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TESTO Commento su Gn 32,23.24.30

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (05/07/2005)

Brano biblico: Gn 32,23.24.30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Durante la notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado di Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui, fino allo spuntare dell'aurora...E qui lo benedisse.

Come vivere questa Parola?

Sulla via del ritorno verso la terra di Canaan, nell'oscurità della notte, rimasto solo al di qua del fiume dopo aver fatto passare il guado ai suoi, Giacobbe lotta con un uomo misterioso che si rivela essere Dio stesso: "Ho visto Dio faccia a faccia" – dirà all'alba, dopo essere stato colpito all'anca e benedetto.

La tradizione ha interpretato questa oscura vicenda come immagine del combattimento spirituale in cui il credente si 'scontrà con il mistero di Dio.

Annotiamo due coordinate: è notte, e Giacobbe rimane solo. Oscurità e solitudine sono dunque l'alveo che accoglie le acque dirompenti della grazia, da cui l'uomo è come trascinato sino a intravedere "come in uno specchio, in maniera confusa", come afferma san Paolo, l'immensità del mistero di Dio. Un'esperienza sconvolgente, riservata a quanti vegliano silenziosi nel buio della ricerca avanzando "come a tentoni" verso Colui nel quale "viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (At 17,28).

Per essere vincitori come Giacobbe, bisogna in qualche modo percepirsi e dichiararsi 'vinti' zoppicanti dinanzi al mistero. Si tratta in tutta umiltà di ammettere d'essere un impasto di peccato e povertà, senza per questo abbandonarsi a piagnistei, e con fiducia illimitata di andare oltre e gridare a Dio consegnandosi totalmente nelle Sue mani per lasciarsi plasmare a suo piacimento fino ad essere da Lui benedetti. La notte oscura, nel buio della fede provata e purificata, diventa così preludio di un'aurora luminosissima, e Dio nella sua bontà misericordiosa verrà a visitarci dall'alto come sole che sorge per rischiarare le nostre tenebre.

Oggi nel mio rientro al cuore cercherò di immergermi solitario nel silenzio dell'ascolto. Lotterò anch'io nella preghiera brandendo la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio, affinché il mio ego indomito e recalcitrante si consegni al Signore senza più opporvi resistenza. Esulterò per la Sua benedizione e la invocherò su ogni vivente. Questa la mia preghiera:

Zoppico, Signore, ma più per aver lottato orgogliosamente con me stesso senza chiamarti in causa che per essermi confrontato con il tuo mistero in umile amore. Fa' che nei miei percorsi verso l'interiorità rifugga il monologo ridondante e interloquisca confidenzialmente con la tua Parola, per essere da Te benedetto.

La voce dei monaci di Serra San Bruno

Signore mio Dio, credo che non riuscirei ad esprimere nemmeno con una preghiera l'immensa gratitudine per il dono che mi hai fatto chiamandomi ad essere monaco, posso solo tacere, parlerai tu. Il cammino, la fatica di questo lungo cammino, la stanchezza degli anni diventano tutte icone della tua tenerezza: tu "mi hai portato". Mi inginocchio tra i trucioli e rimango in silenzio.

 

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