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TESTO Visita la terra, Signore, e benedici i suoi germogli (202)

don Remigio Menegatti  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/07/2005)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,1-23

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

Nella prima lettura (Is 5,10-11) la Parola di Dio presenta se stessa attraverso un'immagine naturale: la pioggia e la neve che scendono dal cielo e fecondano la terra. È un'esperienza comune a tutti, ben conosciuta da chi lavora nei campi. Dio dona ciò che serve all'uomo per conoscerlo, amarlo e seguirlo, così da portare frutto ed essere felice.

Il vangelo (Mt 13,1-23) riprende la riflessione sul valore e sulla potenza della Parola: Gesù la paragona ad un seme che cade in diversi terreni. Questi terreni rappresentano il cuore dell'uomo che è più o meno disponibile ad accogliere il seme della Parola per portare frutto. Gesù riflette sul suo ministero: ha donato a tutti con generosità la Parola del Padre e si trova davanti a risultati decisamente diversi. Non dipende dalla Parola, quanto invece dalla disponibilità delle persone che ascoltano.

Salmo 64
Tu visiti la terra e la disseti:
la ricolmi delle sue ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;

tu fai crescere il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge

e benedici i suoi germogli.

Coroni l'anno con i tuoi benefici,
al tuo passaggio stilla l'abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto

e le colline si cingono di esultanza.

I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di grano;

tutto canta e grida di gioia.

Il salmo canta la presenza e provvidenza di Dio, che accompagna il lavoro dell'uomo.

Il Creatore ha affidato all'uomo la terra perché la coltivi (vedi Genesi), e non lo abbandona a se stesso. Dio interviene direttamente a sostenere il lavoro umano donando la pioggia e l'acqua dei fiumi. Senza questo impegno costante di Dio la fatica del contadino resterebbe sterile, la semina diventerebbe un lavoro inutile e il raccolto una triste illusione.

Il salmista contempla l'opera di Dio nei diversi ambienti: i pascoli dove si muovono le greggi, i campi arati e coltivati, con i solchi pronti per ricevere il seme, i fiumi da cui si prende l'acqua per irrigare.

C'è un dono che viene solo dal Signore: la pioggia: senza di essa qualsiasi lavoro resta vano e la fatica inutile.

Un commento per ragazzi

Quando l'allenatore riunisce la squadra attorno a lui per spiegare la tattica della gara, dice a tutti le stesse cose. Alcuni entrano subito nel giusto spirito della sfida e giocano in modo adatto; altri invece faticano...e i risultati si vedono. Da cosa dipende? Certamente anche dalle abilità personali; in buona parte dalla capacità di ascolto e dalla disponibilità a fidarsi delle indicazioni dell'allenatore.

Chi si sente troppo sicuro, si considera un vero campione, rischia di fare da solo...e con pochi risultati.

Gesù è come un allenatore, che distribuisce alle folle i suoi discorsi, porta loro le parole di Dio, li incoraggia e anima. Alcuni lo seguono con impegno e fedeltà, altri sono attivi ma solo per poco tempo; altri si animano subito e poi si stancano di fronte alle prime difficoltà. Altri ancora sembrano del tutto indifferenti, sordi alle sue parole: continuano a vivere come se niente fosse.

Gesù allora si chiede: da cosa dipende? Dal valore del seme? Dalla "pioggia" della Parola che Dio dona con abbondanza ugualmente a tutti? Dal terreno, che poi è il cuore dell'ascoltatore?

Gesù riconosce che proprio nel cuore dell'uomo avviene la scelta: portare frutto, oppure limitarsi a creare illusioni. Non per questo Gesù rinuncia, se pur dedica maggior attenzione al gruppo che risulta disponibile ad ascoltare e portare frutto. Alla folla parla in parabole, ai discepoli spiega le parabole perché nulla vada perduto del suo insegnamento, come un contadino che non spreca l'acqua che ha preso da fiume; con essa irriga il campo dove ha seminato per veder assicurato un buon raccolto. Inoltre Gesù dedica tempo anche alla preghiera per chiedere al Padre questa "pioggia": sa che, al pari della pioggia e della neve, così proviene da Dio la Parola che rende fecondo il cuore umano, come un terreno ben preparato. Anche dopo la sua risurrezione si dedica a dissodare il cuore dei suoi amici perché riconoscano la bontà delle sue parole e condividano questo "grano" per sfamare ogni uomo. Ce lo testimoniano anche i due discepoli di Emmaus.

Chi non lavora i campi, dopo qualche ora di pioggia comincia a lamentarsi: sembra che stia piovendo da sempre. Diversamente è per chi lavora nei campi, e dalla terra trae il suo sostegno.

Chi ha capito il valore della Parola di Dio non continua a sbuffare e lamentarsi, quasi che "sappiamo tutto", "basta, ne ho abbastanza di questi discorsi...!" "sempre le stesse cose!". Rischiamo di essere un terreno ingombro di interessi che soffocano il seme della Parola seminata da Dio con abbondanza nel nostro cuore.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, aiutami a riconoscere i rischi che possono rendere meno efficace il tuo lavoro. La fretta che mi assale: non mi fermo ad ascoltare, quasi che abbia valore solo ciò che devo fare invece di ascoltare. Eppure io scarico e ascolto infinitamente le cose che mi interessano.

Quasi se il cellulare non prende: i miei messaggini e quelli degli amici sono fondamentali! Signore, insegnami ad ascoltare i tuoi messaggi, e a viverli perché solo così divento un terreno fertile, dove il tuo amore trova possibilità e porta frutto abbondante.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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