosce nell'intimo dentro tutta la nostra storia ed è pronto a darci le energie dello Spirito e la pace di Gesù in aiuto? Certamente una categorica rinuncia a qualsiasi forma di "egoismo" che pone te stesso al centro di tutto: tu sei il sole e gli altri ti devono ruotare intorno. Mentre l'amore situa l'«altro» al centro. Si tratta di entrare nel circuito di quello splendido decentramento che irradia sempre luce e calore: se amo, il mio bene è fuori di me e mi realizzo unendomi a lui nel servizio. Così il cristiano supera la menzogna del proprio «ego» e diventa come Dio, assoluta gratuità e dono d'amore.

Oggi, nel silenzio e nella pace di tutto l'essere ritmo sul respiro per un po' di tempo questa preghiera:

Shalom Padre, per me e per i miei fratelli. Grazie! Grazie! Grazie!

La voce di un biblista e profeta dei nostri giorni

Signore, non ti chiediamo di capire, vorremmo invece saper amare di più, vorremmo trarre da ciò che possiamo comprendere la capacità di amare, perché noi siamo certi che niente ci può separare dal tuo amore, niente ci può separare dalla forza dello Spirito diffusa nei nostri cuori. Sì, perché tu vuoi fare di noi dei servitori adatti del Vangelo, interiormente liberi.
Card. Carlo Maria Martini

 

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