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TESTO Dio semina la sua Parola nel cuore degli uomini

don Roberto Rossi  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/07/2005)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto".

La parabola del seminatore è una delle prime che il vangelo riporta, è una delle più facili da comprendere perché Gesù non solo la racconta ma la spiega. E' Gesù stesso che tiene l'omelia. Innanzitutto guardiamo la parabola nel suo riferimento al Signore. E' Lui il vero seminatore, Colui che sempre esce a seminare, che semina con un gesto largo della mano e soprattutto con la grandezza del suo cuore, che si rivolge sempre a tutti, non si ferma davanti alle difficoltà, non calcola dove ci può essere risposta più o meno abbondante. Viene messa in risalto qui la grandezza dell'amore infinito di Dio verso tutti e viene descritta pure la libertà e la collaborazione dell'uomo che può essere più o meno disponibile all'opera del Signore. Gesù elenca vari tipi di terreno: sorprende che tanta parte del seme vada praticamente sciupato, cada su terreno non adatto. Parte cadde sulla strada e gli uccelli la divorarono, parte in luogo sassoso e presto si seccò, parte tra le spine e fu soffocata, finalmente parte in terra buona e diede molto frutto. Caratteristica del cuore di Dio è l'abbondanza, la liberalità, la fiducia, nonostante tutto. Perché la parola di Dio porterà sempre frutto, ci ha detto il testo del profeta Isaia.

Di fronte a questa semina abbondante che il Signore fa sempre, anche in ciascuno di noi, nella nostra famiglia, nella nostra comunità parrocchiale, nella Chiesa, come nella vita dell'umanità, dobbiamo domandarci: che tipo di terreno siamo? Siamo strada, siamo sassi, siamo spine? Non per scoraggiarci o rassegnarci, ma perché possiamo prendere coscienza della nostra situazione e dei ostacoli che sono in noi e possiamo lavorare spiritualmente, dissodare il nostro cuore e farlo diventare terreno buono e disponibile alla Parola del Signore. Certo tante volte siamo strada, ascoltiamo la parola di Dio, ma non la comprendiamo, non la approfondiamo e il maligno ci porta via ciò che è seminato nel nostro cuore. Tante volte siamo terreno sassoso, cioè accogliamo con gioia e fervore il Signore, ma non abbiamo radici e convinzioni profonde, siamo incostanti e le difficoltà ci fanno cedere. Tante volte siamo terreno spinoso e come dice Gesù "le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola di Dio" e non diamo frutto buono.

Un giovane dopo un sincero esame di coscienza ha scritto nei suoi appunti: "Signore mi accorgo che io sono tutte e tre queste cose: strada, sassi, spine. ma ti prego, aiutami, fa' che io lavori nel terreno del mio cuore perché possa diventare terra buona per la tua parola, per il tuo amore, per il tuo regno".

Un'altra domanda: è importante per noi la Parola del Signore? La ascoltiamo con fede e attenzione in chiesa? La leggiamo nel testo della Bibbia o almeno del vangelo? Ricerchiamo la novità profonda di impostazione che ci offre la Parola di Dio, per non accettare solo ciò che è conforme alle nostre idee o alla mentalità comune? E' importante che siamo noi a conformarci e a convertirci alla Parola di Dio, per proiettarci sempre avanti come fa il Signore.

E ora possiamo guardare la parabola in riferimento a noi, in quanto, come cristiani e nel nostro ruolo, siamo chiamati ad essere seminatori della parola di Dio e dei valori veri della vita. Tutti siamo e dobbiamo essere evangelizzatori e in maniera molto concreta: basta pensare al compito educativo dei genitori, degli insegnanti, dei catechisti, dei sacerdoti, delle suore, degli animatori di gruppi e realtà ecclesiali, e come testimoni cristiani nella vita di lavoro, di scuola, di relazione con gli altri e in ogni aspetto bello o difficile della nostra esistenza.

Come seminiamo? Riusciamo un po' a seguire il modo e lo stile di Dio? Oppure facciamo distinzioni di persone? Forse vorremo subito vedere dei buoni risultati e ci scoraggiamo quando le persone vanno per la loro strada, non seguono gli insegnamenti, si allontanano da Dio e dai valori importanti. Quanta sofferenza a volte c'è nel cuore dei genitori cristiani, quando i figli smettono di andare in chiesa, o quando, più grandi, vanno a convivere o quando si separano e mandano in frantumi la famiglia e il rapporto coi propri bambini. Quanta sofferenza quando qualcuno finisce nella droga, nell'alcolismo oppure si dà ad un divertimento sfrenato, rischiando la vita per sé e per gli altri!

Quanto sacrificio sofferto nel cuore di sacerdoti o suore o animatori, quando vivono una paternità o maternità che non è corrisposta e vedono risucchiati dalle tentazioni del mondo quanti avevano cercato di crescere nella fede e nell'amore!

Eppure il Signore ci invita a seminare sempre, senza distinzioni di persone, con braccio largo e cuore grande. Non sappiamo mai quali frutti, in quali persone e in quali tempi la parola di Dio germoglierà e porterà frutto. Nella mia esperienza di sacerdote mi sono accorto che certe volte hanno corrisposto al Signore giovani o ragazze ai quali non avevo dato importanza e altri, sui quali avevo fatto maggiore affidamento, stanno trascurando l'esperienza cristiana. Dobbiamo sempre continuare a pregare e a sperare, perché gli insegnamenti, dati a figli o ai nostri fedeli, possono sempre riemergere e dare luce per nuovi orientamenti alla loro vita. Occorre insegnare sempre la Parola di Dio. S. Paolo dice "a tempo opportuno e non opportuno". Con una grande fiducia non in noi, ma nelle persone e nella forza stessa della Parola, cioè in Dio che dice: "Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra. così la mia parola non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata".

Il missionario p. Gheddo racconta questo episodio: "Un giorno nella clinica in cui vado a celebrare la Messa mi chiama un signore di 85 anni. Deve subire una grave operazione e vuole confessarsi. Mi dice che non si è confessato da 70 anni ed è sempre vissuto lontano dalla pratica religiosa. Gli chiedo come mai adesso vuole il perdono di Dio. Mi dice: "Io ho avuto una mamma molto religiosa e quando da giovane abbandonai la fede, la mamma mi diceva spesso: 'Da vecchio ti pentirai'. Quella frase mi è sempre rimasta in testa. Adesso capisco che la mamma aveva ragione. Eccomi qui pentito e desideroso di tutto il perdono di Dio".

Il buon seme, in un modo o in un altro, porta sempre frutto.

 

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