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TESTO Commento su Luca 9,28-36

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II Domenica di Quaresima (Anno C) (17/03/2019)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Questa domenica il vangelo ci porta a meditare sulla trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Gesù salì sul monte a pregare e mentre pregava il suo volto cambiò d'aspetto.
La trasfigurazione è dunque un evento di preghiera: diventa visibile ciò che accade nel dialogo di Gesù con il Padre, l'intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce nel suo essere Uno con il Padre.
Comprendiamo dunque che anche noi se vogliamo essere quella luce che Dio stesso ci ha detto di essere, occorre che diveniamo persone che pregano, che sanno mantenere il contatto con Dio Padre, perché: «La preghiera non è un optional, ma è una questione di vita o di morte. Solo chi prega infatti, cioè chi si affida a Dio, con amore, può entrare nella vita eterna che è Dio stesso» (Benedetto XVI). E noi quanto tempo dedichiamo alla preghiera? Ricordiamoci che: «Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell'emergenza e sembra spingere unicamente all'azione» (Benedetto XVI). E non solo una preghiera del cuore, che è sì importante fare, ma una preghiera biblica che ci aiuti a conoscere sempre meglio Gesù.
Vi erano infatti con Gesù, Mosè ed Elia, cioè coloro che rappresentavano la legge ed i profeti. Pertanto le parole riferite a Gesù avevano un significato ben chiaro: tutte le promesse in lui si sono realizzate, in lui tutta la scrittura trova il suo compimento, ed è lui che ora dovete ascoltare!
Queste parole valgono dunque anche per noi: ascoltiamo Gesù! Ascoltiamolo nella sua Parola interpretata dalla Chiesa, leggiamo spesso la sacra Scrittura, raccogliendo l'invito di S. Girolamo: «Leggi molto spesso la Divina Scrittura. Direi di più: mai le tue mani dovrebbero deporre il testo Sacro! [...] Il sonno ti sorprenda col libro Santo tra le mani e la testa, per la stanchezza, cada sulle pagine Sante!». E chiediamo anche la grazia, non solo di leggere e meditare, ma poi, soprattutto, di praticare! (cfr Mt 7,24-27).

Dopo aver visto come Gesù giunge alla trasfigurazione sul monte, ci domandiamo il motivo profondo di tale trasfigurazione.
La trasfigurazione di Gesù si inserisce tra due annunzi della passione di Gesù ed ha uno scopo ben preciso: preparare i discepoli allo scandalo della croce, a ciò che il loro Maestro avrebbe da lì a poco affrontato. Questa trasfigurazione aveva insomma uno scopo pedagogico, aveva il compito di rafforzare i discepoli, come a dire: “Voi adesso vedete chi sono veramente! Voi state vedendo la mia divinità, ma nonostante io sia Dio affronterò per amore vostro la passione e la morte! Ma questo non vi turbi, perché io non son venuto nella gloria e nella potenza - come voi magari pensate - ma nell'umiltà! Per voi io affronterò la morte e la vincerò!”. Perciò, come fatto notare da S. Leone Magno: «Lo scopo principale della trasfigurazione era di rimuovere dal cuore degli apostoli lo scandalo della croce, affinché l'umiltà della passione da lui voluta non turbasse la loro fede, essendo stata rivelata ad essi in anticipo l'eccellenza della sua dignità nascosta».
Anche nella nostra vita il Signore permette momenti di grazia e consolazione prima di “forti tempeste”; impariamo a farne tesoro, così che, richiamandoli alla mente nei momenti difficili, possano essere come rugiada che ristora l'arsura della sofferenza, aiutandoci a viverla e ad offrirla con amore. Se così sapremo fare, ecco che allora anche noi saremo luce per gli altri!

Ha detto Papa Francesco:
«Gesù si rivela così come l'icona perfetta del Padre, l'irradiazione della sua gloria. E' il compimento della rivelazione; per questo accanto a Lui trasfigurato appaiono Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti, come per significare che tutto finisce e incomincia in Gesù, nella sua passione e nella sua gloria. La consegna per i discepoli e per noi è questa: “Ascoltatelo!”. Ascoltate Gesù. E' Lui il Salvatore: seguitelo. Ascoltare Cristo, infatti, comporta assumere la logica del suo mistero pasquale, mettersi in cammino con Lui per fare della propria esistenza un dono di amore agli altri, in docile obbedienza alla volontà di Dio, con un atteggiamento di distacco dalle cose mondane e di interiore libertà. Occorre, in altre parole, essere pronti a “perdere la propria vita” (cfr Mc 8,35), donandola affinché tutti gli uomini siano salvati: così ci incontreremo nella felicità eterna. Il cammino di Gesù sempre ci porta alla felicità, non dimenticatelo! Il cammino di Gesù ci porta sempre alla felicità. Ci sarà in mezzo sempre una croce, delle prove ma alla fine sempre ci porta alla felicità. Gesù non ci inganna, ci ha promesso la felicità e ce la darà se andiamo sulle sue strade» (Angelus 1.3.2015).

 

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