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TESTO Commento su Gn 28,10-12

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/07/2005)

Brano biblico: Gn 28,10-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carrai. Capitò così in un luogo dove passò la notte...Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Si svegliò dal sonno e disse: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo".

Come vivere questa Parola?

Braccato dal fratello a cui aveva carpito la benedizione del padre con l'inganno, Giacobbe è costretto a fuggire su consiglio della madre. Colei che gli era stata in qualche modo complice ora prende le distanze da lui, "per non perdere entrambi i figli in un sol giorno". Disorientato e stanco, Giacobbe si abbandona al riposo della notte e nel sogno vede una scala posta tra terra e cielo e su di essa salire e scendere gli angeli di Dio. Destatosi stupito per la visione esclama: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo".

Ma chi è veramente Giacobbe? Un uomo che ha sbagliato ed ora è confuso, solo, scoraggiato, senza più riferimenti, in rotta con la famiglia, reciso colpevolmente negli affetti, sbandato, in preda al rimorso per aver prevaricato sul fratello e su Dio stesso, da quale si sente rigettato e maledetto. Unica prospettiva: la fuga, nel tormento di un futuro incerto, subìto per ripiego. Dietro di sé l'ombra del peccato, davanti a sé lo spettro di una precarietà finora sconosciuta: non ha più un lavoro né un amico né una terra. Solo il fardello ingombrante di una colpa che gli fa ritenere d'essere irrimediabilmente perduto.

Ma Dio non ha mai revocato il suo amore né sottratto la benedizione su di lui: questa è la verità che Giacobbe non è riuscito ad afferrare. Ed ora la visione della scala lo sconvolge, lo scuote sino a ridestarlo ad una consapevolezza nuova: "Dio è nella mia vita, tra le macerie contorte del mio cuore, ed io non lo sapevo. E' tra le pieghe della mia storia, e non mi ha mai abbandonato". Ora Giacobbe può dirsi 'rinato'!

'Dio è nella mia vita': ecco il leit-motiv della nostra fede. Nessuno può ritenersi 'troppo' peccatore da non potersi pacificare e consolarsi nel balsamo di questa sconvolgente verità, a partire dalla quale si può ricominciare, ogni giorno, vincendo scoramenti e paure.

Non finiremo mai di scavare un mistero d'amore così grande!

Oggi nella mia pausa contemplativa mi esporrò grato alla benedizione del Signore, ripetendo nel ritmo del respiro: "Dio è nella mia vita", fino a sentirmi pervaso da una fiducia illimitata nelle risorse di bene che Lui ha deposto in me. Questa la mia preghiera:

Ora so, Signore, che tu hai benedetto la mia storia, anche se è cominciata in modo sbagliato. Grazie! Diventi ora una' stele' eretta per Te.

La voce di una mistica del XX secolo

Mio Dio, tu conosci la mia fragilità e l'abisso senza fondo della mia miseria...Poiché sono l'oggetto del tuo divino beneplacito, non ho rimpianti non avendo desideri; poiché tutto viene da Te, di tutto mi accontento. Io vengo a Te per tutto, con animo fiducioso, perché so di poter sempre contare sul tuo cuore, e non avrò mai più nulla di che tormentarmi.
Marthe Robin

 

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