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TESTO Nel deserto

don Luciano Cantini  

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I Domenica di Quaresima (Anno C) (10/03/2019)

Vangelo: Lc 4,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Nel deserto
Non è semplice, e anche fuorviate, leggere questa pagina come un “racconto”, un “episodio” della vita di Gesù; Luca usa il linguaggio dei simboli per esprimere realtà che difficilmente potrebbero essere descritte con un linguaggio semplice; i luoghi, i tempi, le parole sono utilizzati come strumenti per dire “altro” rispetto a ciò che percepiamo al primo approccio col testo: pensiamo - tanto per fare un esempio - al teletrasporto di Gesù sul monte alto e poi a Gerusalemme. Entrare nel linguaggio simbolico ci chiede di abbandonare quello razionale per andare dietro o dentro le parole e i loro significati, trovare gli elementi paralleli che nella Scrittura non mancano, lasciare che la parola ascoltata risuoni in noi. La Parola non va compresa solo intellettivamente, ma è necessario che la Parola ci “comprenda” (ci prenda dentro di sé, ci avvolga), ci “ami”; non dimentichiamoci mai che Cristo è la Parola diventata carne (cfr Gv 1,14), e che ci ha donato il suo Spirito per rivelarci tutta la verità (Gv 16,13).
Gesù, pieno di Spirito Santo, sceso sopra di lui al Giordano, andò nel deserto guidato “nello spirito” (letteralmente)... qui si potrebbe osare nel dire che Luca ci racconta il senso profondo della relazione che in Gesù si realizza tra lo Spirito Santo ed il suo spirito: è nel profondo del suo animo (nello spirito) il luogo della “comunione” col Padre, ed è quella che il diavolo (dia-ballon colui che divide) vuole spezzare.

Per quaranta giorni
Quaranta è misura del tempo che non indica una quantità di giorni piuttosto la qualità di un tempo dedicato a Dio, un tempo che è contemporaneamente tempo dell'uomo e tempo di Dio; qui anche tempo di Gesù, tempo dello Spirito e tempo del diavolo. Non è difficile capire il senso di questo strano connubio anche se non è dato di sapere cosa sia successo durante quel tempo, ma nella nostra esperienza quotidiana sappiamo quanto l'uomo sia “tirato” da ogni parte e subisca ogni tipo di divisione e lacerazione, fatto sta che la storia dell'uomo è dominata da ciò che divide e porta a distruzione, c'è più voglia di muri che di ponti, di porte sprangate e di porti chiusi.

Dopo aver esaurito ogni tentazione
Terminati questi giorni, la fragilità umana ebbe il sopravvento e ebbe fame. Le tentazioni descritte non sono quelle di quei giorni nel deserto, piuttosto quelle che Gesù ha affrontato nell'arco della sua vita; ogni tentazione si rispecchia in queste tre e vanno lette come ikona del conflitto tra il male e la fragilità umana. Il male per l'uomo rimane un mistero, una realtà più grande di lui; anche la personificazione del diavolo interpreta la realtà del nemico forte che non è possibile vincere senza l'aiuto di uno più forte (Lc 11,22). Il diavolo rappresenta l'avversario del disegno di Dio sull'umanità: nega e sottomette la libertà dell'uomo, lo rende schiavo del potere, lo rende fanatico, disumanizza l'uomo che cerca affannosamente fuori di sé ciò che non riesce a trovare dentro di sé, lo impoverisce rendendolo incapace di apprezzare i doni ricevuti e metterli a frutto così che annaspa altrove nella ricerca di soluzioni facili e a buon mercato.

«Sta scritto»
A tutto Gesù mette avanti la Parola. Gesù è il Figlio umile, si fida di Dio, si mette nella sua Parola - è proprio lui la Parola fatta carne - e si lascia condurre, immergendosi sempre di più nel mistero della umanità e nella relazione d'amore col Padre, obbediente fino alla croce. Il demonio inserisce le sue parole nella storia dell'uomo cercando di strappare la Parola di Dio dal suo cuore deformandola e rendendola insidiosa. Diventa essenziale per la nostra fede leggere, ricordare e mantenersi nella sua Parola: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,31-32). Non una parola proclamata come uno stendardo al vento, ma una Parola che accolta nella vita è capace di produrre frutto con perseveranza (Lc 8,15).

 

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